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Se un medico vi dicesse che siete carbofobici, probabilmente penserete di essere allergici al carbone e ai suoi derivati, ma subito vi porrete una domanda: “Quando mai nel mondo di oggi siamo esposti al carbone?“
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Se un medico vi dicesse che siete carbofobici, probabilmente penserete di essere allergici al carbone e ai suoi derivati, ma subito vi porrete una domanda: “Quando mai nel mondo di oggi siamo esposti al carbone?“
In realtà la carbofobia è l’eliminazione dei carboidrati dalla propria dieta dimagrante, dunque, pasta, pane, zuccheri e tutto quanto può farci felici a tavola.
Ma adesso le cose sono cambiate, dopo anni e anni di terrorismo alimentare si scopre che tutto questo anzi fa bene alla dieta e alle nostre coronarie, anche se con moderazione.
Questo cambiamento, anzi una vera e propria rivoluzione dietetica, è ormai conosciuta da molti istituti medici, ma solo recentemente ha avuto la consacrazione della medicina ufficiale: l’Associazione dei cardiologi, insieme ad uno studio dell’Università di Cambridge, contraddice i pregiudizi intorno ai carboidrati.
L’università di Cambridge ha pubblicato, lo scorso 18 marzo 2014, uno studio sulla rivista americana Annals of international medicine, dove dimostra con ben 80 ricerche su mezzo milioni di pazienti che non ci sono sufficienti prove per dichiarare che un limitato consumo di grassi saturi eluda la comparsa di cardiopatie.
Proprio seguendo queste indicazioni lo scorso giugno il Time ha pubblicato una copertina con scritto “Eat butter” (mangiate il burro) accompagnata da una inchiesta che dimostra come oltre trent’anni di campagne “antigrassi” negli Stati Uniti non hanno ridotto obesità e malattie cardiovascolari, anzi questi due sono diventati le principali cause di morte o di invalidità.
Temi conosciuti anche in Italia e con l’Expo di Milano il tema cibo è certamente in primo piano. In realtà, nonostante da decenni si parla di diete, il rapporto tra il mangiare e la salute è ancora un pianeta sconosciuto se è vero che non passa anno o addirittura mese che le affermazioni di un dato alimento vengono sconfessate in seguito da un altra ricerca.
Per l’Anmco, (Associazione nazionale medici cardiologi ospedalieri) sono 40 anni che viene attuato un vero e proprio terrorismo sui mezzi di informazione contro grassi, alimentari ben inteso, come pasta e carne che hanno generato non solo cattive abitudini alimentari, ma vere e proprie ossessioni e confusioni nei consumatori.
Secondo l’associazione, la causa risiede nell’ approccio riduzionista caratteristico della ricerca nutrizionale che anziché la composizione complessiva della nostra dieta considerando anche la qualità degli ingredienti, si limita invece a studiare i singoli nutrienti.
Molti studi epidemiologici affermano che un eccesso di grassi saturi, quindi i grassi della carne e derivati, del latte come burro e formaggi, lo strutto, ed inoltre alcuni olii vegetali come quello di cocco, di palma o di semi di palma, non farebbe, usiamo ancora il condizionale, aumentare il pericolo di malattie cardiovascolari.
Lo scorso marzo a Firenze si è svolto il convegno internazionale “Food Science and Food Ingredients” curato Anmco. tra gli interventi quello di Michele Gulizia, presidente Anmco, e primario di cardiologia all’Ospedale Garibaldi-Nesima di Catania ha chiarito il problema: “Non esistono evidenze scientifiche certe per stabilire che questi alimenti provocano il rischio di infarto e obesità. L’alimentazione è un settore della ricerca ancora molto trascurato – inoltre afferma il clinico – C’è scarso interesse da parte degli sponsor. I governi dovrebbero occuparsi di più della salute dei cittadini investendo risorse per la ricerca”.
Cosa dovrebbe fare allora un ignaro paziente per mangiare bene e vivere meglio?
Le ricette sicure non ci sono, ma, afferma ancora dott. Gulizia: “La carbofobia, l’eliminazione di pane, pasta e dolci, è una moda dannosa perché i carboidrati rilasciano zuccheri immediati nel sangue, anche i grassi fanno bene in piccola quantità, liberando energia quando l’organismo ne ha bisogno, le proteine invece servono per i ricambi cellulari. Frutta, verdura e cereali vanno sempre favoriti. In quantità giusta tutto fa bene”.
Non solo, ma altre recenti ricerche attestano che anche il colesterolo nel sangue, il killer dei Paesi ricchi, non è influenzato da quello contenuto nei cibi che mangiamo, per esempio uova e burro, ma deriva dalla sintesi epatica di ciò che mangiamo.
Addirittura un deficit calorico ci protegge e non l’esclusione dalla dieta di alcune sostanze come l’alcol può essere salutare in dosi moderate, massimo due/tre bicchieri al giorno, oltre, ovviamente, ci espone all’infarto.
Cosa fare allora per stare bene? La ricetta è sempre la stessa, quella dei nostri nonni: colazione da re, pranzo da principe e cena da povero, dunque, addio abbuffate a cena o, peggio, aperture notturne del frigorifero.
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::autore_::di Sergio Lo Martire::/autore_:: ::cck::560::/cck::