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Le strade più pericolose d’Italia

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Uno studio ACI -Istat dello scorso anno relativo ai sinistri,  ha rivelato che su dieci incidenti, 7,5 avvengono vicino a grandi centri urbani e, su 36.885 casi, 1.159 sono stati mortali, per fortuna è in calo il numero dei morti sulle Autostrade.

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Se nei giorni passati, qualcuno mi avesse detto : “le strade più pericolose d’Italia sono queste”, avrei risposto che, di sicuro le strade sono molto mal conservate,  ma il vero pericolo è costituito dal nostro modo di guidare: sfrenato, disinvolto, disattento, distratto dei telefonini (persino gli autisti degli autobus di linea sono stati fotografati mentre, alla guida dei mezzi, mandavano messaggi).

Oggi, alla luce di ciò che è accaduto domenica sulla Pontina, affermo con decisione che esiste una reale pericolosità delle nostre strade, al di là delle capacità degli automobilisti. Un ponte che crolla è inaudito ed imperdonabile, ma una strada che sprofonda, mi sembra impossibile da credere.

Cedimenti, avvallamenti, crolli: a chi spetta occuparsi degli sfaldamenti dei manti stradali?

E’ inutile e retorico, chiedersi dove finiscono le tasse pagate per la manutenzione delle strade, ma al di là di questo,  mi domando: com’è possibile che un’arteria così frequentata e considerata molto pericolosa, non sia tenuta sotto controllo quotidianamente dalle istituzioni preposte alla viabilità? 

Non trovo risposta e qui chiudo un argomento così spinoso e terribile, soprattutto per la famiglia di quell’uomo precipitato  nella voragine con la sua auto e inghiottito dalle acque mentre disperatamente chiedeva aiuto.

Mi auguro che l’iniziativa presa  in Calabria per la SS 106 dal giudice Gratteri, (che intende arrivare a capire il motivo di tanti incidenti),  sia seguita anche da altri suoi colleghi per individuare quali siano le reali responsabilità degli uffici competenti.

Infatti la  SS 106, una lingua di asfalto che  attraversa tre regioni: Puglia,  Basilicata e Calabria,  da anni gronda di sangue  e da più parti è definita la “strada della morte”o “ la strada che uccide”; 415 km, ridotti  più volte ad una sola carreggiata per la presenza di cantieri che da lungo tempo operano per ammodernare o correggere quel “percorso accidentato”.

Uno studio ACI -Istat dello scorso anno e relativo ai sinistri del 2016,  ha rivelato che su dieci incidenti, 7,5 avvengono in prossimità dei grandi centri urbani e, su 36.885 casi, 1.159 sono stati mortali, ma, fortunatamente, è calato il numero dei morti sulle Autostrade.

In base agli incidenti per ogni km, è stata stilata una classifica delle strade più pericolose d’Italia, oltre alla SS 106:

  • A 51 Tangenziale Est – Milano
  • SS 36 del Lago di Como e dello Spluga (Monza e della Brianza)
  • A4 Torino- Trieste (Milano)
  • Raccordo Tangenziale Nord – Città di Bologna (Casalecchio – Aeroporto – San Lazzaro)
  • A 20 Messina – Palermo
  • SS 16 Adriatica (Rimini)
  • A 90 Grande Raccordo Anulare di Roma
  • A 24 Penetrazione Urbana GRA – Portonaccio (Roma)
  • Tangenziale Est – Ovest , Napoli.

Alla luce di quanto detto, l’augurio di una maggior prudenza è senza dubbio doveroso, quanto è fondamentale che i nostri organi istituzionali debbano iniziare ad occuparsi seriamente di questo,  ormai  ricorrente, problema che affligge e preoccupa tutti noi automobilisti.

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::autore_::di Luisanna Tuti::/autore_:: ::cck::2915::/cck::

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