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Papa Francesco in appena tre anni di pontificato ha rinnovato totalmente la Chiesa dalla dottrina alla pastorale tanto che le novità apportate dal suo predecessore…
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Papa Francesco in appena tre anni di pontificato ha rinnovato totalmente la Chiesa dalla dottrina alla pastorale tanto che le novità apportate dal suo predecessore, Giovanni Paolo II, al suo confronto sembrano risalenti al Concilio, ma quello di Trento.
È certamente un papa a 360° che non teme di dire ciò che pensa, dimenticando a volte, secondo i suoi detrattori, che è il capo della Chiesa e ciò che dice, fa o afferma è pur sempre la parola del Vicario di Cristo, ma lui non ci bada, è uno che piace alla gente e, per usare una espressione cara ai media, “buca lo schermo“.
Recentemente, con il suo fare aperto e dialogante, si è intrattenuto senza filtri con i giornalisti al seguito del suo recente viaggio in Armenia spaziando sulla politica internazionale, sulla Brexit, sull’incidente con il governo di Ankara in merito al genocidio del popolo armeno e come ormai vuole una certa prassi consolidata nel tempo, ha chiesto scusa: “Io credo – afferma il papa – che la Chiesa non solo deve chiedere scusa ai gay, ma deve chiedere perdono anche ai poveri, alle donne stuprate, ai bambini sfruttati nel lavoro, deve chiedere scusa di aver benedetto tante armi. I cristiani devono chiedere perdono per aver accompagnato tante scelte sbagliate”, in pratica una Chiesa che ha fatto solo del male in duemila anni di storia così bisogna capire anche quelli che l’hanno combattuta tanto da affermare che in fondo Martin Lutero: “Era un riformatore, aveva buone intenzioni”.
Il riferimento a Lutero è stato fatto in merito al suo prossimo viaggio nella città di Lund in Svezia ad ottobre per i cinquecento anni della Riforma protestante, dove proprio la città svedese fu tra le prime, non senza conflitti, ad abbracciare la nuova dottrina di Lutero.
Lund, infatti, è una città particolare per i cattolici, venire in questa città dovrebbe essere una specie pellegrinaggio come se ci si recasse ad Auschwitz perché, come in molti altri centri scandinavi e non solo, coloro che non volevano accettare la nuova fede luterana furono massacrati, si parla di alcune migliaia, dal re Gustavo I Wasa nel XVI secolo.
Negli anni, nonostante il pericolo, tali sommosse nei confronti della Riforma proseguirono tanto che i successori di re Gustavo furono costretti ad accettare che restassero almeno aperti alcuni santuari mariani anche se sconsacrati. A Lund, invece, tutte le chiese furono rase al suolo, tranne la cattedrale, spogliata però di ogni decorazione, secondo l’uso protestante.
Molti critici si chiedono che cosa ci sia allora da commemorare in Svezia per un cattolico, e, non senza malizia, si domandano anche se il papa si ricorderà di quei cattolici svedesi morti per la loro fedeltà a Roma o per il politically correct li ignorerà evitando così polemiche con i suoi ospiti? Intanto, si è detto in questi giorni, anche in maniera assai superficiale, che ai tempi di Lutero la Chiesa era profondamente corrotta e che i Papi con i loro comportamenti dissoluti avevano finito con il negare di fatto la loro santa missione. Ciò che da sempre si è contestato a Lutero è se la sua condanna era verso la moralità degli uomini di Chiesa perché non si comportò come san Francesco il quale ne denunciò certamente i mali, ma rimanendo fedele alla dottrina e non creando uno scisma.
Lutero, invece, bisogna pur ricordarlo, prese avvio da questo per stravolgere la fede fino ad allora osservata, togliendo i sacramenti dalla confessione all’eucarestia, lasciando solo il battesimo, asserire che la Messa cattolica era solo un obbrobrio, una blasfemia e cancellando la figura di Maria e dei santi, che il papa era un usurpatore, senza citare lo stravolgimento della dottrina, le persecuzioni e le guerre.
Ciò nonostante per i fautori di Bergoglio questo viaggio può segnare finalmente, dopo secoli di guerre fra cattolici e protestanti, un’occasione favorevole per un incontro e un ritrovato dialogo fra le due chiese, pur tra tante difficoltà.
Leggendo, però, in questi giorni le posizioni di molti rappresentati delle varie chiese riformate, al di la delle parole di cortesia, ulteriori passi avanti nel dialogo tra le due chiese al momento sembra impossibile, mentre nella Chiesa cattolica si comincia a ritenere che la partecipazione del Papa a queste commemorazioni della Riforma possa trasformarsi in una pericolosa “riabilitazione” di Lutero che rischia così di riconoscere di fatto, al di la dei tanti distinguo, che il ‘monaco ribelle di Eisleben’ in fondo aveva ragione nella sua opera di distruzione della cattolicità.
Se così fosse, sarebbe un triste risultato!
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::autore_::di Antonello Cannarozzo::/autore_:: ::cck::1402::/cck::