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Giovani e brillanti architetti siciliani hanno pensato ad un progetto di rigenerazione urbana, culturale e sociale per la loro piccola città: Enna. Facendo al centro dell’isola un vero e proprio laboratorio a cielo aperto.
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Da tanti anni ormai migliaia di giovani, quasi tutti laureati, con un titolo di studio o alte capacità professionale lasciano l’Italia in cerca di fortuna all’estero. Un enorme capitale di conoscenza che sprechiamo senza neanche accorgerci che in questo modo la nazione non avrà più futuro.
In questo ambito è interessante una piccola notizia ma di grande significato che solo la distrazione dell’informazione non ci fa comprendere che potrebbe diventare uno spiraglio di fiducia per il nostro futuro.
Alcuni giovani e brillanti architetti siciliani, Francesco Mingrino, Angelo Lo Nigro, Stefano Sallemi e Antonino Lombardo, con prospettive importanti per il loro avvenire sia in Italia che all’estero, hanno pensato ad un progetto di rigenerazione urbana, culturale e sociale per la loro piccola città, Enna, incoraggiati dal loro professore: l’architetto Fabio Naselli. Uno degli intenti è dare un nuovo slancio al territorio nonostante sia una realtà socio-economica ancora lontana dai grandi eventi del Paese.
Tuttavia questa cittadina rimane ancora un’“isola” felice dove alla bellezza del territorio, all’arte, ai numerosi siti archeologici e alle tante ricchezze enogastronomiche bisogna aggiungere che da alcuni anni si è inserita con successo come polo universitario, grazie all’Università degli Studi di Enna Kore che ne fanno un vero unicum; con la determinazione di diventare un centro di attrazione culturale e turistica.
Se il mare della Sicilia è stupendo non sono da meno i paesaggi interni, con panorami mozzafiato e iniziative come quella sopra citata. In questo contesto, bisogna ancora aggiungere l’antico sapere di un artigianato di grande valore, ancora presente nella provincia e tutto da esplorare. Una ricchezza importante della quale i nostri giovani architetti ne hanno subito colto l’importanza.
L’iniziativa si concentra in un workshop che si tiene fino al 20 Dicembre, avviando un confronto tra architetti, artigiani e le forze vive e culturali della città; con la creazione di progetti che coinvolgono anche l’intera Enna.
Dopo anni di emarginazione abbiamo il risveglio della città e sarebbe un peccato politico oltre che economico sottovalutarlo, visto l’appoggio dell’amministrazione comunale, dell’Università e dell’Ente per il Diritto allo Studio al di là di un cospicuo parterre di partner sia pubblici che privati. Insomma, al centro dell’isola abbiamo un vero e proprio laboratorio a cielo aperto.
Il progetto riproposto nella sua seconda edizione, grazie ai fondi della Regione Sicilia, intende, oltre al confronto di idee, proseguire un momento di formazione qualificata e pratica innovativa. I destinatari sono i giovani studenti intraprendendo con loro l’avvio di nuove azioni in alcune aree e la riqualificazione di alcuni spazi urbani attraverso l’installazione di oggetti di design urbano che saranno inseriti all’interno delle aree prescelte, dopo che saranno progettati nel workshop e realizzati dagli artigiani partner del progetto. Tutto ciò nell’interesse dell’intera comunità cittadina, proseguendo quanto iniziato con la prima edizione del workshop nel 2012 e con le successive due edizioni di una Winter School internazionale, la KIWiS I e II, svoltesi nel 2015 e 2016. Chi ne ha giovato maggiorente di questa iniziativa sono soprattutto gli spazi urbani degradati e abbandonati, che hanno trovato forse per la prima volta un progetto concreto per uscire da un antico abbandono.
Non solo progetti di riqualificazione urbanistica, ma anche attraverso l’istallazione temporanea o permanente di opere di design con uno stimolo creativo del tessuto artigianale locale coinvolto con l’individuazione di nuovi network locali o regionali. Le attività previste con l’ausilio di professionisti saranno: preparazione grafica e tecnica, progettualizzazione artigianale locale con l’installazione delle opere prodotte negli spazi urbani prescelti con la relativa esposizione.
Un’esperienza da prendere come spunto anche per altre città molto più avanzate ma che tuttavia lasciano spesso ai margini le loro periferie, mentre, grazie invece a questa proposta, i giovani ennesi hanno tanto da offrire con questa esperienza.
È utile ricordare che questa iniziativa non è una semplice performance estemporanea, come tante iniziative giovanili, ma è un vero piano di lavoro dai contenuti seri e di grande respiro culturale tanto da avere ricevuto un finanziamento dalla Regione Sicilia e dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Per dimostrare l’interesse che ormai ha valicato i confini dell’isola insieme a oltre trenta testimonial abbiamo anche Giuseppe Cappochin, Presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti, e Arturo dell’Acqua Bellavitis, Presidente della Fondazione del Museo del design della Triennale di Milano, come relatori del convegno inaugurale rispettivamente del 14 e di quello conclusivo del 20 Dicembre. Inoltre vi saranno Fabio Naselli, direttore scientifico dello IEREK EU già docente di Urbanistica presso l’Università Kore, Claudio Gambardella, professore di Disegno Industriale presso l’Università della Campania, e il designer Luigi Patitucci, storico e critico del design. Chissà, se fra qualche tempo vedremo per le strade della città anche ricercatori del mitico Mit, Massachusetts Institute of Technology.
Enna in pochi anni ci ha abituato anche a queste sorprese.
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::autore_::di Amedeo Feliciani::/autore_:: ::cck::1733::/cck::