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La scomparsa del corallo rosso è legata anche al riscaldamento globale, come evidenzia una ricerca dell’Università Parthenope di Napoli
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La scomparsa del corallo rosso è legata anche al riscaldamento globale, come evidenzia una ricerca dell’Università Parthenope di Napoli
L’entusiasmo e la passione per il mare di Roberto Sandulli sono contagiosi. Con un sorriso accattivate e i capelli brizzolati che gli scendono sbarazzini sulla fronte, Sandulli ci racconta che l’amore per il mare è iniziato da ragazzo, quando suo padre lo portava a fare immersioni sulla costiera amalfitana, una delle più belle al mondo. A questa passione ha dedicato la sua carriera accademica, che lo ha portato quale biologo marino al ruolo di Professore associato di Zoologia presso il Dipartimento di Scienze per l’Ambiente dell’Università di Napoli ‘Parthenope’.
Quando la Fondazione Italiani e Romasymposium gli hanno proposto di partecipare al convegno “Rome2015 Science Symposium on Climate”, Roberto Sandulli ha accolto la proposta con entusiasmo. Al convegno, che si è tenuto alla FAO il 19 e il 20 novembre 2015, ha presentato uno studio sulla moria del corallo rosso nelle acque profonde del golfo di Napoli.
Le informazioni sulla presenza nel golfo di Napoli del prezioso corallo rosso risalgono al Settecento, grazie all’interesse che il corallo già da allora aveva per la lavorazione di ornamenti e gioielli. I ricercatori sono quindi in grado di studiare lo sviluppo dei banchi corallini in un arco di tempo molto lungo.
La rapida scomparsa del corallo nel golfo di Napoli è generalmente ricondotta alla pesca, soprattutto dall’utilizzo di mezzi meccanici molto invasivi come la celebre “Croce di sant’Andrea”, e la pesca a strascico. Il team di ricercatori, basandosi sulle ricerche dell’università di Napoli, ha tuttavia introdotto una novità nelle cause della moria di coralli, riscontrata anche in profondità dove la pesca non arriva: l’aumento della temperatura dell’acqua causata dal cambiamento climatico. Gli scienziati hanno evidenziato una correlazione tra la mortalità del corallo rosso in profondità e l’aumento della temperatura. La scomparsa del prezioso corallo rosso è legata al global warming (riscaldamento della temperatura della Terra), che si è aggiunta alla mortalità derivata da una pesca molto intensa e, spesso, incontrollata.
Riportiamo qui sotto l’abstract in inglese della relazione presentata dal prof. Sandulli:
The red coral populations of the gulfs of Naples and Salerno: global warming and deep mass mortalities.
R. Sandulli, Bavestrello G., Cattaneo-Vietti R., Russo G.F.
Since the 19th and 20th centuries, the presence of deep red coral (Corallium rubrum) banks in the gulfs of Naples and Salerno (South Tyrrhenian Sea, Mediterranean Sea) is well documented due to the heavy coral harvesting by both trawling gears and scuba diving. Recently, in 2010 and 2012, two Remotely Operated Vehicle (ROV) surveys on board of the Research Vessel Astrea (ISPRA), investigated red coral banks in 16 sites, between 45 and 150 m depth. Seven of these banks, in the inner part of the Gulf of Naples, were previously explored in 1918. Healthy populations (densities > 90 colonies m-2) were present only in Ischia and Procida Islands. In the remaining sites of the Gulf of Naples rather low densities (< 5 colonies m-2) or even absence of coral were recorded, and a consistent percentage of dead colonies was observed. This evidence might suggest a considerable state of stress likely due to the hydrodynamic conditions in the Gulf, increasing water temperature and sedimentation rate. Also, documented high fishing pressure might play a role in the hard-bottom communities’ degradation. Recently, a mass mortality episode was recorded along the Amalfi coast, around Li Galli Islands (Gulf of Salerno), at a depth range between 80 and 100 m, where the mortality affected 80% of the largest colonies, estimated to be around 70 years old. A wide range of possible reasons for this mortality have been hypothesised, but possible thermic anomalies inducing an unusual drop of the thermocline along with the formation of turbidity currents, need to be taken into account.
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::autore_::di Massimo Predieri::/autore_:: ::cck::913::/cck::