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Quando si parla di Toscana, la nostra mente corre subito all’immagine di città note come Firenze, Siena, Pisa. Raramente pensiamo a quella parte di Toscana confinante con l’Umbria e le Marche
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Quando si parla di Toscana, la nostra mente corre subito all’immagine di città note come Firenze, Siena, Pisa. Raramente pensiamo a quella parte di Toscana confinante con l’Umbria e le Marche, più vicina all’Adriatico che al Tirreno, ai piedi degli Appennini che dominano l’Alta Valtiberina, delimitando questo affascinante lembo di terra, culla di notevoli tesori artistici, culturali e paesaggistici. Stiamo parlando di quella parte di Toscana forse meno conosciuta, ma non certo meno bella della sorella maggiore. E’ lungo la Statale “E 45”, che unisce Perugia a Cesena che incontriamo la città di Sansepolcro (provincia di Arezzo) dove – si narra – nel X secolo, due pellegrini provenienti dalla Terra Santa, portarono le reliquie del Santo Sepolcro, custodite in una cappella costruita appositamente.
La città conta circa 16mila abitanti ed è servita da una ferrovia che la congiunge alla capitale mentre, in auto, si può raggiungere con la superstrada Orte – Perugia – Cesena, uscita Sansepolcro.
Fondata dai Galli Biturgici (da qui il nome dei suoi cittadini: Biturgensi), Sansepolcro fu sottomessa a varie famiglie: i Tarlati, i Malatesta ed infine i Medici (1440) che, sotto Cosimo I, edificarono molti prestigiosi palazzi per la nobiltà locale. Con loro si sviluppò il settore agricolo e manifatturiero (lana e seta), ma, solo nel XIX secolo, la città si distinse per la coltivazione e la lavorazione del tabacco, nonché per la produzione alimentare, cui i Buitoni dettero notevole impulso. Oggi, alle tradizionali colture del tabacco, mais, viti e grano, si unisce l’erboristeria, sviluppata e diffusa in tutto il mondo dalla nota azienda “Aboca” che, solo in città, dà lavoro a circa mille persone.
Tra le varie opere d’arte che Sansepolcro offre al turista, troviamo la Torre di Berta, del XIII secolo, che dà il nome alla Piazza, introducendo il centro storico, sede di due degli edifici più antichi del borgo: Palazzo Pichi e Palazzo Giovagnoli. Non lontano, sulla Via Matteotti, dove prima sorgeva un monastero benedettino e poi camaldolese, possiamo ammirare la Cattedrale (XIV secolo), dedicata a San Giovanni Evangelista.
Nella Chiesa sono conservati tesori come un piccolo Crocefisso ligneo del X secolo, risalente al periodo carolingio e opere come la Crocefissione di Bartolomeo Gatta, l’Incredulità di San Tommaso di Santi di Tito, l’Ascensione di Cristo di Pietro Vannucci (detto il Perugino) ed una Madonna con bambino del 1385, affresco di scuola romagnola.
La Chiesa di S. Francesco, quella di San Lorenzo e del Buon Gesù custodiscono molte opere di pregio, ma il Museo Civico d’Arte propone un ricchissimo patrimonio culturale, offrendo al visitatore opere di artisti come Jacopo Bossano, Luca Signorelli, Raffaellino del Colle, Luca della Robbia, ma, soprattutto, del grande Piero della Francesca, nato e cresciuto a Sansepolcro, cui la città ha dedicato anche una Casa-Museo.
Il Palazzo Pretorio, il Palazzo della Laudi, la Fortezza Medicea, le cui mura sono visibili solo nella Porta Fiorentina, unica superstite delle quattro porte fatte edificare da Cosimo I de’ Medici, sono certamente da includere nella visita che consigliamo in settembre. In questo periodo (la prima domenica della seconda metà) si svolge il famoso Palio della Balestra che vede contrapposti i balestrieri di Gubbio e Sansepolcro che, ogni anno, si sfidano in questa storica competizione medioevale.
A poca distanza, con una passeggiata in auto tra boschi di faggi e conifere, si possono ammirare le sorgenti del Tevere (Monte Fumaiolo) e quelle dell’Arno (Monte Falterona).
Cibo genuino e vini pregiati fanno da sfondo a questa interessante gita a poche ore da Roma.
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::autore_::di Luisanna Tuti::/autore_:: ::cck::471::/cck::