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Mentre l’assordante eco delle esplosioni di Bruxelles ancora sconquassa le menti e gli animi di milioni di europei, sempre più preoccupati per l’offensiva terroristica lanciata dall’IS, un’altra strage, la domenica di Pasqua, ha mietuto vittime innocenti in un parco gioco di Lahore in Pakistan.
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Mentre l’assordante eco delle esplosioni di Bruxelles ancora sconquassa le menti e gli animi di milioni di europei, sempre più preoccupati per l’offensiva terroristica lanciata dall’IS, un’altra strage, la domenica di Pasqua, ha mietuto vittime innocenti in un parco gioco di Lahore in Pakistan.
Il bilancio di questa ennesima carneficina perpetrata da kamikaze talebani è di oltre 80 morti ed oltre 200 feriti, la maggioranza di religione musulmana, anche se l’attentato terroristico era palesemente teso a colpire la comunità cristiana, minoritaria in Pakistan.
Un’offensiva globale delle forze del terrore, impegnate come non mai nella storia recente, ad impedire il “concetto” di società multiculturale, multirazziale e soprattutto multireligiosa. Una sfida antistorica o meglio contro la storia e dunque destinata a perdere in partenza, perché le aggregazioni organizzate degli uomini, cioè le società, sono intrinsecamente luogo di incontro del diverso, magari con diversi gradi di integrazione ma indubbiamente multipolari, dove un polo può esercitare un ruolo predominante ma che, anche suo malgrado, viene permeato dall’influenza dell’altro.
Opporsi a questo significa precipitare in una deriva autocratica destinata ad essere spazzata dalle migrazioni dei popoli e soprattutto dall’ineluttabile fluire delle idee. Sempre più spesso per definire il concetto stesso di “califfato” si usa il termine medievale, come a rimandare ad un concetto di società dove ferree regole regolavano la vita di tutti i membri senza spazio per eventuali influssi esterni. Niente di più errato, dalla notte dei tempi infatti le aggregazioni degli uomini si sono nutrite di idee ed innovazioni provenienti dall’esterno e dal rapporto con l’altro.
Egiziani ed Ittiti seppur nemici hanno mutuato insieme tecniche di scrittura e modalità di coltivazione. Cinesi ed europei hanno scambiato merci preziose contaminandosi vicendevolmente. E poi che dire dei grandi imperi che hanno dominato porzioni sterminate di territorio, dall’immenso impero romano allo sconfinato regno dei mongoli di Gengis Khan: esempi più che mai attuali di aggregazioni multirazziali che, seppur feroci, miravano ad integrare e non ad escludere.
Purtroppo però quest’epoca sembra aver dimenticato la lezione della storia, con squallidi personaggi che inneggiano alla chiusura, alla censura, ad alzare muri e fili spinati, a spazzare via luoghi di culto altrui e ad impedire addirittura la diffusione di locali commerciali dove si vende la mercanzia del diverso, kebab od alcool che sia.
Un suicidio morale e culturale che ha bisogno del massimo sforzo di tutti affinché si riaffermino le imprescindibili regole della convivenza, a cui tutti noi esseri umani siamo inevitabilmente ed intrinsecamente consegnati.
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::autore_::di Diego Grazioli::/autore_:: ::cck::1168::/cck::