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Una vacanza estiva nella valle meridionale della Svizzera, rinomata per le sue acque termali e le bellezze naturali.
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alendo dall’Alto Adige verso nord-ovest, percorriamo la splendida Val Venosta e costeggiamo il lago artificiale di Resia color smeraldo. Dopo il passo Resia, attraversiamo un brevissimo tratto del territorio austriaco, fermandoci alla Norbertshöhe (Nauders) per un pranzo a base spiedini di maiale e vitello, involtino stufato, una polenta di semolino condita al parmigiano e verdure. Ottimo.
Entrati a Martina in territorio svizzero, risaliamo la valle del fiume Inn, fino a Scuol (in tedesco Schulz) nella Bassa Engadina. Fa caldo anche qui, ma le case sono fresche e verso sera la temperatura si abbassa. Ci godiamo la cena sul terrazzo con vista sulle imponenti vette che delimitano a sud la valle dell’Inn.
Scuol è famosa per le acque minerali. Ci sono oltre 20 sorgenti di acqua minerale nel sottosuolo e in ogni piazza del paese c’è una grande fontana con almeno due cannelle d’acqua. Una è l’acqua potabile dell’acquedotto, già questa fresca e ottima, l’altra è acqua minerale leggermente frizzante, di gran lunga superiore a qualsiasi acqua minerale in bottiglia mai assaggiata. L’acqua sgorga abbondantemente notte e giorno, chiunque può venire a dissetarsi o riempire una bottiglia da portare a casa.
Al centro del paese ci sono gli impianti termali, con il “centro wellness”: sei piscine di differenti temperature e qualità d’acqua, una delle quali all’esterno, dove si gode un panorama fantastico delle montagne circostanti. Inoltre ci sono percorsi di sauna e un percorso speciale che consente di rievocare l’antico rito del bagno romano-irlandese. Le piscine sono aperte fino alle 21:45, e ci consentono di assistere allo spettacolo dei colori del tramonto riflessi sulle montagne immersi nell’acqua termale a 34 gradi.
Scuol è suddiviso approssimativamente in tre livelli. In alto sono il capolinea della pittoresca ferrovia retica RhB, la stazione della funivia e la strada principale dell’Engadina. Più in basso c’è lo Stradun, via commerciale con i negozi, gli alberghi, i caffè, l’ingresso alle terme. In basso c’è il nucleo storico, composto dalle tradizionali case contadine engadinesi, decorate con “sgraffiti”, molte delle quali risalgono al Cinquecento.
Lo sgraffito è una tecnica di decorazione a fresco, realizzata applicando un sottile strato d’intonaco chiaro su un sottofondo più scuro, e grattando via il rivestimento esterno prima che l’intonaco indurisca, producendo i contorni del disegno voluto.
Come in molto borghi antichi italiani, anche a Scuol la popolazione locale ha preferito trasferirsi in abitazioni moderne, più luminose e comode. Le vecchie case contadine engadinesi sono tuttavia ambite dai villeggianti, che amano il sapore di autentica vita contadina corrispondente all’immaginario collettivo evocato da storie, fiabe, romanzi e film. Molte di queste antiche case sono state ristrutturate, trasformando spesso anche l’adiacente fienile in abitazione, per essere vendute come seconda casa o affittate ai turisti.
Contrariamente all’Engadina alta, dove si trovano St. Moritz, Silvaplana, Pontresina, frequentata dal jet-set internazionale, a Scuol il turismo è più tranquillo. Si tratta prevalentemente di famiglie dalla Svizzera centrale e dalla Germania e di appassionati di sport all’aria aperta: passeggiate montane, ciclismo, rafting, golf.
Scuol si trova al margine orientale del Parco Nazionale Svizzero, un grande territorio alpino protetto dove osservare la vita naturale della affascinate fauna alpina: stambecchi, cervi, marmotte, orsi e uccelli rari.
La lingua locale è il romancio, utilizzato anche nei cartelli e nelle indicazioni stradali. Grazie alla similitudine con l’italiano, molti capiscono bene anche la nostra lingua. A causa dello sviluppo turistico e dell’immigrazione dalla svizzera interna, lo svizzero tedesco è in Engadina un dialetto molto diffuso. La popolazione locale è cordiale e gentile, e combina la precisione ed affidabilità della svizzera tedesca con la disponibilità e ospitalità latina.
Molti engadinesi che hanno cercato fortuna altrove per fuggire dalle ristrettezze di una vita basata sull’economia forestale e l’allevamento, sono tornati a vivere nei loro paesi di origine, riscoprendo la bellezza di questi luoghi e il piacere della vita semplice e tranquilla di questa affascinante valle alpina. Abbiamo raccolto per voi alcune di queste storie: le racconteremo nella prossima edizione della Rivista Italiani.
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::autore_::di Massimo Predieri::/autore_:: ::cck::2761::/cck::