Chi è senza peccato lanci la prima indignazione
Piovono sassi sulla Provincia di Frosinone, anzi macigni. Andiamo velocemente ai fatti. All’Accademia di Belle Arti di Frosinone si sarebbe verificata una sassaiola contro studenti cinesi dopo il caso di una studentessa cinese malata, risultata poi negativa al test, ma che aveva portato alla chiusura cautelativa dell’Accademia. Il fatto è stato raccontato in una conferenza stampa da un professore. L’episodio, viaggiando alla velocità dei neutroni, è stato immediatamente e duramente condannato da alcune forze politiche “alte”, così sulla fiducia. Per primo il presidente del Consiglio della Regione Lazio Mauro Buschini, poi anche dal presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti. Poche ore dopo arriva la smentita del sindaco di Frosinone, Nicola Ottaviani. Successivamente il comunicato della Polizia di Stato, che senza mezzi termini e a seguito di indagini svolte dichiara la notizia “senza fondamento”. Il professore pare l’avesse sentita dire da una collega che a sua volta l’aveva sentita raccontare da una studentessa che l’aveva letta su un gruppo di chat social. Insomma una notizia riciclata e condita come si faceva in tempo di guerra con le bucce di patate. Ci sarebbe da sentirsi sollevati, ma no: il danno all’immagine di Frosinone, non messa proprio tanto bene già di suo, è stato fatto. Da tempo esiste una moda sui social. Qualcuno produce un contenuto apparentemente razzista, ma che in realtà serve a dimostrare l’ignoranza di quelli che lo approvano e lo commentano. Esempio: foto in primo piano di un arabo in tenuta tradizionale con la seguente didascalia: “Questo è Mohamed Abdul e sta chiedendo che in Italia si adottino i numeri arabi”. Poi si attende che quelli che non sanno che in Italia già adottiamo i numeri arabi commentino indignati:”I numeri arabi li usi a casa sua”, “Se ne torni a pascolare cammelli”, ecc ecc. Poi si mette insieme la foto del sedicente Mohamed con la selezione dei commenti più spassosi e infuriati e si pubblica il tutto. La cosa dovrebbe avere essenzialmente lo scopo di dimostrare che chi prova avversione per quelli che non sono bianchi e candidi come noi è mediamente un povero ignorante. Quello che è successo a Frosinone però ha superato le mode sociopatiche social tanto che, per paradosso, qualcuno ha sperato che quanto raccontato dal professore, ricicciato in tutte le salse da politici regionali, strumentalizzato dai media, prezzemolato da social e TG nazionali, avesse del vero. E già, ci hanno ridotti a pensare che forse sarebbero stati meglio due sassolini ad un cinese che il grancassame sciolto di un Presidente del Consiglio di Regione e di un Presidente di Regione che ha preso per vangelo le prime indignazioni da tastiera del Presidente del Consiglio solo perchè compagni di partito. Tra presidenti non si mordono. In mezzo in direzione ostinata e contraria il sindaco di Frosinone Nicola Ottaviani. Lui no, non ci sta e smentisce categoricamente i fatti raccontati dal professore che a quanto pare li ha resi pericolosamente pubblici per sentito dire. Conclusione, tutta l’Italia schifa Frosinone. Un tam tam mediatico che sa di cori da stadio in partite accese come tra Napoli e Verona “Sarà un piacere quando il Vesuvio farà il suo dovere” e “Giulietta è ‘na ….poco di buono”. Alla luce dei pochi fatti e tante chiacchiere, qui la lava che brucia è arrivata addosso ai frusinati. E Frosinone agli occhi del mondo è quella Giulietta là, quella degli striscioni da stadio. Frosinone, la Ciociaria e tutta la regione, quella importante dove ci sono il Parlamento e il Vaticano. E quello che fa morire dal ridere è che tutto si è scatenato da una banalissima influenza che ha colpito la studentessa cinese. Influenza non Coronavirus. Di fronte abbiamo una triste realtà, triste perchè evidenzia in maniera esplicita quella convinzione di superiorità che caratterizza quelli che si sentono liberi dai pregiudizi, gli illuminati riformisti, coloro che nella storia recente si sono appropriati del monopolio delle cose giuste, dei sentimenti leciti, una morale per definizione illuminata che non consente repliche o contestazioni. Il fatto era troppo ghiotto per queste persone sensibili, poi se sia vero o no chissenefrega. Intanto ognuno ha detto la sua seguendo lo stile perentorio e un po’ lacrimeggiante da libro Cuore. Non siamo cattivi, noi ciociari, alle cose ci arriviamo sempre in ritardo. Magari sarebbe bastata un po’ più di comunicazione con il primo cittadino, accertarsi che i fatti raccontati fossero accaduti davvero. Il punto è che la gente perbene ha voglia di retwettare di omofobia e famiglie arcobaleno, di quanto gli altri siano idioti e cattivi, di come il pregiudizio (degli altri) sia ignorante e condannabile. Ma no, non siamo cattivi. Tutt’altro. Questa città è l’esempio che una democrazia perfetta e compiuta può esistere. Qui i benpensanti intestinali impulsivi sono la maggioranza. Non una maggioranza risicata. Una maggioranza solida, compatta, affidabile. Qui tutto è, giustamente ed eticamente appaltato ai benpensanti intestinali impulsivi. Tutto questo non è un’offesa, ma corrisponde ad un altissimo criterio di equità morale che non è una forma di esistenza perfetta, ma tutto sommato è la migliore possibile. Diffidare sempre da chi è convinto di avere ragione e di sapere. A concludere la storia va osservato che i TG nazionali hanno bellamente ignorato la notizia della smentita, sulle testate social la presunta sassaiola ed il “non esistono prove” vengono rilanciate a quota 5 a 1 come i vecchi che si giocano la bevuta a tressette e l’unico ad essere stato denunciato per procurato allarme e fatto oggetto di gogna mediatica è solo il professore che magari, almeno concediamocelo, era in buona fede. La verità è un percorso di profonda solitudine. Oltre le frasi di circostanza e qualche messaggio, la salita bisogna farsela da soli. La politica, però, è presente. Quando decide al posto tuo come le cose devono andare. Troppi sassi lanciati con leggerezza e alla rinfusa è capace che ti ritornino in faccia.