La parola

Responsabilità

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Quando i termini si ripresentano nel tempo, lungi dall’essere una notazione positiva, sono invece il segnale che qualcosa non va per il verso giusto. Ecco perché appare purtroppo utile ritornare sul termine responsabilità, vocabolo che in francese ed anche in inglese appare assai simile anche nella grafia a quello italiano.

Dunque, con il dizionario esaminiamolo. Esso in somma analisi si riferisce al fatto, alla condizione e la situazione di essere responsabile. Cosa vuol dire lo si comprende nelle possibili declinazioni. Una responsabilità si assume, si prende e in relazione a qualcosa o a qualche atto che ne è la pratica manifestazione. Così si assume per le proprie azioni, ci si dichiara responsabili anche per quelle altrui se ne ricorrono gli elementi. Essa può essere accettata oppure no. Un altro significato meno etico ma più pratico è quello che si indica come compito e settore specifico di cui si è responsabili, e riguarda ovviamente ogni tipo di incarico del quale si viene investiti e del quale si è poi chiamati a rispondere.

Con accezione e uso particolare, continua il dizionario la frase “assumersi le proprie responsabilità, può essere pronunciata con sfumature diverse e variamente articolata, ma sempre con tono grave, soprattutto quando, all’interno di un gruppo (pensiamo alla politica) s’intende scindere la responsabilità dei singoli componenti da quella solidale dell’intero gruppo (nei casi in cui si tratti, per esempio di prendere decisioni impegnative e rischiose, oppure vi siano accuse generiche di colpevolezza che possano coinvolgere, assieme all’effettivo colpevole, anche gli attori).

Per ovvia conseguenza è nel campo del diritto che il termine assume connotati precisi senza tuttavia perdere il valore morale di insieme. In quello civile, esso delinea la situazione giuridica di obbligo gravante su un soggetto e che si instaura o per inadempimento di un obbligo (responsabilità contrattuale); per qualunque atto illecito doloso o colposo che abbia arrecato ad altri un danno ingiusto (questo il caso della responsabilità extracontrattuale). Nel diritto privato può distinguersi quella diretta m da quella indiretta od anche oggettiva a seconda che l’illecito sia causato dal soggetto stesso oppure da altri di cui è tenuto giuridicamente a rispondere (incapaci, figli minori, soggetti sotto tutela, ecc., o anche animali, cose in custodia, attività pericolose, ecc.). Data la delicatezza delle situazioni oggettive si parla di assicurazione obbligatoria della responsabilità civile, per esempio, per i danni derivanti dalla circolazione dei veicoli a motore. Ancora di quella patrimoniale, ovvero che grava sul patrimonio del debitore, per la piena soddisfazione del creditore: in linea di principio è illimitata (nel senso che il debitore è chiamato a rispondere con tutti i suoi beni presenti e futuri) e costituisce un limite invalicabile ai poteri del creditore, che non può, negli ordinamenti giuridici moderni, rivalersi altrimenti sul debitore (per es., rendendolo schiavo o facendolo imprigionare). La responsabilità può avere molte declinazioni, può essere amministrativa come nel diritto pubblico, sia dell’amministrazione pubblica verso altri soggetti, sia dei funzionarî nei confronti di terzi, può essere disciplinare e via dicendo.

Esiste poi quella in campo penale. Qui si indica quella conseguente alla commissione di un illecito penale: nei sistemi giuridici moderni (e in partic. nel nostro sistema costituzionale) è, diversamente dalla responsabilità civile, strettamente personale. Vi è poi quella internazionale, ossia come rapporto tra lo stato imputabile di un illecito internazionale e lo stato ai cui danni l’illecito è stato compiuto. In un senso più ampio, può essere politica, in un rapporto di rappresentanza politica, la responsabilità di un titolare di una carica pubblica elettiva nei confronti degli elettori; nel sistema costituzionale italiano, la responsabilità del governo verso il Parlamento, che si concretizza nell’obbligo del primo di dimettersi quando non abbia più la fiducia del secondo; in senso generico, la condizione di chi è responsabile, per comportamenti, azioni o discorsi che di per sé non rappresentano un reato, di situazioni o accadimenti politici, economici o sociali gravi o delittuosi.

Come sempre i territori e le possibili analisi possono riguardare pressoché l’ampio quadro dell’intero agire personale o di gruppo. In questa accezione più ampia si parla della parola come della dote e della caratteristica di essere responsabile, di comportarsi responsabilmente. A questo punto veniamo al punto di interesse riferito a quello che ci accade intorno nella nostra comunità nazionale (discorso analogo può essere esteso anche oltre ma esula dal nostro riflettere). Assistiamo spesso a scontro dialettici e in qualche caso anche in altri campi, nei quali ognuno cerca di addossare la responsabilità a qualcun altro. Sembra quasi uno sport, ma non lo è. Evangelicamente si guarda alla pagliuzza nell’occhio altrui e non alla trave nel proprio occhio.

Di qui una sorta di agonismo sfrenato a non assumersi la propria ma a farla assumere ad un altro, avversario, nemico, pur di allontanare da sé che cosa: ma la responsabilità, come abbiamo detto. Per ogni atto o fatto si cerca affannosamente di trovare un capro espiatorio ed oggi con la rete internet si orchestrano anche veri e propri ostracismi globali, un tempo riservati invece ad una stretta cerchia familiare o del gruppo più o meno ampio. Occorre meditare su questa vera e propria deriva perché siamo tutti “responsabili” di quello che accade sia compiendo un atto che rifiutandoci di compierlo ed addossandolo a qualcun altro. Un modo di essere che innesca un pericoloso meccanismo come qualche fatto di questi giorni dimostra senza bisogno di spiegazioni!

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