I contrasti stridenti che contraddistinguono il Messico si percepiscono appena percorsi pochi chilometri della strada che dall’aeroporto internazionale di Cancun si snoda verso le località turistiche della Costa Maya, la parte meridionale dello Stato del Quintana Roo. Le sfarzose entrate dei resort per turisti occidentali sono quasi incastonate tra piccole botteghe tirate su alla belle e meglio che vendono prodotti locali e generi di prima necessita’. Donne dai capelli scurissimi offrono le proprie mercanzie ai passeggeri che sfrecciano veloci lungo l’arteria a quattro corsie che collega la punta orientale del paese verso la prima grande città della costa sud: Playa del Carmen. Quello che fino a pochi anni fa era uno borgo di pescatori ci appare come una moderna metropoli occidentale, con strade piene di negozi affollati da turisti alla ricerca di rinfresco e ristoro, prima di rituffarsi nel meraviglioso Mar dei Caraibi dalle acque cristalline. La seconda tappa e’ ancora più suggestiva, la città sacra per il popolo Maya di Tulum, con le sue splendide costruzioni a gradoni che dominano l’immenso litorale. Un’atmosfera surreale, contraddistinta da un brulichio di vacanzieri assiepati negli hotel affacciati sul mare. Tulum, una volta meta hippies per eccellenza, si e’ in pochi decenni trasformata in una destinazione chic, con prezzi del tutto simili a qualunque altra località balneare occidentale. Un Messico edulcorato, lontano dagli stereotipi che preparando il viaggio ci siamo fatti di questo paese. Per assaporare la vera natura di questa enorme nazione bisogna percorrere ancora decine di chilometri verso sud. Lasciata Tulum infatti e’ la natura a riprendersi i propri spazi contaminati finora da uno sfrenato sviluppo ad uso e consumo dei milioni di turisti che ogni anno scelgono questo luogo di villeggiatura e che, nella migliore tradizione americana, optano per formule all inclusive che non lasciano spazio alla tradizione locale. Prima di arrivare nella nostra agognata destinazione sfioriamo l’agglomerato di Felipe Carrillo Puerto, un anonimo centro situato a ridosso della riserva della biosfera di Sian Ka’an. Ci siamo quasi, dopo pochi chilometri lasciamo la strada principale e e affrontiamo un rettilineo che ci porta a Mahahual, la cittadina che abbiamo scelto per il nostro soggiorno. Dal vento che ci accarezza dal mare e dai colori che percepiamo a distanza capiamo subito di essere arrivati in un luogo suggestivo, unico, di una bellezza straordinaria. Una striscia di sabbia bianca incastonata tra l’oceano e una vegetazione fatta di una distesa verde brillante di mangrovie. Un paradiso, contaminato solo dalle periodiche presenze di navi da crociera che sbarcano centinaia di turisti che durante il giorno passeggiano lungo il Malecon, intasando i ristoranti e le botteghe che si si affacciano sulla passeggiata. Tornati i croceristi a bordo, dal tramonto in poi invece tutto cambia, il languore del Mar dei Caraibi si prende la sua rivincita e l’atmosfera si riempie di una calma quasi stordente. E’ il momento più bello, quello che si sogna quando si parte per dei luoghi esotici. E’ anche il momento delle conoscenze, degli uomini e delle donne che hanno scelto questo lembo di terra ancora incontaminata per vivere. Ma questa e’ un’altra storia che avremo modo di raccontare…