::cck::2712::/cck::
::introtext::
Il leader della sinistra Andrés Manuel López Obrador è stato eletto alla presidenza del Messico con un programma di lotta alla corruzione e iuto ai poveri.
::/introtext::
::fulltext::
Per Andrés Manuel López Obrador (Amlo, in breve) la terza volta è stata quella buona. Il nuovo presidente eletto del Messico – che il 1 luglio ha ottenuto il 53% dei voti, più del doppio di quelli del suo avversario più vicino – ha sessantaquattro anni e si era già candidato alle elezioni del 2006 e del 2012. Le prime le perse per soli 0,6 punti percentuali in meno di Felipe Calderón, mentre alle seconde, vinte da Enrique Peña Nieto, il margine fu leggermente più ampio. In entrambi i casi contestò il risultato parlando di brogli.
Ma stavolta le cose sono andate diversamente. Amlo ha affrontato la campagna elettorale e i dibattiti con gli altri candidati con molta più rilassatezza. E la Piazza della Costituzione – lo Zócalo – di Città del Messico, che nel 2006 era stato il palcoscenico della sua protesta post-voto, domenica scorsa si è riempito di una folla gioiosa giunta ad acclamare il nuovo presidente, il primo di sinistra dopo decenni.
López Obrador è il politico più famoso del Messico, eppure analisti e giornalisti concordano nel definirlo un’incognita. Si rivelerà un populista radicale, come temono le opposizioni, oppure un politico moderato e pragmatico, come ha già dimostrato di essere negli anni da sindaco della capitale? Alla nazione ha promesso di sradicare la diffusissima corruzione dando il buon esempio, di risolvere la crisi della violenza (29mila vittime di omicidio nel 2017) concedendo l’amnistia ai criminali minori, e di combattere la povertà e la disuguaglianza attraverso i soldi risparmiati dal taglio degli stipendi dei funzionari pubblici.
Ogni giudizio su Amlo e sulle sue politiche dovrà per forza di cose essere rimandato al 1 dicembre, quando assumerà formalmente il mandato. López Obrador giura di realizzare la quarta rivoluzione della storia del Paese, e il Messico ha effettivamente bisogno di un cambio di approccio su molti temi. Ha ottenuto una solida maggioranza al Congresso, ma la Storia insegna a dubitare degli uomini soli: e Amlo ha costruito un partito troppo incentrato su di lui.
::/fulltext::
::autore_::di Marco Dell’Aguzzo::/autore_:: ::cck::2712::/cck::