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Il tempo è la prima cosa che sperimentiamo all’alba della nostra vita. Dal momento in cui nasciamo, sappiamo che esiste un ‘prima’ ed un ‘dopo’.
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Il tempo è la prima cosa che sperimentiamo all’alba della nostra vita. Dal momento in cui nasciamo, sappiamo che esiste un ‘prima’ ed un ‘dopo’. Crescendo, si radica in noi la consapevolezza che il tempo gioca un ruolo fondamentale nella nostra esistenza.
Nella società moderna, in cui l’efficienza è diventata il cardine che sorregge la produttività e quindi in ultima analisi il benessere della nostra condizione umana, il tempo è diventato un nemico.
Siamo costretti ad impostare la nostra vita sull’avanzare delle lancette dell’orologio ed a lottare contro il suo inesorabile scorrere.
Sappiamo che la nostra vita avrà un termine e questo termine arriverà perché non siamo eterni. Insomma il concetto di tempo è presente in ogni aspetto della nostra esistenza terrena. Anche i nostri ricordi, belli o brutti che siano, sono indissolubilmente legati ad una percezione del fatto che la vita ‘scorre’.
Ma che cosa è il tempo?
Agostino di Ippona, nelle sue ‘Confessioni’ tenta di darne una definizione. Esiste, per lui, un prima, un dopo ed un presente ed il presente non diventerebbe passato se non ci fosse il fluire temporale, dal futuro al passato. Se questo fluire si interrompesse, ci sarebbe un eterno presente, cioè, l’eternità.
Dai tempi del filosofo di Ippona, la nostra consapevolezza della realtà in cui viviamo è molto mutata. Le scoperte scientifiche ci hanno dato la possibilità di sondare molti misteri dell’Universo e la matematica ci fornisce la chiave per descriverne i fenomeni. Ma proprio dalla scienza, ci è venuto un sorprendente risultato: su scala infinitamente piccola, la distinzione tra passato e futuro, non esiste.
Per questo motivo, una particella elementare, può viaggiare dal futuro al passato, ma anche viceversa. Detto in linguaggio più tecnico, la freccia del tempo, su scale infinitesimali, non esiste.
Perché allora noi viviamo in un mondo in cui siamo consapevoli della distinzione tra ciò che è avvenuto e ciò che avverrà? La scienza ha tentato di dare una risposta basandosi sul concetto di irreversibilità. Se in una stanza apro una boccetta di profumo, il profumo diffonderà nella stanza, ma una volta che questo è accaduto, non potrà mai verificarsi il contrario, cioè, le molecole di profumo non potranno mai più tornare tutte insieme nella boccetta.
E’ da qui che su scala macroscopica noi percepiamo lo scorrere del tempo. Ma questa spiegazione non soddisfa tutti e si è andati a cercare nei meandri più segreti della fisica per trovarne una definitiva.
Ma più questo misterioso ed inesorabile compagno della nostra esistenza lo si cercava e più questo sfuggiva ad una spiegazione razionale, anzi il sorprendente risultato è stato che a certi livelli della spiegazione scientifica, il tempo non ha nessuna ragione di esistere.
E’ semplicemente inutile per descrivere il mondo.
Come si concilia allora la nostra percezione di esso con questi risultati? Recentemente un fisico teorico britannico, Julian Barbour, ha pubblicato una serie di articoli in cui parte dal presupposto che il tempo semplicemente non esiste.
Esistono infiniti ‘adesso’ e noi ci muoviamo attraverso queste infinite sfaccettature dell’Universo in cui ogni minuscola particella di ogni galassia sperduta nel cosmo contribuisce a definire questo ‘adesso’ cosmico. La definizione di eternità di Agostino è quindi corretta. L’eternità non è un tempo che scorre per sempre, ma un infinito ‘adesso’ senza tempo. Se l’anima esiste e non è legata ai fenomeni ‘irreversibili’ a cui è soggetta la materia, è di per sua natura eterna in quanto per lei non esiterebbe il passato ed il futuro ma solo l’adesso.
Sorprendentemente, migliaia di anni fa, in Cina fu scritto un libro: l’I Ching. L’I Ching o libro dei mutamenti, è l’espressione di una concezione taoista del mondo. Secondo il Tao, l’Universo è immutabile, eterno e tutto ciò che avviene ora non è indipendente da ciò che avviene nel più remoto angolo dell’Universo, ma tutto sarebbe indissolubilmente legato. L’I Ching permette, secondo i suoi autori di conoscere il futuro, semplicemente facendo cadere in terra delle monete.
La loro caduta sarebbe intimamente connessa a tutto l’Universo immutabile di cui il passato ed anche il futuro farebbero parte.
Nella parte più ‘esoterica’ della fisica quantistica questo concetto è espresso matematicamente e nei laboratori di ricerca più avanzati si sta tentando di usare questo fatto per realizzare super computer quantistici.
Forse migliaia di anni fa, in una parte della terra chiamata oggi Estremo Oriente, uomini illuminati arrivarono a conclusioni che soltanto oggi, con l’aiuto della matematica più complessa, stiamo per comprendere.
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::autore_::di Riccardo Liberati::/autore_:: ::cck::289::/cck::