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Non esiste vicenda del passato e del presente che non abbia avuto analisi e ricostruzioni complottistiche. E anche la nostra politica da tempo è percorsa da teorie su congiure e complotti.
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Le parole che il dizionario riserva alla parola “complotto” sono semplici, essenziali e poche. Dall’etimo incerto che riporta al francese complot ai possibili significati di cospirazione, congiura, intrigo ai danni delle autorità costituite o (meno comune e solo in senso estensivo e figurato) di persone o collettività private. Si parla allora di complotto militare; di fare, organizzare, ordire, un complotto. Un complotto si sventa, oppure di esso ci si sente vittima. Più di recente è invalso l’uso di definire complotto mediatico la reiterazione e continuità di ricostruzioni sui media tendenti a dimostrare tesi di natura prevalentemente politica, comunque di parte.
Quel che invece ha una storia a sé, copiosa e ricca sia a livello scientifico che fantastico è quella che possiamo definire letteratura complottista, una vera locuzione sostantivata. Difficile dire quando nasce questa tendenza a immaginare e a raccontare gli avvenimenti sotto la lente di un’organizzazione tendente a qualche specifico fine: un complotto dunque! Nella raccolta di conferenze e saggi Vermutungen und Widerlegungen (1963), il filosofo Karl Popper ha analizzato il bisogno dell’umanità di spiegarsi la realtà non attraverso la ragione e l’esperienza empirica, ma con la credenza nelle semplificazioni più rassicuranti, quelle che identificano miticamente un capro espiatorio. Su questi meccanismi narrativi si basa la proliferazione e diffusione delle leggende metropolitane e delle teorie del complotto. Con queste ultime si intende l’insieme di elementi reali e immaginari i quali, uniti in un ragionamento paralogico, vorrebbero mostrare come vi siano una o più regie occulte a determinare lo svolgersi dei fatti del mondo. Tra gli scrittori più interessati all’argomento spicca l’opera del semiologo e romanziere italiano Umberto Eco, che alla paranoia del complotto ha dedicato la sua seconda opera narrativa Il pendolo di Foucault (1988). Prima di lui, l’abbondanza di riferimenti all’occulto, all’esoterismo e alle cospirazioni più diverse era già al centro di The Illuminatus! (1975-84), trilogia di Anton Wilson e Robert Shea, antesignani, insieme a Philip K. Dick e Thomas Pynchon, del movimento artistico avantpop, derivazione del postmodernismo.
Hanno poi suscitato un vivace dibattito che ha coinvolto anche autorevoli teologi e aperto un filone sul mondo delle eresie medievali e delle reliquie cattoliche i libri di Dan Brown: Angels & demons, uscito in coincidenza con le celebrazioni per l’Anno santo della Chiesa del 2000, in cui l’autore combina le ricerche sull’antimateria con la Santa Inquisizione, immaginando un complotto cattolico contro il progresso che risale al tempo di Galileo Galilei (17° sec.), e The da Vinci code (2003), in cui l’affresco del Cenacolo di Leonardo è analizzato come un testo esoterico che apre la strada alla conoscenza di verità eterodosse su Gesù. Vangeli apocrifi, Sacro Graal, Templari, Priorato di Sion e Opus Dei sono gli ingredienti, in bilico tra realtà e finzione, del romanzo dal quale sono stati tratti anche due film di grande successo. La letteratura complottista ha poi avuto numerose altre evoluzioni: non esiste praticamente nessuna vicenda internazionale del passato e del presente che non abbia avuto analisi e ricostruzioni tendenti a dimostrare l’esistenza di vicende complottistiche. Si pensi ai Templari, agli UFO, a Nikola Tesla, a JFK, alla missione Apollo 11, alla principessa Diana. Una realtà che diviene esponenziale, con ricadute anche sul web e amplificazioni oltre ogni razionalità dopo gli attacchi alle Torri gemelle e al Pentagono del 2001.
Un mare magnum che è assolutamente impossibile descrivere con razionalità o al quale dare un senso compiuto, ma che esercita un’influenza tanto più ampia e approfondita quanto più le società moderne sono percorse da crisi identitarie e da gravi incertezze economiche, portando acqua a quella tendenza innata che è stata rilevata da Popper.
Anche la nostra politica da tempo è percorsa da teorie su congiure e complotti dalle più varie caratteristiche. Molti dei più gravi avvenimenti della storia del dopoguerra presentano accanto alla verità giudiziaria e storica, anche un retrogusto fatto di scenari alternativi, che da decenni pesano su ogni tentativo di chiusura di stagioni tragiche e complesse.
Le teorie o presunte tali che più appassionano però in questi mesi sembrano quelle che animano l’euroscetticismo e i vari nazionalismi emergenti. Colpevole per tutti l’Europa, la sua attuale conformazione. Essa sarebbe all’origine di ogni danno, di ogni ritardo, di ogni povertà e miseria crescente, spesso dimenticando ragioni storiche, politiche, sociali proprie di ogni paese dell’Unione. Il vecchio continente sarebbe poi ovviamente preda di logiche mondiali, finanziarie e di potere che ne condizionano le leadership e che sarebbero all’origine della protesta e disaffezione verso la politica tradizionale che sembra sempre più esponenziale in molti dei paesi più importanti. Per i complottisti la recente Brexit ancora incompiuta, sarebbe motivata proprio dalla necessità di staccarsi da un’Europa siffatta, ma anche il segnale degli oscuri poteri mondiali che vogliono un continente diviso e debole. Un cono interpretativo che per li rami è arrivato anche, attraverso le parole del leader della Lega, ad accusare il governo e le forze armate di complicità nell’arrivo in Italia dei migranti e le ong di essere al centro di questo traffico. Tutto alla ricerca della quadratura del cerchio che darebbe forza ad atteggiamenti e propositi di Italexit o di cambio di governo nel paese. Accanto a queste ipotesi, vi sono poi da tempo quelle che costituiscono pane quotidiano del Movimento Cinque Stelle, per il quale tutto nella politica in Italia è frutto di complotti e di scenari conseguenti, senza trascurare le polemiche attuali sulle vaccinazioni e sulle immancabili major farmaceutiche mondiali che giocherebbero sulla salute dell’umanità.
Come si vede, di complotto in complotto si sa da dove si parte ma non dove si può arrivare. Alcune tesi sono degne dei migliori romanzi di spionaggio, molti elementi sembrano trovare anche riscontri ed è difficile districarsi e individuare il vero dal falso, nell’epoca delle fake news e delle realtà aumentate del web. Forse giova ricordare in proposito le parole di Conan Doyle, per il quale spesso la risposta a misteri o crimini è la più semplice, una volta spogliata la ricostruzione da tutto ciò che è complesso o ai limiti della fantasia. Un antidoto contro il pancomplottismo, contro i complotti fasulli e a favore di un’analisi in cui si guardi non alle ipotesi affascinanti ma alle concrete chiavi di lettura che la realtà ci pone a disposizione. A vantaggio della verità e della chiarezza!
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::autore_::di Roberto Mostarda::/autore_:: ::cck::1983::/cck::