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Quando nel 1986 Adrian Lyne pensò di far realizzare a Kim Basinger – nel famoso film “9 settimane e 1/2” – quella magnifica scena di seduzione in sottoveste di seta grigia, non avrebbe mai pensato di rilanciare una moda che si andava perdendo: la lingerie intima.
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Quando nel 1986 Adrian Lyne pensò di far realizzare a Kim Basinger – nel famoso film “9 settimane e 1/2” – quella magnifica scena di seduzione in sottoveste di seta grigia, non avrebbe mai pensato di rilanciare una moda che si andava perdendo: la lingerie intima.
Prima ci avevano già provato la stupenda Elizabeth Taylor, nel film “La gatta sul tetto che scotta” (1958), usando tutte le sue armi di seduzione per conquistare il giovane Paul Newman e, successivamente, la nostra Sophia Loren che, nel 1963, con il film “Ieri, oggi e domani”, induceva in tentazione l’innamorato Marcello Mastroianni.
In tempi ormai remoti, la sottoveste era un “capo” irrinunciabile del corredo di una promessa sposa. La famiglie più ricche ne facevano confezionare e ricamare da mani esperte, vari tipi e modelli per le loro figliole da marito: di seta, di puro cotone, con pizzi all’uncinetto lavorati su ordinazione, rosa, celesti, bianche, lunghe fino ai piedi per gli abiti da sera e fino alle caviglie per quelli da passeggio. Le spalline erano normalmente larghe un palmo poiché dovevano coprire la spalla e le scollature molto pudiche fino all’inizio del seno.
Con il passare del tempo le spalline si sono assottigliate e le lunghezze accorciate. I pizzi sono diventati di serie ed i colori si sono più o meno ridotti al nero e al bianco. Con il trascorrere degli anni, la sottoveste è divenuta un “optional” da indossare soprattutto in casa, come elemento di seduzione per il proprio compagno, poiché, la maggior parte degli uomini sembra apprezzare molto la propria donna in tacchi alti, calze autoreggenti e sottovesti trasparenti. Così, per piacere al proprio uomo, le signore si sono piacevolmente trasformate in “maghe ammaliatrici” usando come arma di conquista, proprio questo capo di abbigliamento.
Ormai non esiste più confine tra notte e giorno. Abbiamo iniziato con il famoso “pigiama palazzo”, un completo che ha fatto epoca portando in strada quello che un tempo sarebbe servito solo in casa per sfaccendare con praticità o andare a letto; la vestaglia a fiori modello “geisha”; la liseuse di lana nera ornata di merletti. Ormai l’abbigliamento “da camera” è uscito dalle mura domestiche. Il guardaroba femminile è un fluido scorrere di tessuti che seducono già al tatto, fasciando come drappi i corpi delle donne in fluttuanti abitini o in ampie tuniche colorate. Ormai i modelli sembrano studiati dagli stilisti per permettere alle donne che lavorano in casa di decidere in un momento se uscire o mettersi a letto, donne forse poco inclini alla eccessiva banalità della sola seduzione, ma conquistate dalla pratica comodità unita al fascino del bello. Sempre più spesso ci capita di incontrare signore in tailleur, dalle cui scollature occhieggiano pizzi, tulle, raso, fiocchetti finto-ingenui, quasi silenziosi inviti a voler scoprire quali segreti si nascondano sotto quegli austeri abiti di taglio maschile.
“La sensualità è una forma di potere e la lingerie aiuta a raggiungerla, ma mai prendersi troppo sul serio”, afferma con responsabile convinzione la bellissima modella-attrice statunitense Carmen Electra.
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::autore_::di Luisanna Tuti::/autore_:: ::cck::1191::/cck::