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Alla vigilia della festa di Halloween, con il ritorno dei morti e della stregoneria, non potevamo dimenticare che tra le sue origini c’è anche la storia vera e drammatica nota come “Le streghe di Salem”.
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Alla vigilia della festa di Halloween, con il ritorno dei morti e della stregoneria, non potevamo dimenticare che tra le sue origini c’è anche la storia vera e drammatica nota come “Le streghe di Salem”.
Su di esse sono già state scritte centinaia di libri, girati decine di film come anche numerose le serie tv nelle quali vengono ricostruiti in chiave horror gli avvenimenti storici e senza contare articoli, fumetti e gadget, insomma le streghe di Salem sono riuscite a far parlare di se anche dopo più di tre secoli, peccato che questa vicenda sia accaduta veramente alla fine del XVII secolo sconvolgendo le colonie americane del Nord est del Paese insediatesi già da un secolo nell’odierno Massachusetts, tra cui la cittadina di Salem.
Prima di affrontare la cronaca della cosiddetta ‘caccia alle streghe’ bisogna descrivere brevemente chi erano questi coloni.
Il loro credo era il puritanesimo, un movimento sorto nel cuore del protestantesimo calvinista inglese durante il XVI secolo con lo scopo di purificare la Chiesa d’Inghilterra da tutte le forme non previste dalle Sacre Scritture ed annullare i compromessi liturgici con il cattolicesimo, ancora presenti nella Riforma sotto Enrico VIII ed Elisabetta I d’Inghilterra.
Perseguitati dalle autorità per il loro estremismo, i Puritani fuggirono dalla madre patria e si imbarcarono sulla nave Mayflower diretta in America con 102 passeggeri, tra cui donne e bambini, divenendo i primi coloni del Nuovo Mondo e chiamati in seguito i padri pellegrini.
Arrivarono nell’allora Nuova Inghilterra, considerata come una terra promessa, per mettere in pratica liberamente la propria fede, ma subito iniziarono i problemi dovendo affrontare gli indigeni Powhatan, la tribù della celebre eroina indiana Pocahontas, che abitavano quelle terre da tempi immemori.
Dopo alcuni scontri armati, tra i coloni e gli indiani ci fu un periodo di pace che portò a scambi commerciali importanti. Ma la pace doveva durare poco. Gli indiani si accorsero che nonostante accordi, i coloni si stavano ingrandendo in maniera considerevole tanto che in appena vent’anni avevano triplicato la popolazione e le terre coltivate.
Le terre strappate agli indiani
Con il nuovo re indiano, Opechancanough, fratello di Pocahontas, la situazione degenerò con atti di guerriglia assai violenti.
In un solo giorno i pellerossa sterminarono ben 347 coloni, ma furono ripagati a loro volta con la stessa moneta dai coloni inglesi alcuni mesi dopo, dimostrando una grande forza nell’affrontare le situazioni più drammatiche grazie anche alla loro fede.
Nell’abbracciare il puritanesimo si consideravano, come scrisse uno dei ministri di questo culto, Cotton Mather: “un popolo scelto da Dio perché colonizzasse quei territori che una volta erano del diavolo”. Una frase molto eloquente per spiegare ciò che sarebbe successo nel giro di poco tempo con la visione di diavoli e di streghe.
Già altre volte si era parlato di questi fenomeni e quant’altro appartenesse alla magia nera, ma la vera svolta si avrà con l’insediamento, avvenuto agli inizi del 1692, con il nuovo responsabile della congregazione, Samuel Parris, designato a quel posto dopo liti furibonde tra i suoi due predecessori e i loro parrocchiani. L’anno del suo nuovo incarico cominciarono ad avvenire cose assi strane e proprio nella casa di Parris. La figlia del pastore, Betty Parris e la sua bambina, Abigail, iniziarono ad avere comportamenti alquanto strani come rimanere in silenzio per interi giorni oppure nascondersi in casa e addirittura strisciare sul pavimento.
Un contemporaneo, Robert Calef, ne riporta un resoconto: “Entravano nelle buche e strisciavano sotto le sedie e sgabelli… [con] svariate posizioni e buffi gesticolii, [e] facevano discorsi ridicoli e assurdi incomprensibili per loro come per gli altri”. La situazione ben presto si fece grave perché questi atteggiamenti si ripetevano sempre più spesso e senza alcuna censura creando non poco scandalo nella comunità.
Inizia la follia del demonio
I vari medici interpellati non sapevano dare una risposta scientifica, l’unico che dette una spiegazione, si fa per dire, fu un certo William Griggs che annunciò senza alcun dubbio che quel male era causato unicamente dal maligno che si era impossessato delle due donne.
Il problema di questa diagnosi era che la possessione diabolica non era una malattia, ma un crimine passibile di pene severe perché nuoceva alla salute delle persone. Bisogna dire che fino al momento della diagnosi di Griggs, le due donne avevano atteggiamenti certamente curiosi, ma tutto sommato assai quieti, nulla a che vedere con la possessione diabolica.
