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E’ morta ad Orlando, in Florida, all’età di ventidue anni, Christina Grimmie, cantante americana di origini italiane divenuta famosa per aver partecipato a The Voice USA. A procurarle la morte, dei colpi di pistola inflittile da un killer ventisettenne suicidatosi subito dopo l’omicidio.
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Siamo sinceri. Di lei non ne avevamo mai sentito parlare prima. E ci dispiace di questo, perché come sempre accade nel nostro paese, le voci che meritano non arrivano, si fermano al confine con la Svizzera. Nel nostro paese arrivano soltanto bizzarri tormentoni estivi o progetti discografici costruiti ad hoc per i quali si spendono centinaia di migliaia di euro (o dollari). Ma ci dispiace ancor più sapere che dovremo accontentarci di scoprire il talento di questa giovane cantante attraverso le sue vecchie pubblicazioni, ché di nuove, ahinoi, non ce ne saranno più. E forse sapete già il perché. Christina Grimmie è morta. È morta a 22 anni. E non per un male incurabile – quello, in fondo, lo accetteremmo anche; no, è morta perché uno psicopatico ha deciso di toglierle la vita puntandole addosso una pistola alla fine di un concerto.
Christina si stava semplicemente concedendo ai suoi fan, firmando degli autografi, quando i proiettili l’hanno raggiunta. Inutili i tentativi di soccorso: è morta in ospedale per le gravi ferite riportate. Al momento dell’omicidio, secondo quanto riferito dalla Nbc, erano presenti circa 60 persone, nessuna delle quali rimasta ferita.
Il fratello della vittima ha cercato di rincorrere l’assassino, ma invano, perché questi si è procurato lui stesso la morte, puntandosi l’arma da fuoco contro. Ed è un grosso peccato per noi, credetemi. Non per lui, certamente. Ma perché adesso conosceremmo il vero movente che ha spinto questo ventisettenne di Pittsburgh, Kevin James Loibl, a compiere un gesto tanto orribile e avremmo la possibilità di vederlo marcire in galera dietro le sbarre di una cella.
Anche perché, diciamocelo, in America è diverso. In America gli assassini vengono puniti per davvero. L’America non finge, fa sul serio. E non lo diciamo tanto per; siamo convinti che, almeno per certi aspetti, andrebbe presa d’esempio sul piano legislativo.
Secondo il capo della polizia, John Mina, sarebbero almeno quattro i colpi che hanno raggiunto la cantante. Ma fossero pure cinque, sei, sette, non cambia molto. Resta il fatto che una ragazza di talento, appena ventiduenne, sia stata uccisa dopo un concerto. E, cosa ancor più grave, non se ne conosce il motivo.
Christina Grimmie aveva raggiunto la popolarità attraverso un canale YouTube all’interno del quale pubblicava video in cui rivisitava cover di successo di artisti come Demi Lovato, Miley Cyrus, Paramore. In brevissimo tempo aveva ottenuto milioni di visualizzazioni al punto da piazzarsi seconda nella classifica MyYouTube, dietro Selena Gomez e avanti a gente del calibro di Rihanna, Nicki Minaj e Justin Bieber.
Nel 2011 aveva pubblicato il suo primo EP, Find me; due anni più tardi il suo secondo album With Love.
La svolta però risale al 2014, quando partecipa come concorrente alla sesta edizione di The Voice USA. Si presentò alle Blind proprio con un brano di Miley Cyrus, Wrecking Ball, lasciando spiazzati tutti e quattro i giudici del programma che si girarono all’unisono. La scelta di Christina ricadde su Adam Lavine.
Dopo la fortunata parentesi televisiva – valsale un terzo posto – aveva pubblicato un nuovo album, Cliché, ed iniziato una serie di concerti in giro per il paese. Ultimo dei quali ad Orlando, in Florida, costatole la vita.
Straziante la nota della sua agente: “Ѐ con il cuore colmo di dolore che confermiamo che Christina è tornata alla casa del Padre. Chiediamo il rispetto della privacy della sua famiglia e dei suoi amici in questo momento di lutto”.
L’ultimo video tweet di Christina risale a poche ore prima dell’inizio del concerto quando invitava i suoi numerosissimi fans ad assistere allo spettacolo al Plaza Live Theater.
Ed è proprio su Twitter che impazzano i messaggi di sconcerto dei tanti che hanno appreso la notizia. Nell’arco di poche ore #RipChristina è entrato tra i trend topic mondiali.
È giusto morire così giovani durante un momento di festa come la fine di un concerto? Certamente la risposta è no. Ma sembra che di giusto, ormai, sia rimasto ben poco in questo mondo. Resta lo sconforto e l’avvilimento persino da parte di chi è chiamato a scrivere di cultura e di spettacolo: ci aspetteremmo, a differenza della cronaca, di affrontare notizie piacevoli, spensierate; raccontare di mostre, eventi, televisione. Non è un caso se nel giornalismo britannico e americano, le nostre, vengano definite soft news. L’obiettivo è proprio questo: smorzare il clima greve del primo sfoglio. Ma a quanto pare non è così.
Nel 2016 anche un concerto può trasformarsi in una tragedia.
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::autore_::di Francesco Curci::/autore_:: ::cck::1357::/cck::