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Finibus Terrae: Santa Maria di Leuca

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Il nostro viaggio lungo la penisola, questa settimana ci porta al sud, nel profondo sud, esattamente Finibus Terrae, ai confini della terra.

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Il nostro viaggio lungo la penisola, questa settimana ci porta al sud, nel profondo sud, esattamente Finibus Terrae, ai confini della terra. Così infatti era considerata Santa Maria di Leuca (Lecce), estremo lembo sud-orientrale della Puglia, spalmata sul tacco del nostro Paese, bagnata da due mari: Ionio ed Adriatico, il cui incontro virtuale è considerato tra Punta Ristola e Punta Meliso.
"Santa Maria de Leuca" by LPLT - Own work. Licensed under GFDL via Wikimedia Commons - http://commons.wikimedia.org/wiki/File:Santa_Maria_de_Leuca.JPG#/media/File:Santa_Maria_de_Leuca.JPGPer la particolare luce che il sole dà a questa terra, anticamente era chiamata Leukos, da qui il nome attuale. Nelle giornate in cui il cielo è più limpido, lo sguardo può spaziare dai Monti della Calabria e dell’Albania, fino all’isola di Corfù. Anticamente gli abitanti credevano nel sostegno della dea Minerva, ma, con l’avvento del Cristianesimo, la Madonna divenne la loro adorata protettrice.
Sulla costa si alternano spiaggette di sabbia bianchissima e alte scogliere, sulle cui basi si aprono numerose grotte di grande interesse, come la Grotta delle Tre Punte, la Grotta del Drago, dei Giganti, delle Vore, delle Mannute. Alcune, come la Laura Basiliana, sono accessibili anche via terra.
I fondali limpidissimi sono considerati un vero paradiso dagli appassionati di avventure subacquee. La cittadina conserva un grande fascino dovuto ai suoi eleganti edifici, testimoni di un passato che la vedeva eremo esclusivo delle ricche famiglie pugliesi che vi trascorrevano le vacanze estive. La devozione verso Maria è espressa dallo stupendo Santuario, Finibus Terrae, eretto su un antico tempio dedicato alla Dea Minerva. Una leggenda narra che l’edificio, distrutto e ricostruito varie volte (l’ultima nel ‘700) sia la Porta verso il paradiso, consacrata da San Pietro stesso. Per guadagnarsi questo accesso deve essere visitato almeno una volta nella vita. Su un ampio piazzale davanti al Santuario, troviamo uno dei più importanti fari d’Italia (48 metri di altezza, 102 sul livello del mare) che domina la cittadina sottostante. Alla Marina si arriva scendendo una doppia rampa (di 300 gradini ciascuna) che segue il pendio della collina sulla quale si basa. Al centro di una piazzetta vicino al Porto turistico-peschereccio, si erge la Colonna Romana monolitica."Punta Ristola" by LPLT - Own work. Licensed under GFDL via Wikimedia Commons - http://commons.wikimedia.org/wiki/File:Punta_Ristola.JPG#/media/File:Punta_Ristola.JPG
Olive, mandorli, fichi, carrubi, peschi, incorniciano il paesaggio, spengendo l’accecante chiarore del sole che sembra amare particolarmente questa terra meravigliosa.
Sorseggiare un caffè in ghiaccio e latte di mandorla, ascoltando i ritmi della Taranta, eccitante musica tradizionale salentina, potrebbe essere una degna conclusione di chi si spinge a visitare questo promontorio che segna la fine della nostra Penisola.

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::autore_::di Luisanna Tuti::/autore_:: ::cck::483::/cck::

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