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Bruxelles in 24 ore

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Bruxelles vista dalla Mont des Arts. Crediti foto Pixabay
Capitale del Belgio ma anche capitale amministrativa e cuore simbolico dell’Unione Europea, Bruxelles è una città multiculturale, giovane, burocratica e sfaccettata, con tanto da offrire e perfetta per un weekend.

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Capitale del Belgio ma anche capitale amministrativa e cuore simbolico dell’Unione Europea, Bruxelles è una città multiculturale, giovane, burocratica e sfaccettata, costruita sui contrasti culturali interni (è francofona ma praticamente in territorio fiammingo) e visivamente esterni: si passa dalla facciata tardo-gotica al palazzone anni 60, dall’edificio art nouveau di inizio 900 alle strutture in vetro del parlamento europeo. Ha tanto da offrire ed è perfetta per un weekend, facilmente raggiungibile in poco meno di due ore di volo dall’Italia. Qui la nostra lista delle 8 cose da fare in 24 ore.

Rimanere a bocca aperta davanti alla Grand Place
La Grand Place. Crediti foto Wikimedia Commons
La Grand Place, riconosciuta come Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco, è senza dubbio una delle piazze più belle d’Europa, grandiosa e scenografica, scandita dal municipio e dai palazzi delle antiche corporazioni delle arti e dei mestieri, molti dei quali costruiti alla fine del XVII secolo. Domina la piazza l’Hotel de Ville, sede del municipio, costruito durante la metà del 1400 e miracolosamente sfuggito ai bombardamenti del 1695 da parte dei Francesi. Che la vediate in primavera coperta da un tappeto di fiori o in inverno, illuminata dalle luci di Natale, la Grand Place non perde mai il suo incanto e potete così perdere una buona mezz’ora con il naso all’insù per ammirare i fregi dorati sui palazzi, i doccioni e le statue che sovrastano gli edifici.

Gingillarsi nelle Galeries St-Hubert
Galeries St Hubert. Crediti foto Wikimedia Commons
A pochi passi dalla Grand Place, inaugurate nel 1847 dal Re Leopoldo I, le gallerie St-Hubert sono state il primo centro dello shopping cittadino in Europa. Oggi è bordata di boutique del cioccolato (uno dei patrimoni gastronomici del Paese), negozi di accessori e botteghe artigiane, tutte raffinatissime e onerose. Anche se non dovete comprare nulla, è comunque un piacere passeggiare lungo il corridoio in stile neoclassico abbellito da colonne di marmo e osservare le vetrine magnificamente allestite.

Esplorare i Musées Royaux des Beaux-Arts
Les Amants. Crediti foto Gandalf's Gallery
I Musei Reali delle Belle Arti incorporano 3 musei in 3 ali dello smisurato palazzo. L’ala del Musée d’Art Ancien ospita i capolavori assoluti dei Primitivi Fiamminghi fra cui la Pietà di Rogier Van der Weyden, i ritratti di Hans Memling e i quadri emozionanti di Pieter Bruegel il Vecchio. Nell’ala opposta del palazzo si trova invece il Musée Magritte, omaggio all’artista belga, che ospita la più grande collezione al mondo delle opere del grande surrealista, fra cui Les Amants e l’Impero della Luce.

Passeggiare nel quartiere di Le Sablon
Le Sablon. Crediti foto Clio Morichini
Stradine lastricate, alimentari a conduzione familiare che straripano di delizie locali dove sedersi per mangiare una fetta di quiche, cioccolatieri, negozi di design d’interni, di gioielli e di libri d’arte, caffè dall’aria rilassata dove sorseggiare una delle tante birre belghe artigianali, case coperte di edera e portoni laccati color vinaccia, nel quartiere di Le Sablon il tempo e la frenesia della città sembrano essersi fermati, un angolo di Bruxelles che ricorda la quiete dei paesi romantici di campagna. Prima o dopo la passeggiata, merita una visita anche l’Eglise Notre-Dame du Sablon, con la sua fiammeggiante facciata gotica.

Visitare l’Atomium e l’Europa in miniatura
Atomium. Crediti foto Pixabay
Sono nove sfere metalliche collegate tra loro da dei tubi di acciaio che al loro interno contengono ascensori e scale mobili e rappresentano l’atomo del ferro. Costruito come simbolo del progresso post- seconda Guerra Mondiale nel 1958, l’Atomium è diventato presto un landmark architettonico della città e del Paese. All’ultimo piano si trova il ristorante con vista su tutta la città e ai suoi piedi c’è un parco dove è stata riprodotta l’Europa in miniatura, riprodotta con i suoi monumenti più significativi.

Mangiare le moules-frites
Moules Frites. Crediti foto Wikimedia Commons
Il Belgio si contende l’invenzione delle patatine fritte con la Francia e con l’Olanda ma le cozze servite insieme alle patatine fritte (moules frites) sono 100% di origine belghe e di questo piatto ne hanno fatto il loro orgoglio nazionale. Si dice che le cozze siano più fresche durante i mesi che terminano con la ‘er’ (in inglese quindi da settembre a dicembre) ma vengono servite tutto l’anno, sia nei locali più informali che nei ristoranti più chic. Da provare almeno una volta prima di andare via.

Vedere il museo del costume e del pizzo
Pizzo di Bruxelles. Crediti foto Photo stock
Il pizzo è una delle grandi tradizioni fiamminghe, una lavorazione di cui si hanno tracce e testimonianze già a partire dal 1500. Così come a Bruges, anche a Bruxelles si trova un museo dedicato all’arte del merletto, con esempi, fotografie e racconti dell’evoluzione del pizzo nei secoli, dall’abbigliamento intimo ai vestiti da matrimonio.

Dormire al Le Plaza
La Lobby di Le Plaza. Crediti foto Le Plaza
L’Hotel Le Plaza di Bruxelles è un palazzo in stile Art Deco costruito tra il 1928 e il 1931, progettato da Alfred Hoch e Michel Polak. Ispirato all’Hotel George V di Parigi, racchiude al suo interno anche un incredibile teatro (originariamente un cinema chiamato LePlaza) che può ospitare fino a 1.300 persone.
Nel 1940 divenne il quartier generale della Kommandanture e negli anni cinquanta ha accolto star del calibro di Brigitte Bardot, Bourvil, Fernandel, Yves Montand e Charles Trenet. Dopo un periodo di abbandono, in gran parte a causa della crisi economica e della forte concorrenza, l’Hotel Le Plaza è rinato nel 1996, rinnovato e restituito alla sua bellezza architettonica originale con tutti i comfort moderni di un 5 stelle. Consigliato per il lusso, l’eleganza e per dormire in un luogo storico ricco di fascino.

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::autore_::di Clio Morichini::/autore_:: ::cck::1795::/cck::

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