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Alexander non poteva credere che fosse vero quello che gli stava capitando. Va bene che era stato definito un uomo perfetto.
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Alexander non poteva credere che fosse vero quello che gli stava capitando. Va bene che era stato definito un uomo perfetto. Ma era successo tanto tempo fa, quasi 40 anni prima, e la definizione non era scevra da risvolti ironici, quando in una festa durante la quale si era bevuto molto, ma molto, avevano improvvisato un concorso di bellezza sia femminile che maschile, e lui aveva sbaragliata la concorrenza di gran lunga fino ad essere proclamato vincitore e addirittura definito perfetto.
Ma da allora erano passati tanti anni ed una serie ininterrotta di sconfitte. Gli studi universitari abbandonati, così come lo era sistematicamente dalle ragazze appena queste lo conoscevano bene. Tranne da una che aveva sposato velocemente e dalla quale altrettanto rapidamente si era separato.
Per non parlare delle esperienze di lavoro che aveva dovuto intraprendere visto che il padre gli aveva tagliato definitivamente i viveri. Aveva iniziato con una cosa che gli sembrava rivoluzionaria: un Wurstelstand per cani.
Sull’onda animalista, si disse, ci saranno sempre più cani in giro, visto che l’età della popolazione aumenta inesorabilmente e più pensionati porteranno a spasso nei parchi i fedeli compagni di vita, ma soprattutto di vecchiaia.
Dopo un lungo lavoro burocratico, comprò un carretto semovente con tanto di vasca bollente per i würstel, ci attaccò dei grandi palloncini aerei con facce di cani dipinte e iniziò la sua prima intrapresa.
All’inizio, con sua grande sorpresa, fu un discreto successo. I vecchietti che sul lungo fiume passeggiavano con i fedeli compagni si fermavano volentieri per ricambiare l’affetto delle povere bestiole con un wurstel caldo. Oddio, si lavorava quel tanto per andare avanti, non per diventare ricco, anzi ne usciva solo con le spese o poco più. Fin quando non arrivò in città il circo Bernoulli.
Questo era famoso per le acrobazie che faceva fare ai suoi animali, di tutte le razze, cammelli, elefanti, orsi, volpi e anche cani. La mattina prima dello spettacolo, il Bernoulli faceva fare una passeggiata alle sue bestie, ma non poteva ovviamente, trovandosi in Tirolo, portare a spasso i cammelli e gli elefanti, si decise per gli orsi ed i cani. E così, dopo aver fatto un giro in città per ovvi motivi pubblicitari, si avviò sul lungofiume, dove appunto svolgeva la sua attività Alexander.
Già da lontano i cani cominciarono ad abbaiare e gli orsi ad alzarsi sulle zampe posteriori.
Bernoulli non sapeva a cosa fosse dovuta questa eccitazione, poi, non appena vide i palloncini in aria, capì; ma era ormai troppo tardi, e in quello stesso momento tutta la muta di orsi e cani cominciò una corsa forsennata verso il würstelstand.
Alexander non ebbe nemmeno il tempo di capire cosa stesse succedendo che gli orsi ed i cani avevano rovesciato il suo carretto e stavano divorando tutti i würstel, non solo quelli già cotti ma anche tutta la riserva.
Il cagnolino più piccolo, dopo aver ingoiato voracemente un würstel da una busta alla quale erano attaccati i palloncini, venne da questi sollevato in aria e trasportato dal vento in cima al campanile della vicina cattedrale.
Solo l’intervento del Signore, sotto le sembianze dei vigili del fuoco, salvò il barboncino. Alexander da parte sua si salvò da quella furia solo perché si diede ad una fuga precipitosa.
Inutile dire che, passato lo spavento, non volle più avere a che fare con qualsiasi tipo di animale.
La seconda intrapresa fu quella della macchinetta da caffè trasparente. Aveva, anni addietro, partecipato ad una cena alla fine della quale avevano servito un ConaCoffee. Questo era composto da due sfere sovrapposte e comunicanti di cristallo, dove sotto c’era l’acqua e sopra il caffè. Si metteva tutto sul fuoco e, quando l’acqua bolliva, si mescolava alla polvere di caffè e ne veniva fuori un caffè turco modificato, ma eccellente.
Su questa idea brevettò una mokaexpress trasparente in plexiglas. Era molto emozionato quando la mise sul fuoco per la prima volta. All’inizio andava tutto bene, l’acqua aumentava di temperatura e cominciava lentamente a bollire, poi successe che il filtro che conteneva il caffè, anch’esso in plexiglas, fuse e isolò completamente la parte di sotto da quella di sopra. Alexander si accorse che qualcosa non andava e si avvicinò per chiudere il gas, ma non fece in tempo. La macchinetta, nella quale non aveva inserito una valvola di sicurezza, esplose ed il beccuccio che lui aveva disegnato gli entrò nel naso e uscì sotto l’occhio sinistro. Inutile raccontare le conseguenze, di ogni tipo, che seguirono.
