I confini mobili della cittadinanza
A cura di Antonello Calore e Francesco Mazzetti
Diritto
Giappichelli Torino
2019
Pag. 237, euro 23
Confini umani. Per millenni. Giuristi, storici, filosofi del diritto, economisti, sociologi, architetti, medici si sono associati nel Laboratorio su Cittadinanze e Inclusione Sociale presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell’ateneo di Brescia. La riflessione collettiva ha approfondito aspetti storico-teorici dei requisiti che legano l’individuo a una comunità, soprattutto dal momento in cui diventa partecipe di gruppi prevalentemente stanziali e confinati. Modernamente la cittadinanza ha via via perso la funzione di mezzo per il raggiungimento dei diritti sociali, quasi riducendosi a criterio formale di contrapposizione. Nell’interessante ricco testo “I confini mobili della cittadinanza”, curato dal noto romanista Antonello Calore (Sulmona, 1952) e da un giovane architetto (Brescia, 1982) si esaminano la situazione nell’Antica Roma e nell’Italia post-unitaria, gli effetti della rivoluzione neoliberale, differenze di genere e di origine, questioni amministrative e previdenziali.