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I partiti e i candidati più assurdi d’America

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Confessiamolo, ad ogni elezione rimaniamo stupiti se non addirittura scandalizzati, da alcune liste che si presentano con programmi, se tali possiamo ancora definirli, assurdi…

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Confessiamolo, ad ogni elezione rimaniamo stupiti se non addirittura scandalizzati, da alcune liste che si presentano con programmi, se tali possiamo ancora definirli, assurdi: abbiamo avuto L’uomo Qualunque, il partito della Bistecca, quello dell’Amore e, addirittura, un comico di Zelig ha dato il proprio nome al Listone Balasso.
Nulla comunque in confronto a partiti come quello della Birra in Russia, in Canada quello dei Rinoceronti o quello dei Marxisti – Lennonisti, nulla a che fare con la sinistra ideologica, ma semplicemente un omaggio al comico Groucho Marx e John Lennon e per finire quello dedicato a Paperino in Svezia.
Ma quando è la più potente nazione del mondo ad avere partiti quanto meno curiosi, allora la questione assume un altro aspetto. In fondo un sogno non si nega a nessuno secondo i principi dei Padri Fondatori, nella Constitution Party. Nel Paese delle opportunità, tutti possono aspirare ad un ruolo, fosse anche quello dell’inquilino della Casa Bianca, ma con le responsabilità che a queste competono.
Certamente sono piccole e a volte piccolissime realtà politiche che non hanno alcuna possibilità di avere un ben che minimo successo, ma per qualche mese attirano sempre la curiosità dei media per il loro quarto d’ora di pubblicità e così ad ogni appuntamento elettorale formalizzano la propria candidatura presso la Federal Election Commission.
Sfogliando l’elenco di questi out sider troviamo il Constitution Party che prende il nome proprio dalla Costituzione americana solo che non c’entra assolutamente nulla con il suo programma ultra conservatore, addirittura si vantano di essere deiPaleo conservatorismo con perfino il simbolo del mammut.
C’è poi chi si è fermato al tempo di George Washington dove il programma elettore si basa sui principi dei Padri Fondatori e dunque sulla Bibbia.
Il loro candidato di punta, il predicatore texano Scott Copeland, vuole abolire l’agenzia delle tasse, rinforzare l’esercito, cancellare l’aborto e liberalizzare a più non posso le armi e, tanto per gradire, deportare tutti i messicani.
Tra i concorrenti del movimento abbiamo un certo Chuck Baldwin fanatico religioso e un punto di riferimento per l’ideologia della supremazia bianca.
Il Libertarian Party è invece per il massimo della libertà, il laissez-faire, dove confluiscono in una grande marmellata programmatica ultra liberisti, pacifisti, anarchici, isolazionisti e antiproibizionisti.
In corsa troviamo anche John McAfee, famoso per il suo antivirus per pc che una volta lasciato il mondo degli affari si è ritirato nel Belize dove però è stato accusato di omicidio ed è subito riparato nei più confortevoli Stati Uniti dove ha già rimediato un arresto per detenzione di armi e ubriachezza.
Un programma centrato esclusivamente sulla libertà dal governo centrale con possibilità di successo molto elevate , almeno a sentir lui. “Mia moglie e i miei consiglieri – ha detto in una intervista – mi hanno confortato in questo, che vincerò. Al 100%”.
Vedremo se hanno la visione del futuro, una qualità che fin d’ora ha dichiarato di avere solo Joy Waymire, una sessantenne per la quale il mondo degli Hippy sembra non essere mai finito.
Si è candidata con un programma ancora da definire, comunque, ispirato dalla sua amica immaginaria “Becky” che lei sola però può vedere essendo una veggente.
Per concludere, ma ce ne sono molti ancora, troviamo Derrick Michael Reid, anch’egli un pretendente alla nomination libertaria.
Si proclama un grande matematico e sostiene, sembra senza prove, molte lauree sia scientifiche che umanistiche. Predica la rinascita della Nazione, caduta vittima di una “democrazia totalitaria” e ciliegina sulla torta, si presenta negli incontri elettorali con la divisa dell’esercito nordista e con un modo di parlare spesso sgrammaticato adducendo però la scusa che la sua vera prima lingua è la matematica.
È il caso di dire che l’America è un grande Paese dove anche personaggi del genere dimostrano la maturità di una vera democrazia, dove ognuno può manifestare le proprie idee assurde quanto si vogliono, senza suscitare scandalo nell’opinione pubblica.

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::autore_::di Antonello Cannarozzo::/autore_:: ::cck::842::/cck::

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