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Golpe, finto golpe e stupidaggini

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Le recenti vicende che hanno colpito la Turchia, nella loro gravità e con l’ampio fardello di dubbi che accompagnano il dopo, hanno sicuramente per noi un valore significativo…

Le recenti vicende che hanno colpito la Turchia, nella loro gravità e con l’ampio fardello di dubbi che accompagnano il dopo, hanno sicuramente per noi un valore significativo: fanno finalmente vedere la reale portata che debbono avere, a confronto, le accuse continue e pervicaci di attentati alla democrazia, alla Costituzione, alle istituzioni che vengono dalle opposizioni e dalle minoranze interne alle forze politiche di maggioranza all’indirizzo del governo e del premier. Un esercizio retorico, oratorio e dialettico che mostra tutta la corda e l’assurdità in sé e per coloro che se fanno portatori. Ma tant’è, il vuoto pneumatico delle idee e delle proposte, la rincorsa dell’esistente, la distanza tra le esigenze del paese e le proposte per affrontarle, invece di indurre a rimboccarsi insieme le maniche porta sempre al duro confronto sui grandi sistemi, dimenticandosi che è dai minimis che si parte per risolvere i grandi temi e non il contrario!
Ecco allora che vi sono diversi piani di analisi da condurre. Sempre in parallelo a quanto accade in Turchia. Primo, il tentativo di colpo di stato, molto tentativo e poco colpo di stato, che costituisce tuttavia un formidabile grimaldello per il presidente turco di sferrare l’attacco definitivo ai suoi oppositori religiosi e laici, e soprattutto a quel che rimane della democrazia e delle libertà turche. Siamo in presenza oltretutto di un partito egemone che tende a farsi stato e questo non può essere considerato positivo.
Nel nostro paese siamo a questo livello? Affermarlo anche soltanto come ipotesi di scuola non è soltanto da stolti, ma direi da criminali del pensiero, consapevoli e coscienti. Nulla vi è in Italia di assolutamente comparabile agli avvenimenti sul Bosforo! Non vi sono militari in cerca di rivincita, non ci sono sentimenti golpisti, non esiste un partito egemone anche se qualcuno si sforza tutti i giorni di farcelo credere! Dunque siamo nella fuffa, non solo per scherzo ma anche per davvero! Continuare su questa china definendo il premier un novello aspirante uomo forte o satrapo orientale non è neppure una battuta, ma un’idiozia oltretutto stolta, perché questi umori si innestano nel sentire popolare e rischiano di generare spinte sbagliate, come quelle che nascono dal problema migranti, dove per combattere quelli che delinquono o si estremizzano, si rischia di colpire persone che da decenni, in pace e laboriosità, vivono insieme a noi!
Secondo punto, il finto golpe. Un’autorevole firma del Corriere della Sera si è fatta portavoce di una precisa accusa che viene da esponenti di spicco del mondo politico e intellettuale turco non asservito al governo. Quello che è accaduto per quattro ore nel paese anatolico, è stato un golpe fasullo, un pretesto per adottare misure liberticide con il “consenso” del popolo. Tesi non peregrina se si confrontano i tempi e le reazioni. Un’ora dopo la dichiarazione di presa del potere di un gruppo di militari non conosciuti, il presidente turco appare su un cellulare, attraverso uno strumento che nel corso degli anni ha cercato in ogni modo di oscurare e si rivolge al popolo, quale non si sa, il suo? non quello turco in toto, chiedendo di scendere in piazza e fermare il golpe! In meno di mezz’ora le strade di Istanbul, Ankara, Izmir e altre città, si riempiono di centinaia, di migliaia, di persone che inneggiando al capo dello stato si oppongono agli insorti! Come hanno potuto organizzarsi così in fretta ed essere perfettamente nei luoghi dove i golpisti tentavano di detenere il potere? Domanda logica, risposta analoga: era tutto preparato. La riprova è nell’aereo presidenziale in volo per ore: cosa improbabile se non si fosse pensato a farlo, e tranquillamente visibile e identificabile sui radar non solo turchi, e sfiorato continuamente da jet militari che si è visto non hanno esitato a bombardare dal cielo! Una dimenticanza quanto meno sinistra in un paese oltretutto importante della Nato! O una voluta “protezione” del capo? E lo dimostra il pugno di ferro del governo che in meno di diciotto ore ha arrestato e imprigionato qualcosa come 17/18 mila tra soldati e poliziotti e sospeso oltre settemila giudici! Militari e apparato giudiziario, erano due pilastri delle democrazia turca ancora non totalmente allineati! Gli obiettivi perfetti! Ogni parola in più è ultronea! Salvo quella delle centinaia di vittime tra civili e soldati che sono stati “agiti” dal sistema per ottenere il risultato. Qualcuno nel tempo dovrà ricordarli per quello che sono stati: vittime sacrificali!
Esiste una situazione simile nel nostro paese? Affermarlo, ripetiamo non è soltanto da stolti, ma da consapevoli sostenitori di tesi criminali o almeno criminogene! Non esistono le premesse per militari o forze di polizia inclini a queste derive, non esiste nessuna intenzione autoritaria del governo ed esistono altresì fortissimi anticorpi sociali, di un popolo ci sia consentito dirlo molto più avvezzo alle libertà democratiche e alla loro difesa! Qui da noi, un aereo di stato con cotanto passeggero non riuscirebbe neppure ad alzarsi in volo o sarebbe costretto ad atterrare in poco tempo!
Terzo punto. Cosa resta di questo parallelo impossibile? Soltanto le stupidaggini delle quali si riempiono la bocca ogni giorno, ogni ora, esponenti di rilievo di forze politiche che hanno governato il paese o che aspirano a farlo! Stupidaggini pericolose, però, mentre in Europa continua l’attacco strisciante degli estremisti islamici, lupi solitari o meno che siano. Esiste un antico motto romano che fece grande l’impero nell’antichità: “dìvide et ìmpera”! Solo che da noi manca il centro di potere che può applicarlo. Il governo è sempre in fibrillazione e il partito maggioritario è percorso da divisioni già di suo; l’opposizione di centrodestra è divisa oltre ogni limite immaginabile senza interventi esterni; l’approccio con il potere sta provocando spaccature anche nei cinquestelle! Ecco, dunque, il nostro particolare antidoto: la divisione perenne! In essa nessuno riesce a prevalere e neppure ci prova veramente! Non è una grande consolazione, ma dove tutti si controllano l’un l’altro sospettosi, almeno fughe in avanti non sono praticabili!

di Roberto Mostarda

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