Esteri

La Nigeria vuole voltare pagina

• Bookmarks: 6


::cck::528::/cck::
::introtext::

"GMB, Akande, Ajimobi at PGLS1" by Wikiregina - Own work. Licensed under CC BY-SA 4.0 via Wikimedia Commons - http://commons.wikimedia.org/wiki/File:GMB,_Akande,_Ajimobi_at_PGLS1.jpg#/media/File:GMB,_Akande,_Ajimobi_at_PGLS1.jpgCon le elezione di sabato 11 aprile, di 19 governatori su 28 (in sette stati non si sono tenute), l’All Progressives Congress (APC), il partito del neoeletto Presidente Mohammadu Buhari, completa il successo delle ultime elezioni presidenziali, le più importanti dal ritorno della Nigeria nell’alveo democratico nel 1999.

::/introtext::
::fulltext::

Con le elezione di sabato 11 aprile, di 19 governatori su 28 (in sette stati non si sono tenute), l’All Progressives Congress (APC), il partito del neoeletto Presidente Mohammadu Buhari, completa il successo delle ultime elezioni presidenziali, le più importanti dal ritorno della Nigeria nell’alveo democratico nel 1999.
Con queste ultime elezioni governatorali, il Peoples Democratic Party (PDP), il partito dell’ormai ex presidente Jonathan Goodluck perde non solo importanti stati del Nord come Kaduna e Katsina, Stato del Vice presidente uscente Namadi Sambo, ma anche storici capisaldi di stati del sud, come Lagos, capitale commerciale del Paese, riuscendo, però, a mantenere sotto il proprio controllo il River State, l’hub del petrolio.
Elezioni storiche, dunque, per la Nigeria.
Per la prima volta un presidente ricandidato non è stato rieletto.
Per la seconda volta un ex dittatore viene eletto democraticamente (il primo fu Olusegun Obasanjo, guarda caso, tra i principali artefici della sconfitta di Jonathan, con il pubblico e plateale strappo della sua tessera del PDP).
Reported Civilian Deaths in Boko Haram attacks Sept 2010- April 2014. Source: Armed Conflict Location and Event Data Project, created by Prof. Clionadh Raleigh – University of Sussex. By http://www.bbc.com/news/world-africa-27396702Per la prima volta è stata introdotta la card elettronica identificativa dell’elettore, riducendo ampiamente la possibilità di brogli elettorali, come quello di avere circoscrizioni con voti espressi in numero maggiore di quello degli aventi diritto.
All’ex presidente vengono mosse molte accuse, a cominciare da esponenti del suo stesso partito, il PDP: in primo luogo quella del dilagare della corruzione. Un maggior numero di elettori si è reso conto che la redistribuzione della ricchezza derivante in primo luogo dall’estrazione del petrolio ha privilegiato pochi, mentre molti si sono sentiti abbandonati. Durante la campagna elettorale, lo sfidante si era impegnato: “i ricavi del Nigerian National Petroleum Corporation saranno resi pubblici e regolarmente controllati”: un comportamento diverso da quello atteso da molti, quello della “resa dei conti” sul versante della corruzione.
L’altro tema che sembra si sia imposto nella campagna elettorale è quello della sicurezza: una partita giocata molto male dal presidente uscente a partire dal rinvio di 6 settimane della data delle elezioni. Cosa ci si poteva attendere in 6 settimane che non potesse essere fatto in anni nel contrasto ai militanti di Boko Haram, la setta che imperversa almeno dal 2009 con ogni genere di misfatti contro le popolazioni del nord in particolare? E’ questa la domanda che molti elettori avrebbero voluto rivolgere e che avrebbe spostato il loro voto a favore di Buhari.
La politica estera non ha occupato uno spazio importante nella campagna elettorale, ma si rivelerà certamente significativo alla luce delle iniziative che la Nigeria dovrà assumere. Il ripristino della legalità non riguarda soltanto le bande assassine: pone numerosi problemi dal rispetto dei diritti umani, uno sport poco conosciuto in Nigeria, e delle decisioni dell’Unione Africana e dei Paesi coinvolti nella repressione dei BH, Niger, Chad e Cameroon in particolare. La mancata comunicazione tra le forze armate nigeriane e quelle dei Paesi che hanno aiutato la Nigeria a mantenere il controllo sul proprio territorio, è stata più volte lamentata dal Chad in particolare, addebitando ai nigeriani la mancata vittoria tanto attesa, che rischia di aver vanificato la morte di 71 militari ed il ferimento di altri 500 militari del Chad.
Buhari che, ricordiamolo, è un ex generale proveniente dalle forze armate, ha voluto esprimere al riguardo soltanto la preoccupazione di voler mantenere fermamente la sovranità nazionale su tutto il territorio nigeriano. Insomma, nessun impegno con gli alleati, ma un riferimento astioso al passato, quando i rapporti con i paesi limitrofi non erano proprio idilliaci.
I primi 100 giorni del neo presidente si riveleranno molto importanti per il nuovo corso.

::/fulltext::
::autore_::di Giorgio Castore::/autore_:: ::cck::528::/cck::

6 recommended
comments icon0 comments
bookmark icon

Write a comment...