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Boko Haram cambia ancora pelle

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"Zaria 130085554 1ac87fb1d9" by http://www.flickr.com/photos/shirazc/ - http://www.flickr.com/photos/shirazc/130085554/. Licensed under CC BY-SA 2.0 via Wikimedia CommonsMartedì 7 luglio. Zaria, Stato di Kaduna, Centro Nord della Nigeria. Attacco suicida: 25 morti, 32 feriti, prevalentemente persone in cerca 

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Martedì 7 luglio. Zaria, Stato di Kaduna, Centro Nord della Nigeria. Attacco suicida: 25 morti, 32 feriti, prevalentemente persone in cerca di occupazione e dipendenti di uffici pubblici del comune della città. Nessuna rivendicazione. Contromisure: divieto del commercio ambulante nella capitale Abuja e rafforzamento delle misure di sicurezza in tutte le moschee e chiese.
Lunedì 6 luglio una ragazza kamikaze è rimasta uccisa nel tentativo di far esplodere una bomba vicino una moschea di Kano, capitale dell’omonimo stato, il più grande del nordest della Nigeria.
Domenica 5 luglio. Potiskum, Stato di Yobe, Nordest della Nigeria. Cinque fedeli che assistevano ad un rito religioso nella Redeemed Christian Church of God, hanno perso la vita in un attacco ad opera di una donna kamikaze, appartenente, secondo quanto riferito da testimoni, alla stessa congregazione religiosa.
Nello stesso giorno altri due attacchi nella città di Jos, Stato di Plateau, Nigeria centrale, uno in una moschea, l’altro in un ristorante hanno provocato 44 morti, altri 47 hanno fatto ricorso ai sanitari per le ferite riportate. A causare le esplosioni sono state bombe nel ristorante ed un kamikaze nella moschea. Non vi è stata rivendicazione ma fra i locali vi è la tendenza ad attribuirne la paternità alla setta islamica.
Tre giorni prima, nell’area dello stato di Yobe i militanti islamici avevano dato alle fiamme 32 chiese e 300 abitazioni, come riportato da Stephen Apagu responsabile di gruppo di vigilanti per la difesa nello stato del Borno (fonte ANSA).
Secondo le testimonianze raccolte dal corrispondente della BBC in Nigeria, l’obiettivo dell’attacco sarebbe stato l’Imam della moschea Sheikh Muhammad Sani Yahya Jingir, rimasto indenne nell’attacco perché in preghiera altrove, noto per condannare la violenza e sopravvissuto ad un precedente attentato.
L’intensità delle diverse azioni terroristiche, le modalità di esecuzione, l’assenza in molti casi di rivendicazioni palesi spingono gli specialisti a ritenere che la recrudescenza degli attentati vada ben oltre quella dell’intensificazione attesa nel periodo del Ramadan. Secondo alcuni ci troveremmo dinanzi ad un ulteriore cambiamento di pelle, dopo quello dell’impegno unilaterale a porsi alle dipendenze dell’Is, avvenuto alcuni mesi or sono.
Oggi Boko Haram avrebbe cambiato ulteriormente pelle col nome di Wilayat Gharb Afriqiya (Islamic State of West Africa province), legato forse anche a nuove fonti di approvvigionamento di armi e uomini.

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::autore_::di Giorgio Castore::/autore_:: ::cck::669::/cck::

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