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Ci eravamo appena lamentati dell’eccessivo livello dell’audio nelle proiezioni al cinema, e subito siamo stati accontentati da The Whispering Star di Sion Sono, un film giapponese in cui domina il silenzio.
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Ci eravamo appena lamentati dell’eccessivo livello dell’audio nelle proiezioni al cinema, e subito siamo stati accontentati da The Whispering Star di Sion Sono, un film giapponese in cui domina il silenzio. I pochi dialoghi sono sussurrati e la colonna sonora è minimalista. In una nave spaziale dall’aspetto domestico di una casetta giapponese, una donna androide attraversa in lunghissime tappe l’universo per consegnare pacchi ai pochi essere umani sopravissuti.
Film lentissimo e con una trama ridotta all’osso, The Whispering Star trascina lo spettatore in una atmosfera rarefatta e solitaria di gesti abitudinari, che gradualmente lo coinvolgono influenzando il ritmo emotivo dei pensieri. Un film di contemplazione e meditazione, che trae la sua forza dalla fotografia, rigorosamente in bianco e nero, curata ed estetizzante nei dettagli apparentemente irrilevanti. Il misterioso messaggio del regista giapponese Sion Sono si va gradualmente cristallizzando nell’inconscio dello spettatore, senza mai palesarsi completamente. Molti i riferimenti al destino post catastrofico dell’umanità: gli esterni del film sono girati nelle desolate lande e nelle città abbandonate della regione evacuata di Fukushiama. I pochi superstiti umani sono quasi tutti vecchi e vivono di semplici ricordi di un passato felice.
L’androide donna Yoko Suzuki, interpretata da Megumi Kagurazaka, moglie del regista Sion Sono, si trova in viaggio con l’unica compagnia del computer di bordo, una citazione del computer Hal di Odissea nello Spazio. Yoko registra un suo personale diario di bordo su un vecchio registratore a bobine, dove si interroga sulla natura umana. Come mai gli umani si fanno spedire pacchi da distanze così grandi rinunciando al teletrasporto? Sbirciando all’interno dei pacchi stivati nell’astronave, Yoko scopre che si tratta di oggetti irrilevanti ed inutili alla sopravvivenza dei loro destinatari. Sono piccoli oggetti di nessun valore che ricordano tempi perduti e felici.
Il fatto che i paesaggi dei pianeti lontani siano stati girati nelle zone evacuate di Fukushima, in primo luogo con attori non professionisti che vivono nella zona colpita dal disastro nucleare, rende il tema di memoria e di degrado molto più inquietante. Ma il tocco di The Whispering Star rimane giocoso, divertente, e molto umano. Mentre il suo viaggio la porta sempre più lontano nel nostro universo, la donna androide Yoko si rende conto della sua umanità.
The Whispering Star, ultima fatica del regista cult Sion Sono, è stato presentato a settembre al Festival di Toronto e il 15 ottobre alla Festa del Cinema di Roma. Non sappiamo ancora se verrà distribuito nei cinema.
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::autore_::di Massimo Predieri::/autore_:: ::cck::854::/cck::