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Renzi? Meglio lasciar perdere

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traduzione di Giuliana Giannessi
Agli occhi di un giornalista oriundo, 10 giorni in territorio italiano, attraversando importanti città in varie regioni 

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traduzione di Giuliana Giannessi
Agli occhi di un giornalista oriundo, 10 giorni in territorio italiano, attraversando importanti città in varie regioni (Lazio, Umbria, Emilia-Romagna, Toscana, Veneto e Lombardia), sono stati sufficienti a confermare quello che tutti i giorni, con un’attenta e riflessiva lettura, Internet (giornali, notizie on-line in tempo reale, talk show), già mostrava: il cittadino italiano è completamente disilluso con la politica del suo paese.
Nelle città che ho visitato in un circuito religioso e culturale, ho parlato con molte persone: studenti, neolaureati, tassisti, addetti alla reception dell’hotel, proprietari di ristoranti, bar, negozi di abbigliamento e souvenir, oltre a “nonne e nonni” in pensione. Gente semplice che nel rispondere alla domanda, “Che ne dite di Renzi?” Rispondeva invariabilmente “Meglio lasciar perdere.”
Tuttavia, il giornalista ha insistito. “Ma non stiamo parlando del giovane e simpatico “rottamatore”, che ha promesso di far girare l’Italia di 180 gradi?” Il tassista risponde. “Che cosa ci aspettiamo da chi all’opposizione ha tanto criticato e che ora governa per salvare Silvio?”
Un giovane ingegnere romano che aveva appena partecipato alla cerimonia della “laurea”, ha detto, alla domanda sul futuro professionale: “Il mercato? Forse in Brasile. Cosa ne pensi?», indagava nella sua giovinezza disilluso dal presente italiano.
Nella santificata e benedetta Assisi, il dialogo è stato con un giovane di 25 anni, al comando di una piccola impresa gastronomica (dolce e gelati). “Credere nella politica? Mai. Solo promesse che non sono rispettate.” Continuando a parlare, ho voluto sapere come andavano le cose in questo inverno rispetto allo scorso inverno. “Il movimento dei turisti si è dimezzato. Meno male che ci siete voi brasiliani e gli orientali che spendono bene”. Vivere con la “mamma” e raccontando che suo padre è morto anni fa, l’imprenditore aveva uno sguardo malinconico nel parlare del futuro. “Non sono stato all’università. È molto caro. Non vale la pena spendere tanti soldi per l’università, se non esiste più un mercato di lavoro in questo paese?”
Nella terra di Dante, i Medici e Matteo I, il Rottamatore, il freddo di un giorno nuvoloso contrastava con l’alta temperatura del discorso di uno studente. “Renzi, Berlusconi, Alfano? Tutti a casa. Vaffa …” Tutti?, ho chiesto, immaginando che Beppe Grillo sarebbe stato risparmiato. “Sì tutti, non se ne salva nessuno, nemmeno lo stesso Grillo”. Poi mi sono incamminato verso la casa del grande Poeta con la netta impressione che tutta la politica italiana può essere letta a partire dall’inferno dantesco.
L’autostrada indica: qui finisce la Toscana. Benvenuti in Emilia. Bandiera rossa? Scolorita. Trionferà? Un sogno sempre più lontano. Nel centro di Bologna, in una sera di sabato molto movimentata, chiedo ad un «nonno»: “Avanti Popolo?”. Dopo aver ricordato gli anni ’70 e ’80 parla di un’Italia con il PD al governo. “Il capitalismo ha trionfato di nuovo. Non c’è più lavoro. Non c’è rispetto per i pensionati. Il sindacalismo è morto. Renzi è un traditore.” Ma la tessera del PD ce l’ha in tasca? “L’ho lasciata a casa. Avevo già pensato di strapparla. Mio figlio non me l’ha lasciato fare. Mi ha detto, giustamente, che Renzi non è il partito. Il PD è più di Renzi”.
Infine, il Nord. “Ma dopo tutto, quale Matteo?” chiedo al proprietario di un ristorante veneziano, “Nessuno dei due”, è stata la risposta. Nella Padania, neanche Salvini si salva. Infine, Milano, nel negozio di noleggio auto, ore prima del volo di ritorno in Brasile, sono stato testimone del disprezzo di un lombardo per il mondo politico. “Renzi? Politica? Bah!!! Parliamo di altro. Come è il carnevale di Rio?».

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::autore_::di Eduardo Fiora::/autore_:: ::cck::389::/cck::

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