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Onkel Fritz, la vecchia Ford e Herr Monauni

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A 1910 Model T, photographed in Salt Lake City. Author: Harry ShiplerGuarda è a terra, dice Onkel Fritz.
No! A me sembra solo sgonfia, dice Herr Monauni.
Ma cosa dici, non vedi bene? È a terra!

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Guarda è a terra, dice Onkel Fritz.
No! A me sembra solo sgonfia, dice Herr Monauni.
Ma cosa dici, non vedi bene? È a terra!
Guarda bene, è solo sgonfia!
Allora, per vedere meglio fanno un giro intorno alla macchina.
Una vecchia Ford di cui non ricordano né il modello né, tantomeno, gli anni che ha.
Ma che, Herr Monauni, nonostante i 99 anni collezionati, continua a guidare con il benestare, opinabile, della Motorizzazione di Bolzano.
Il giro della automobile sembra loro quello del Sasslong, fatto tante volte, tanti anni addietro.
Ma riescono a portarlo a termine barcollando vistosamente e aiutandosi uno con l’altro.
Avevano festeggiato il compleanno di Onkel Fritz, quello dei 94 anni.
E naturalmente non poteva mancare Herr Monauni, che di anni però ne aveva 99.
E naturalmente non potevano bere meno delle 4 birre, che si bevevano normalmente quando si incontravano per le loro varie, in realtà solo pretesti per bere, ricorrenze.
Alla fine del giro ognuno era rimasto della propria opinione, naturalmente.
Come in ogni loro precedente discussione, quando ognuno diceva la sua e su questa rimaneva.
È difficile, ad una certa età,cambiare opinione, praticamente impossibile quando queste sono due.
E mentre loro, barcollanti, continuavano a litigare, un’altra auto si fermò alla stessa stazione di rifornimento.
Ne scesero due anziane signore, eleganti nelle loro pellicce, per fare benzina.
Signori, avete bisogno di aiuto?
La notte improvvisamente, agli occhi di Onkel Fritz, si dissolse, ed il sole risplendé improvvisamente ed il cielo diventò chiarissimo.
Erika!!!
Era lei! Proprio lei!
Era la stessa Erika che gli era apparsa in tutta la sua bellezza quando aveva ripreso conoscenza
nell’ospedale militare di Insbruck dopo che il suo Panzer era stato colpito da un Bazooka assassino del nemico.
Era stato fra la vita e la morte per giorni e giorni, ma alla fine si era salvato, anche se molto ferito.
E la prima immagine era stata lei, Erika.
Non la aveva mai dimenticata, anzi, se ne era perdutamente innamorato, e con quella immagine nel cuore aveva ricominciato a vivere, e sperato sempre di incontrarla di nuovo.
La aveva sognata per anni e fatte tante fantasticherie belle alcune, oscene altre.
E fu così che quando lei gli offrì la mano, in segno di saluto, ad Onkel Fritz scoppiarono i circuiti, e, miracolo, gli successe una cosa straordinaria, che non avveniva ormai d tanti anni.
Ebbe una erezione mostruosa.
Il cannone del suo vecchio Panzer era poca cosa di fronte al suo.
Nessun paragone.
Divenne rubizzo, cominciò a farfugliare parole confuse e, mentre con una mano stringeva quella di Erika, con l’altra cercava di nascondere la sua eccitazione.
Cosa fai Fritz? Intervenne il Monauni, ignaro dell’imbarazzo dell’amico.
Ma… Ma…ancora non so se sia a terra o sgonfia…
Su via, disse Erika, vediamo.
E si chinò ad esaminare la ruota, mostrando ulteriormente le sue forme…
Ed il calvario per Onkel Fritz aumentò.
Finalmente però, quando lei si rialzò e disse: non è nulla, solo un poco, molto poco, sgonfia.
A quelle parole magiche tutto si sgonfiò anche in lui e trasse un respiro di sollievo.
La sua visione scomparve e, rinsavito, salutò frau Gertrud e la sua amica Elisabeth,
si fece gonfiare la gomma dall’addetto al rifornimento e caricato il suo fedele amico Monauni sulla vecchia Ford mise in moto e si avviò verso casa, con la speranza di trovarla.
Nel percorso verso casa si chiese se avesse davvero rivisto Erika o era stata solo una visione.
Sia quello che sia, immaginazione o visione, però aveva bene in mente quello che era stata la sua reazione e questa era stata certamente reale e si chiese di quante birre avrebbe dovuto bere domani per provare la stessa sensazione.

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::autore_::di Michael Barons::/autore_:: ::cck::364::/cck::

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