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In un territorio completamente pianeggiante, sulla riva destra del Po, sorge, in Provincia di Torino, il Comune di Carmagnola.
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In un territorio completamente pianeggiante, sulla riva destra del Po, sorge, in Provincia di Torino, il Comune di Carmagnola. E’ questa una città di 30mila abitanti, composta da borghi e frazioni, molto nota ai marinai per il prodotto che per anni ha costituito la sua vera “ricchezza”: la canapa. Il terreno sabbioso non permetteva la coltivazione del frumento o delle viti e fu deciso allora di sfruttarlo per la coltura della canapa, indispensabile in marina per la fabbricazione delle vele, gomene e cordami. Questa costituì per secoli una fonte inesauribile di agiatezza, fino all’arrivo delle tecnofibre che segnarono una notevole riduzione della richiesta del prodotto e, di conseguenza, del benessere da questo generato.
Carmagnola è una vera “porta” tra Torino e Cuneo e, molte, furono le dinastie che si succedettero al governo della città, fino al 1544, quando i francesi ne presero possesso. Nel 1588 Carlo Emanuele la riconquistò e la riconsegnò ai Savoia che però dovettero cederla di nuovo ai francesi nel ‘600, durante la guerra tra Madamisti e Principisti. (I primi, filo-francesi, appoggiavano la “madame reale”, Maria Cristina, sorella del Re di Francia, Luigi XIII, mentre i principisti, filo-spagnoli, parteggiavano per i fratelli del defunto Tommaso di Savoia, Principe di Carignano). Nel 1630 la peste devastò tre borghi a ridosso delle mura e ne ridusse le difese. Questi allora furono subito ricostruiti a circa un miglio di distanza , dove ancora oggi si trovano. Nelle continue lotte tra francesi e sabaudi, arriviamo al 1799, quando, il generale Frassinet, ordinò la distruzione del borgo Salsazio, i cui abitanti avevano osato ribellarsi all’invasore. Questi furono trucidati o fuggirono disperdendosi.
Nel secondo dopoguerra, il processo di industrializzazione ha generato una profonda trasformazione del territorio, soprattutto per la grande espansione urbanistica dovuta alla massiccia immigrazione che ha prodotto una rapida crescita demografica. La continua richiesta di nuove abitazioni, sta producendo una grande spinta per l’edilizia che sta lentamente invadendo tutta la campagna intorno alla città.
Tra le bellezze artistiche religiose ed istituzionali che vale la pena visitare, troviamo il Castello di Carmagnola (oggi sede del Municipio) edificato nel XII secolo, ma distrutto e ricostruito varie volte; l’Abbazia di Casanova; la Chiesa Collegiata dei Santi Pietro e Paolo; la Chiesa di San Filippo; il Museo Civico di Storia Naturale (uno dei più attivi del Piemonte nella ricerca naturalistica); l’Ecomuseo della Cultura della Lavorazione della Canapa; il Museo Civico Navale.
Se a queste bellezze artistiche uniamo lo “status” di prodotti agroalimentari tradizionali, riconosciuto alla zona di Carmagnola dal Ministero delle Politiche Agricole per i suoi peperoni, il porro lungo dolce ed il coniglio grigio, pensiamo valga la pena fare una sosta in città per verificare la fondatezza di queste meraviglie…
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::autore_::di Luisanna Tuti::/autore_:: ::cck::1160::/cck::