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L’Accademia Nazionale di Santa Cecilia ha inaugurato all’Auditorium di Roma la stagione sinfonica con un programma di grande spessore: Musorgskij, Rachmaninoff e Richard Strauss, tre compositori che hanno contribuito fortemente a traghettare la musica dal Ottocento al Novecento, con composizioni evocative e dense di emozioni.
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L’Accademia Nazionale di Santa Cecilia ha inaugurato all’Auditorium di Roma la stagione sinfonica con un programma di grande spessore: Musorgskij, Rachmaninoff e Richard Strauss, tre compositori che hanno contribuito fortemente a traghettare la musica dal Ottocento al Novecento, con composizioni evocative e dense di emozioni. Il direttore stabile dell’orchestra, Antonio Pappano, tiene molto al rapporto diretto con il pubblico e ha preso il microfono all’inizio del concerto per ringraziare per la fiducia e la fedeltà degli spettatori che riempivano la Sala Santa Cecilia fino all’ultimo posto. Il programma inizia con il poema sinfonico Una notte sul Monte Calvo di Modest Musorgskij, una scelta che ha consentito di riunire sull’affollatissimo palcoscenico orchestra, coro e voci bianche in occasione dell’apertura della stagione sinfonica. La composizione di Musorgskij evoca un selvaggio ballo delle streghe e il sabba indiavolato a celebrazione di satana, che ha impressionato e influenzato molti musicisti. Il direttore russo-americano Leopold Stokowski la utilizzò nel 1940 per le musiche di Fantasia, film di animazione di Walt Disney. Anche il gruppo italiano New Trolls trasformò la scatenata sinfonia di Musorgskij in un album pubblicato nel 1974, che è diventato una pietra miliare del progressive rock. La serata proseguiva con il Secondo Concerto per pianoforte di Rachmaninoff, con un ospite d’onore: l’acclamato pianista di origine russa Evgeny Kissin, una vera star del gran coda, che ha mandato in visibilio il pubblico con un timbro deciso e virtuosismi impeccabili. Con grande generosità ha risposto agli interminabili applausi con ben tre bis.
L’ultima parte ha trasferito il pubblico decisamente nel Novecento, con La Sinfonia delle Alpi di Richard Strauss, dotata di una straordinaria capacità evocativa. Mentre scorrevano le prime note, già immaginavamo le bianche distese di neve gradualmente passare dal grigiore della prima aurora alle luci dell’alba, mentre pennacchi di polvere di neve spazzati dal vento accarezzano le distese silenziose del passaggio alpino. Il concerto inaugurale è stato replicato tre volte, sempre con la Sala Santa Cecilia piena fino all’ultimo dei suoi 2.800 posti, a prova della buona salute che gode l’orchestra diretta da Pappano e dell’Accademia Nazionale di Santa Cecila. Subito dopo l’ultima replica, l’orchestra dell’Accademia Santa Cecilia e suo direttore Antonio Pappano sono partiti in tournée per rappresentare in Cina e in Giappone l’eccellenza culturale italiana.
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::autore_::di Massimo Predieri::/autore_:: ::cck::216::/cck::