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L’Avana e Cuba. Non molti anni fa. Juan Del Monte Jonava era un famoso cantante e aveva 59 anni quando si trovò in mezzo alla strada. Trascorreva spesso la notte nel vagone di un tram abbandonato. Finché una sera…
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L’Avana e Cuba. Non molti anni fa. Juan Del Monte Jonava era un famoso cantante e aveva 59 anni quando si trovò in mezzo alla strada. Madre corista (“La Sirena rossa”) morta in un incidente d’auto, padre precario (autista privato fra mille lavoretti) suicidatosi poco dopo, entrambi brave generose allegre persone di Trinidad, in seguito alla separazione dalla moglie Elena e dai figli Ricardo e Isabel, quattro anni prima era tornato a vivere dalla composita ampia famiglia della sorella maggiore Serena, innamorato sempre e solo delle note cantate. Lavorava al Buena Vista Café della capitale, tutte le sere idolo di un vasto pubblico, conosciuto da 35 anni proprio come “Don Fuego” perché capace di infiammare gli spettatori di ogni sesso e colore, di far vibrare le sale e fremere le donne. Credeva che l’esistenza fosse solo musica, ma ora il locale è stato comprato da una signora di Miami nell’ambito delle privatizzazioni disposte dal Partito, non c’è più posto per lui. Cerca aiuto senza successo, presuntuosamente illuso. Gli amici non hanno nemmeno gli occhi per piangere; i vicini sono mezze cartucce che stentano a sbarcare il lunario; il delegato di quartiere non dà una mano neanche alla sua famiglia; i funzionari preposti lo trattano con sufficienza. Ha soldi da parte, si accontenta di poco, fa qualche serata, trascorre spesso la notte nel vagone di un tram abbandonato. Finché una sera, fra i sedili s’imbatte in una meravigliosa ventenne dai rossi capelli sciolti, seno perfetto e sguardo magnetico, occhi azzurri e corpo da favola, riottosa e selvatica. Lei (Mayensi) vive nascosta ostile ai maschi. Se ne invaghisce. La fa ospitare, cerca di proteggerla da guai (è sola) e pericoli (c’è chi ammazza ubriaconi molesti), dopo un po’ per qualche mese sarà amore.
Yasmina Khadra (Mohammed Moulessehoul, Algeria, 1955) è un affermato scrittore. Ex ufficiale nato nel Sahara francofono, testimone attivo della guerra civile, poi militare in congedo, da oltre 20 anni si è trasferito in Francia, scrive in francese (all’inizio gialli con lo pseudonimo segreto) e continua a fare la spola fra colonia (nel 2014 si è presentato alle presidenziali algerine) ed ex-colonia. Questa volta si “trasferisce” nei Caraibi, lontano dal terrorismo, laddove “Dio è ormai una moneta fuori corso”. L’ultimo romanzo (uscito con lo stesso titolo in Francia nel 2016) racconta in prima persona al presente un adolescenziale amore senile. Don Fuego ci rifletterà per anni dopo la fine, anche quando sarà tornato sulla cresta dell’onda, presentando ancora gli antichi successi della rumba e del son (insieme a un nuovo gruppo con qualche testo scritto appositamente), consapevole di quanto e come era stato segnato nel corpo e nello spirito dalle emozioni e dagli avvenimenti di quella travolgente relazione, con tanti misteri aperti. Nella fascetta si parla di thriller tropicale, forse non proprio a proposito. Il travaglio della Cuba di oggi è descritto molto bene, con sensibilità e acume, comunque il protagonista investiga solo alla ricerca del nuovo amore. È un artista non più giovane (all’incirca l’età attuale dell’autore), improvvisamente catapultato sulla strada e sul viale del tramonto, che s’innamora di una fresca beltà e rischia tutto per lei, senza più ben comprendere cosa o chi ha intorno e l’intera propria precedente esistenza. In presa diretta una botta di vita, un intervallo d’entusiasmo, un’avventura di passione, un diario d’amorosi sensi. E, causa presbiopia, riesce a fatica a decifrare una gran bella canzone. La costante per lui, per gli altri tutti, per ogni umano di quei tropici è il rum. Aiuta quando finiscono i momenti di gloria, tanto più che chi ne ha viste di tutti i colori può fare un arcobaleno.
v.c.
Amore senile
it.wikipedia.org/wiki/Yasmina_Khadra
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