Dopo questa diagnosi invece le due donne cominciarono ad avere atteggiamenti isterici anche violenti come avrebbero dovuto essere per delle possedute dal maligno. In un primo tempo Samuel Parris decise di affidarsi alla preghiera invocando Dio di liberare le due povere disgraziate, ma nel paese si cominciava a parlare già di streghe, di diavoli, di malefici assumendo man mano i colori della tregenda tanto che in quei stessi giorni altre adolescenti cominciarono ad avere gli stessi atteggiamenti. A questo punto la popolazione voleva avere risposte certe.
Fu in quel periodo che cominciò a diffondersi una pseudo demonologia dove si diceva che l’uomo era abbandonato in balia delle forze sataniche e solo Dio, se avesse voluto, poteva ridare pace alle persone colpite. Intanto l’isteria cominciava a creare i primi delitti della giustizia del tempo. Chi veniva accusato dalle cosiddette vittime non aveva scampo, il verdetto era già scritto dal tribunale arrivando a tesi assurde che rasentano per l’uomo d’oggi il ridicolo, ma che allora era fonte di certezza giuridica.
Ad esempiouna prova diabolica era basata sulla convinzione che il diavolo potesse assumere la forma fisica di una strega e sotto tali spoglie ingannare il marito giacendo al suo fianco, mentre essa presenziava a un sabba o, come a Salem, molestava coloro che la accusavano. Che poi la persona non poteva essere in un posto determinato dall’accusa perché magari visto da tanta gente che poteva testimoniarlo, ciò, purtroppo, non valeva perché per i giudici il demonio aveva preso la sua immagine. Una follia, certo, ma questa tesi trovò ascolto per condannare all’impiccagione tanti poveri sospettati.
Un caso emblematico della situazione, tra le centinaia che si potrebbero raccontare, fu quella di due donne Sarah Osborne, una signora anziana, ritenuta da tutto il villaggio una brava persona e Sarah Good, una mendicante sospettata di stregoneria perché parlava da sola, accusate come sempre senza prove da due ragazzine “indemoniate”.
Accuse senza prove
Le due donne dopo duri interrogatori, nonostante la loro chiara innocenza vennero condannate ad essere rinchiuse in carcere in attesa di altre prove, ma la Osborne per il grande dolore e per la durezza del carcere dopo appena due mesi morì, mentre la Good perdette in carcere la figlia appena nata.
Anche Rebecca Nurse, da tutti considerata una brava persona, madre di quattro figli venne accusata di stregoneria da Ann Putnam, una delle venti ragazze indemoniate di Salem. La donna amata da tutti stava riuscendo a convincere la corte della sua innocenza quando si alzò tra la folla la madre di Ann, che cominciò ad accusarla in maniera circostanziata di fatti del tutto inventati. La donna, nonostante le assurdità delle accuse, fu condannata alla prigione con il rischio di essere anche impiccata.
Senza alcuna prova anche una delle prime ragazze “indemoniate”, Abigail Williams, accusò George Borroughs, ex-pastore del Village da tempo trasferitosi nel Maine, dichiarando che era uno stregone e che aveva provocato lui i casi d’isteria che colpivano le adolescenti. Nonostante accuse palesemente inventate, il pover uomo fu condannato al carcere.
Un caso tra i tanti che suscitò forse più sdegno, fu quello di Giles Corey, un contadino di 80 anni che nonostante la sua età venne torturato in maniera disumana per farlo confessare di essere uno stregone. Per protesta contro la Corte, l’uomo rimase in silenzio e questo fu ritenuto dai giudici un atto di colpevolezza e morì impiccato. Intanto in una situazione di tale degrado morale e sociale l’economia del paese non andava certo bene. Fattorie abbandonate, mulini fermi come del resto i raccolti e l’abbandono degli animali, tutti correvano follemente ad assistere ai processi che oggi possiamo definire una vera tragica farsa per tutta la gente coinvolta.
Alla fine di questa follia, avvenuta verso la fine di quello stesso anno del 1692, ben 49 persone erano ancora detenute, ma vennero assolte per volere del governatore. Successivamente furono processate 144 persone, di cui 54 confessarono sotto tortura di essere streghe.
Le condanne a morte eseguite furono 20, su tutti gli individui processati, solo 25 abitavano a Salem: tra coloro che provenivano da fuori, 17 provenivano da Salem Town, 66 dalle città limitrofe (Andover, Rowley, Topsfield, Ipswich, Lynn e Reading) e 30 da altre 14 località del Massachusetts. Una curiosità delle 144 persone processate 106 erano donne e 38 invece gli uomini.
Anche nel numero delle condanne a morte eseguite la maggioranza era composta da donne –14 su 19– senza alcuna preclusione di censo o di riguardo come: schiavi, possidenti, militari, giudici o mendicanti, il demonio poteva colpire chiunque anche una intera cittadina tranquilla coloniale come Salem e fare di questa gente dei persecutori e degli assassini dei loro stessi simili in nome poi della giustizia. Un episodio che non dovremmo mai dimenticare anche ai giorni nostri.
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::autore_::di Antonello Cannarozzo::/autore_:: ::cck::2869::/cck::