Scienza

Intelligenza artificiale: minaccia o opportunità?

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Una dicotomia in cerca di equilibrio

Il concetto di Intelligenza Artificiale è, ancora oggi, qualcosa che inevitabilmente evoca alla mente asimoviane memorie o distopici scenari futuri in cui macchine senzienti potrebbero decidere un giorno di ribellarsi e prendere il controllo sul genere umano.

Ma cos’è davvero l’intelligenza artificiale? Con il termine AI (Artificial Intelligence) si indica quel ramo dell’informatica che si occupa di sviluppare determinati algoritmi in grado di consentire alle macchine di compiere operazioni e ragionamenti complessi, generalmente considerati esclusiva prerogativa umana.

È bene tuttavia fare una distinzione fondamentale, quella fra Intelligenza Artificiale debole e forte. Con la prima si fa riferimento ad un tipo di sistema progettato per risolvere e analizzare specifici problemi, simulando determinate capacità cognitive umane senza però raggiungerne le reali capacità intellettuali; con la seconda, invece, si fa riferimento ad un sistema progettato per essere in grado di sviluppare una propria coscienza e intelligenza, sviluppando capacità cognitive autonome.

Se l’Intelligenza Artificiale forte ci sembra ancora molto distante dalla vita quotidiana, l’Intelligenza Artificiale debole è ormai parte della nostra realtà in misura sempre più ampia.

Dall’automazione domestica al marketing, dalla diagnostica medica alla videosorveglianza e la pubblica sicurezza, fino all’informazione e al giornalismo, l’AI è oggi applicata e utilizzata in moltissimi campi.

Anche allontanandosi, dunque, da una visione piuttosto fantascientifica e remota che vede robot umanoidi conquistare il mondo, potrebbe risultare più realistica e concreta la possibilità che l’Intelligenza Artificiale sostituisca del tutto l’uomo in molti ambiti di lavoro.

I problemi etici e sociali che potrebbero presentarsi parallelamente ad uno sviluppo massivo dell’Intelligenza Artificiale sono reali, ma risolvibili tramite un impegno a livello globale: decentralizzare la ricerca sull’AI, oggi nella gran parte detenuta dai grandi monopoli, e democratizzarne l’accesso attraverso una programmazione open source che consenta a una rete internazionale di progettare e sviluppare queste tecnologie.

La proposta di regolamento dell’Unione Europea

Il 21 Aprile 2021 la Commissione Europea ha presentato a Bruxelles una proposta di Regolamento sull’Intelligenza Artificiale. L’ambizioso obiettivo della proposta è quello di sostenere e promuovere lo sviluppo di un’Intelligenza Artificiale sostenibile, sicura, antropocentrica e soprattutto affidabile e trasparente.

Il regolamento sarà applicato nell’Unione Europea per l’immissione in mercato e l’utilizzo di sistemi basati sull’AI, secondo un approccio basato sul livello di rischio – inaccettabile, alto, limitato e minimo.

Fra gli usi dell’Intelligenza Artificiale considerati a “rischio inaccettabile” troviamo sistemi di social scoring – utilizzati in Cina – che consentono ai governi di assegnare un punteggio e classificare i cittadini secondo determinate caratteristiche, o quei sistemi che sfruttano la vulnerabilità legata all’età o a una disabilità per distorcere il comportamento di un soggetto.

Nella categoria ad “alto rischio”, quindi sottoposti a obblighi rigorosi prima di entrare nel mercato, rientrano sistemi che utilizzano l’AI per infrastrutture critiche, istruzione, formazione professionale o servizi pubblici; troviamo poi i sistemi a “rischio limitato”, come i chatbot, che avranno specifici obblighi di trasparenza, e quelli a “rischio minimo” in cui rientrano la stragrande maggioranza dei sistemi di AI.

Con il primo tentativo mondiale di regolamentazione sistematica dell’Intelligenza Artificiale, l’Europa si propone come teatro mondiale per un’Intelligenza Artificiale affidabile basata su un modello di sviluppo equilibrato in grado di ricalibrare il sistema di monopolio d’oltreoceano sulle nuove tecnologie ed offrire ai cittadini sistemi degni di fiducia e nuove opportunità.

La sfida

È indubbiamente lecito dunque porsi la fatidica domanda “minaccia o opportunità?” sull’Intelligenza Artificiale, un po’ meno utile potrebbe essere indugiarvi; l’ingranaggio è già avviato e volenti o nolenti non si può fermare il processo.

Possiamo però impegnarci globalmente per far sì che le nuove tecnologie abbiano una giusta regolamentazione, che metta al primo posto la sicurezza dell’uomo e sia basata su principi etici ineluttabili, in uno scenario dove l’Intelligenza Artificiale sia davvero utile per il bene dell’umanità.

Il quadro futuro dipende dalle scelte del presente, e fondamentale è impegnarsi oggi per fare sì che siano quelle giuste.

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