Cultura

L’ultimo pittore del Novecento positanese

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Michele Theile, olio su tela, foto di Magdalena Lageder, tutti i diritti riservati
E’ scomparso Michele Theile, l’ultimo della generazione di pittori tedeschi che si erano stabiliti a Positano per fuggire il nazismo.

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Michele Theile era una persona schiva, riservata, osservava il mondo e comunicava i suoi pensieri sulle tele. Era forse l’ultimo pittore della generazione cosmopolita di artisti che ha movimentato e caratterizzato Positano e la Costiera Amalfitana nel Novecento.
Nei quadri, Michele Theile rappresentava bellezza del mondo che osservava con occhio meticoloso. Non la bellezza della natura, come hanno fatto molti dei pittori vissuti in costiera, ma la bellezza dell’intervento umano in questo paradiso baciato da Dio. La bellezza di questa costiera amalfitana, che gli opuscoli turistici giustamente definiscono “divina”, fatta di quel sapiente equilibrio tra l’opera umana e lo splendore della selvaggia natura. Michele Theile dipingeva le opere dell’uomo, muri, facciate, finestre, scorci di una stradina o di una piazza, che raccontano con il loro deperimento organico il vissuto del posto, gli anni e le generazioni trascorse, con le loro storie, i loro gusti estetici e i loro destini.
Positano scopre di aver perso un gioiello, un artista fuori dal comune, schivo al limite del masochismo, l’ultimo di quella numerosa comunità di artisti che si era ritirata a Positano per scampare agli orrori del Nazi-Fascismo. Nacque nel 1935 da Ilse Bruck-Bondy, da cui il nomignolo di Michele a’ Buondì, e Harald Theile, che ritornò in Germania, lasciando moglie e figlio a Positano.
Michele Theile, olio su tela, foto di  Magdalena Lageder, tutti i diritti riservati - Ritratto di Michele Theile di  Andrea Rosenberg, su gentile concessione dell’autrice
Erano anni difficili, soprattutto per Michele Theile e sua madre, ebrei perseguitati dalle leggi razziali. La popolazione di Positano, tuttavia, fu loro molto vicina, aiutandoli in tutti i modi. Di questa generosità Michele non si dimenticò mai, ed in segno di riconoscenza, anni fa donò al Comune di Positano molte sue opere in ringraziamento dell’aiuto ricevuto negli anni della sua gioventù, opere ora in parte esposte nella sede del municipio.
Cresciuto a Positano in una epoca popolata da molti artisti rifugiati, ha avuto grandi maestri quali Kurt Craemer e Karli Sohn-Rethel. Ha poi sviluppato una personalità tutta sua interpretando lo spirito della nostra terra attraverso la rappresentazione di balconi, finestre, facciate di palazzi, mura diroccate. Contemplando la sua opera si può risalire alla nostra storia, alla nostra cultura millenaria, fatta di grandi scoperte e di altrettanto grandi crepe.
Rendiamo omaggio all’uomo, all’artista che per tutta la sua vita ha perseguito la sua visione del mondo, senza scendere mai a compromessi.

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::autore_::di Mario Attanasio e Massimo Predieri::/autore_:: ::cck::2336::/cck::

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