Società

Ma papa Francesco è senza stipendio

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Si avvicina il tempo di pagare le tasse e, come se non bastasse, in un periodo così triste, fioriscono come funghi decine e decine di enti, associazioni, Ong, tutte a chiedere il 5 o l’8x mille secondo la loro collocazione presso l’Agenzia delle entrate.

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Si avvicina il tempo di pagare le tasse e, come se non bastasse, in un periodo così triste, fioriscono come funghi decine e decine di enti, associazioni, Ong, tutte a chiedere il 5 o l’8x mille secondo la loro collocazione presso l’Agenzia delle entrate.
In queste autopromozioni la Chiesa cattolica è quella che risulta, nonostante il calo negli ultimi anni, la preferita per la donazione dell’8 x mille, insomma, la gente si fida ancora di questa istituzione bimillenaria sapendo che le sue opere di carità arrivano sempre dove c’è bisogno e senza differenza di razza o credo religioso.
Tuttavia la Chiesa non fa solo carità, deve mandare avanti la sua macchina burocratica, fatta di uffici, stanze dei bottoni, palazzi con tanta gente che ci lavora in ogni parte del mondo e che certamente va stipendiata, laici o religiosi non fa alcuna differenza.
In Italia i lavoratori laici presso la Santa Sede, direttamente o indirettamente, hanno un contratto sindacale riconosciuto dalle nostre autorità con tutte le garanzie, ma per i sacerdoti o i religiosi, uomini e donne, come funziona?
Il sistema di sostentamento finanziario al clero si fonda sui principi prescritti dal Concilio Vaticano II nei quali si specifica che ogni sacerdote ha diritto ad essere retribuito, oltre al contributo dei fedeli per sovvenire alle loro necessità, ma spetta al Vaticano tramite le varie diocesi pagare i compensi al clero.
Così, lo stipendio di un parroco, escludendo le offerte per le messe o donazioni alla parrocchia, è di 1.200/1.300 euro al mese, di poco superiore a quello di un semplice prete che è più o meno stimato sui 1000 euro, insomma uno stipendio vicino ad un bracciante agricolo o ad un operaio, ai quali vanno però decurtate le trattenute dell’Irpef e della previdenza, elemento quest’ultimo che assimila i sacerdoti ai lavoratori dipendenti. Al netto la cifra del semplice sacerdote si aggira sui 882,71 euro mensili.
Per quelli con incarichi particolari e per i vescovi troviamo il concetto dell’anzianità, quindi, più si va avanti e più si guadagna, arrivando anche a 3000 euro.
Se poi un prete è anche insegnante di religione sarà l’istituto a versare solo la quota che manca per raggiungere il tetto stabilito dall’anzianità.
Ma la piramide salariale della Chiesa non è finita.
Se si è arcivescovi capi di dicastero o consiglieri pontifici allora si può vivere una vita più che dignitosa con uno stipendio che oscilla dai 3000 ai 5000 euro, sempre al lordo, quest’ultima una quota percepita dai cardinali.
Se gli stipendi permettono una vita serena, le pensioni, gestite dal Fondo del Clero istituito presso l’Inps, sono, invece, piuttosto modeste poco meno di una pensione sociale.
Disegnata questa struttura di incarichi e di compensi, una domanda forse sorge spontanea: qual è lo stipendio del papa?
Un interrogativo che almeno una volta ci siamo posti un po’ tutti, ma è sempre stato ritenuto difficile da quantificare per chi rappresenta da solo l’intera Chiesa cattolica.
In realtà la risposta è molto semplice e di facile consultazione; se l’appannaggio del suo predecessore Ratzinger era di 2500 euro mensili, più le royalty per i suoi libri che, diciamolo subito a scanso di equivoci, sono state devolute tutte integralmente per le opere di carità, Papa Francesco non percepisce neanche un euro, ugualmente però può attingere liberamente dal fondo dello Ior per sponsorizzare progetti di solidarietà.
Sappiamo che Bergoglio, appena salito al soglio di Pietro, ha voluto vederci chiaro sulle spese del Vaticano e della sua “corte” tra cardinali, vescovi e monsignori vari.
La rivoluzione bergogliana sta nel primato della povertà della Chiesa e dell’incontro con gli ultimi, dunque, per il papa argentino i lussi del clero che fin’ora ha goduto, vanno ridimensionati se non addirittura aboliti.
La Chiesa deve essere povera nel concetto di essere distaccata dai beni materiali, questa è la base della dottrina, ma attenzione a farla letteralmente “povera tra i poveri” come ama ripetere Bergoglio, perché, come bisbiglia qualche monsignore nelle segrete stanze, chi aiuterà veramente i poveri se non c’è nessuno che ha più i soldi?

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::autore_::di Antonello Cannarozzo::/autore_:: ::cck::579::/cck::

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