Non vi è dubbio che, ancora una volta, non si sa se è per celia o per non morir, la politica italiana appare sempre più come un laboratorio di qualche scienziato pazzo o comunque un po’ fuori di testa!
Non vi è dubbio che, ancora una volta, non si sa se è per celia o per non morir, la politica italiana appare sempre più come un laboratorio di qualche scienziato pazzo o comunque un po’ fuori di testa! E il paese come una grande Titanic che non punta sull’iceberg ma fa lo slalom tra le montagne di ghiaccio non si sa per quanto ancora! E’ una sensazione imbarazzante e non soltanto per chi guarda dall’esterno, ma ormai anche per chi si trova all’interno di questa maionese impazzita ed insensata. Perché è evidente che il paese avrebbe bisogno di alcune linee di condotta certe, di alcuni elementi di certezza e naviga invece a vista. E’ evidente che ad ogni tornante della storia, invece di affrontare le curve si facciano inversioni ad “U” che sembrano riportare al punto di inizio! Un esercizio vacuo ed inutile in cui la politica nazionale sembra avvinghiata senza speranza.
Ma anche un comportamento folle che continua ad ipotecare ogni ipotesi, ogni tentativo di crescita, di modifica e di cambiamento di quelli che sempre, comunque e dovunque, da tutti vengono definiti i vincoli eccessivi, i lacci e i lacciuoli che da decenni imbrigliano e rallentano l’evoluzione e lo sviluppo, la crescita del nostro sistema. Tutti lo sanno, tutti lo dicono, tutti propongono soluzioni e formule mirabolanti, ma nessuno agisce di conseguenza. E quando qualcuno prova a gettare un sasso nella morta gora, apriti cielo! E’ come se ci trovassimo nel girone dei golosi dell’inferno dantesco dove l’imperativo principe è uno solo e comprensibile, dato il materiale nel quale ci si trova immersi: “non fate l’onda”!
L’avvitarsi della situazione è dimostrata da alcuni elementi inconfutabili. Da un lato nessuno sembra più avere la capacità di guardare al paese nel suo insieme e ci si rinserra nelle proprie ridotte, dall’altro si indebolisce ogni azione riformatrice ancorché perfettibile con l’occhio a palingenesi improbabili, magnifiche sorti e progressive ormai inconcepibili se non in termini ironici oppure si guarda a decrescite felici come quella emblematica emersa a Roma per il nuovo stadio.
La sensazione precisa è quella di un pesante cono d’ombra che sembra persistere sulla politica italiana, un dato che pesa fortemente sulla capacità del paese di sollevarsi dalla crisi e rafforzare la ripresa appena accennata. Tra gli elementi accessori ma non certo augurabili di questa situazione vi è infatti quello dell’ipoteca che le convulsioni politiche pongono alla vita del governo e alla capacità del parlamento di esprimere una forza riformatrice stabile e coerente.
Quello che mostra lo scenario è quella che si definisce una maionese impazzita, dove ogni elemento si confonde e si mischia. Una confusione che incombe sulle imprese e sui cittadini togliendo certezze, e indebolendo ogni volontà di andare avanti e si spezzare un giogo insensato.
Non aiuta in questo senso la scissione per alias in atto nel Pd, dove i vecchi leader hanno spinto perché a questo si arrivasse ma lasciano nella mani dei loro alias le sorti del nuovo soggetto, mentre da dietro le quinte neppure troppo, continuano a condurre il gioco al massacro appena messo in atto, incuranti delle sorti del paese del governo cui si augura però lunga vita, forse perché sul territorio nessuno di loro sa quale sarà il seguito alla loro decisione! Tattica, dunque, pura tattica ma a spese dei cittadini e della nazione.
Sta ora al Pd nella nuova dimensione assumere iniziative e trovare una leadership capace di condurlo fuori dalle secche e fargli riprendere il ruolo trainante necessario per mantenere la spinta sulle riforme. Un’altra incognita e un altro pezzo del cono d’ombra.
C’è poi o ci sarebbe il centrodestra. Che ci sia ognun lo dice dove sia nessun lo sa. Scomodiamo l’araba fenice per cercare di capire che cosa accadrà in questa area. Berlusconi sta cercando di ritagliarsi il consueto ruolo di federatore o di elemento moderato di una possibile coalizione ma sconta la posizione alternativa di Salvini che sembra convinto che il vento della storia sia dalle parti di euroscettici, no euro e protestatari di destra di varia estrazione in questo supportato dalla destra di Fratelli d’Italia e da qualche spezzone della vecchia parte più estrema di quella che fu An. Anche qui una maionese insensata dove ognuno parla per sé e non si sa più a chi!
Chi potrebbe sorridere in questa situazione è certamente Grillo al quale in caso di elezioni potrebbe arridere una certa fortuna frutto della impazienza del paese o di una sua larga parte di lasciarsi alle spalle questa pantomima senza costrutto che la politica ci fornisce ogni giorno. E, tuttavia, proprio i 5Stelle, il suo guru e la sua “classe politica” sembrano più una pantomima della politica stessa che una traccia politica distinguibile e chiara. Che la protesta possa prevalere è una possibilità non augurabile certo ma sullo sfondo. Che questa protesta posa poi essere incanalata in un’azione di governo coerente e positiva a guida pentastellata non è soltanto una ipotesi strampalata, ma dinanzi al non governo del non partito grillino come a Roma, una ipotesi tragica!
di Roberto Mostarda