E’ sempre più complesso, con l’avvicinarsi della data del referendum sulla riforma costituzionale, riuscire a districarsi tra le dichiarazioni, le affermazioni, gli attacchi, le critiche, i veri e propri anatemi che vengono lanciati, soprattutto dal fronte del no, verso gli avversari.
E’ sempre più complesso, con l’avvicinarsi della data del referendum sulla riforma costituzionale, riuscire a districarsi tra le dichiarazioni, le affermazioni, gli attacchi, le critiche, i veri e propri anatemi che vengono lanciati, soprattutto dal fronte del no, verso gli avversari. Solo che in questo campo non dovrebbero esserci fronti contrapposti o avversari, ma soltanto persone che cercano di chiarire agli italiani su cosa sono chiamati ad esprimersi. Invece, a parte formulette retoriche, annunci di catastrofi e frasi fatte, di tutto si parla fuorché del referendum.
Ad attirare l’attenzione sono due fatti in apparenza lontani tra loro ma che stranamente germinano entrambi da quel crogiuolo di criticità che sembra essere divenuta la capitale. Andiamo con ordine. Da un lato abbiamo l’assoluzione dell’ex sindaco Ignazio Marino per la vicenda degli scontrini (per i quali i 5Stelle romani chiesero le dimissioni e manifestarono rumorosamente per settimane), dall’altro la sindaca Raggi che partecipando alle elezioni per la città metropolitana, invece di presentarsi – in senso figurato – come prima cittadina della capitale, si è invece presentata con le insegne del movimento!
L’ex primo cittadino – al quale come cittadino assolto pienamente da accuse non può che andare la simpatia personale – ha reagito alla lieta novella attaccando premier e Pd in primis, ma soprattutto annunciando in modo stentoreo il suo schierarsi per il no al referendum, forse prefigurando futuri impegni. Dal canto suo, la prima cittadina, che non ha ancora sciolto diverse delle questioni sollevate dalle sue scelte in questi mesi, si è fatta paladina della possibile uscita degli amministratori pentastellati, dall’Anci, l’Associazione dei Comuni Italiani, prefigurando nuovi enti di rappresentanza (in questo caso partitica) per le realtà municipali nazionali.
Due occasioni quasi contemporanee che consentono di misurare il livello di alterazione febbrile del nostro paese (attraverso la lente di analisi della capitale) ma soprattutto di constatare come ormai stia affermandosi uno sport delirante come quello di “prendere fischi …. per fiaschi”! Ossia di sbagliarsi grossolanamente, confondendo tra loro cose completamente diverse.
E’ difficile infatti dare coerenza ed equilibrio alle dichiarazioni di Marino considerando il contesto nel quale la sua assoluzione è avvenuta: cioè una vicenda che riguardava il periodo nel quale è stato alla guida della città. Senza alcun intento di riaprire diatribe sul suo operato amministrativo, ma solo badando a quanto appena detto, appare arduo immaginare un errore. Dunque si tratta di un’uscita voluta e fatta alla nuora perché ad intendere sia la suocera come recita l’antico detto! Soltanto che è apparsa più come una reazione ancorché comprensibile umanamente, politicamente inutile, fuorviante e degna di miglior causa! Senza contare l’ambizione di dire qualcosa di eclatante, ma da semplice cittadino, usurpando così la ribalta a tutti i cittadini romani che lui stesso ha amministrato e che dovranno attendere il 4 dicembre per dire la loro!
Senza alcun nesso con il momento, ma utilizzando una ribalta mediatica per dire qualcosa che allontani l’attenzione dall’attuale inanità del suo mandato, l’uscita della Raggi. Immaginare di mettersi a capo degli amministratori grillini fuori dall’Anci sembra più prefigurare una via d’uscita personale futura dalle attuali secche che dare risposte ai cittadini della realtà metropolitana nella quale la capitale fa la parte del leone! E dunque sarebbe forse stato utile parlare di qualcosa di collegato e non scambiare dunque fischi per fiaschi! Anche qui siamo alla dissociazione dalla realtà!
Un scenario deprimente ed anche triste. Che si ripete anche guardandosi intorno. In Forza Italia dove i fischi, cioè le uscite di personaggi come Brunetta, sono in rotta di collisione con le indicazioni – i fiaschi – che dà Parisi investito da Berlusconi per cercare di rifederare il centro destra. O ancora, Salvini che immagina invece di ricostruire un’alleanza di centrodestra di veleggiare in Europa, con i Farage o gli Orban, fuori e dentro l’Unione Europea.
E come non provare sgomento guardando la Sinistra Italiana dove qualcuno parla ancora di Che Guevara e non in senso storico, di ricostruzione del partito comunista, il tutto intessuto di coloriture ambientaliste d’antan, senza però un vero progetto coerente e comprensibile.
Last but non least, il Pd. Dove i fischi sono divenuti così assordanti da far perdere di vista i fiaschi, per rimanere nell’immagine. Dove la minoranza, che tale rimane in ogni riunione della Direzione continua a pencolare nella ricerca dell’occasione o per andarsene o per riprendere il controllo del partito. In entrambi i casi sembra di esser davanti a pie illusioni! Intanto, il premier continua per la sua strada, afferma disponibilità a trattare sui temi controversi ma vuole che siano gli altri a fare la prima mossa.
Toccherà allora ai cittadini italiani cercare di riportare un po’ di senso compiuto e sciogliere l’interrogativo che sembra attanagliare tutti, rimettendo davanti alla politica il senso vero delle cose, il valore dell’opinione della nazione su temi da tutti ritenuti fondamentali ed importanti. E soprattutto superare la confusione e l’incapacità di capire o di parlare di cose tra loro coerenti! Speriamo bene!
di Roberto Mostarda