Il Corsaro Nero era certamente più bello. Non era ormai più il perfect man di una volta, anzi. Ma lui aveva la testa dura e, grazie ad una eredità ricevuta da una vecchia nonna, che non sapeva nemmeno di avere, comprò una rivendita di giornali a Fiennes, alta Val Pusteria. Ottima posizione, centrale in piazza, ma di soli 4 metri quadri. Lui non si scoraggiò, ed iniziò la sua attività. Dopo i giornali e le riviste iniziò anche con i libri, non quelli seri ma quelli tipo romanzo rosa. Poi i giocattoli. Poi i grembiuli tipici della zona, i cappelli, le magliette, i lederhose, i bastoni da montagna, lanterne di legno, creme e unguenti, insomma di tutto. Lo spazio interno però era così piccolo che poteva entrare una persona alla volta e c’era una fila interminabile fuori che attendeva paziente pur di entrare.
Alexander era contento, ma anche incredulo e si diceva: ma che sia la volta buona?
Ma non credeva ad un’altra cosa che gli stava capitando. E cioè questo: le donne sembravano aver ritrovato interesse per lui.
Erika e Marika infatti facevano la coda ogni giorno per entrare, scambiare qualche occhiata birichina e non comprare nulla. Lui rispondeva a questi sguardi cercando di aprire la palpebra offesa sotto la benda che la copriva, ma ciò non faceva che peggiorare la situazione perché il mezzo naso rimasto deviava dalla sua posizione cercando l’altra metà che non c’era più.
Non sapeva quindi spiegarsi l’interesse delle due ucraine che, non contente di questo si invitavano a bere qualcosa con lui al bar vicino, facendogli balenare possibilità di fidanzamento o addirittura matrimonio.
Figurarsi che voglia aveva lui di matrimonio, visto che proprio alcuni mesi prima aveva dovuto affrontare le spese per il funerale della sua prima e unica moglie dalla quale si era separato anni addietro, ma non avendo completato la separazione con il divorzio, alla morte di lei, visto che non aveva altri parenti prossimi, aveva dovuto spendere 3500 euro per il trasporto ed il funerale e altri 4500 per la tomba al cimitero.
Ma era molto tempo ormai che non toccava una donna ed il solo pensiero lo eccitava fortemente. Ma lui aveva giurato di non coltivare più nessuna relazione seria con una donna viste le esperienze precedenti. Con una no, si disse, ma con due e per di più in contemporanea, la cosa può essere diversa, pensò lui, eccitato dall’idea. E cedette alle lusinghe venute dall’Est.
Ma tutto ha un prezzo, e lui che non voleva ormai rinunciare ad averle dovette pagarlo.
Il Matrimonio!
E fu così che, ottenuto il permesso dalla Sacra Rota Unita, dalle autorità religiose musulmane della Moschea più vicina, convolò a nozze contemporaneamente con Erika e Marika. Naturalmente fu tanto grande la notizia di quelle nozze eccezionali che anche i giornali ne parlarono e iniziò un dibattito nazionale.
Teologi, religiosi, giuristi e, naturalmente, politici parlarono per giorni e giorni, contenti di avere un argomento inoffensivo di cui occuparsi, felici di non dover affrontare quelli veri di cui tutti conoscevano la soluzione e che nessuno di loro aveva il coraggio di dire a voce alta.
Intanto la coda davanti al suo negozio si allungava sempre di più, tanto che decisero di mettere una di quelle macchinette dove si prendeva il numero della prenotazione.
A dire il vero Alexander era stupito da tutto questo che gli accadeva e si rendeva conto che non poteva andare avanti così per molto. Anche perché la sua casa era altrettanto piccola come il negozio e vi poteva entrare una moglie alla volta.
Non che questo gli dispiacesse molto, avere una moglie giovane alla sua età era già faticosa; lo era anche di più visto che loro due si davano il cambio a giorni alterni e lui non aveva pause. Immaginiamoci poi cosa avrebbe significato fronteggiarle insieme tutti i giorni. Inoltre doveva risolvere il problema della moglie che non poteva ospitare e di cui non sapeva dove passasse la notte. Non sapendo cosa fare per risolvere questo problema si decise a chiedere aiuto a Lui ed andò in Chiesa.
Lì predicava Don Reginald il quale in fatto di donne era un esperto e, avendo lui celebrato il suo matrimonio, gli poteva essere di aiuto.
− Ma certamente! − gli disse subito Don Reginald, che aveva già adocchiato sia Marika che Erika, non sapendo quale delle due gli piacesse di più. − Potrei ospitarle io a turno nella Canonica, basta che mi aiutino nelle cose della Parrocchia; sai non dobbiamo dare adito a sospetti − disse.
Alexander ringraziò la Chiesa per l’aiuto ricevuto ed accettò.
Naturalmente, tempo 9 mesi, e nacquero due bellissime bambine, due creature divine, al solo guardarle ti venivano le lacrime agli occhi per tanta perfezione.
− Ed ora cosa facciamo? − si chiesero Alexander e Don Reginald.
Ancora una volta venne in loro aiuto la Chiesa sotto le forme di MariaRegina di Castelrotto.
Era questa una suora devota che gestiva un orfanotrofio tanto famoso che aveva un solo problema: non riusciva a soddisfare, contrariamente agli altri istituti del genere, tutte le richieste di adozione che riceveva e girava continuamente la sua terra per trovare dei bambini da adottare.
Miracolo! Pensarono guardandosi negli occhi i padri ed accettarono l’offerta.
E da allora, in quel lontano paese della Val Pusteria, come per apparizioni a Medjugorje, ogni 9 mesi si ripeteva lo stesso miracolo della nascita di due bellissime bambine.
Creature quasi divine…
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::autore_::di Mario Attanasio::/autore_:: ::cck::1392::/cck::