recensioni libri

Come la pioggia sul cellofan

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Grazia Verasani
Noir
Marsilio Venezia
2020
Pag. 175 euro 15

Bologna. Fine estate. Dopo un anno di convivenza, l’irreprensibile giudizioso Luca Bruni, dirigente della questura a capo della squadra Mobile, ha lasciato la graziosa conciliante Giorgia Cantini, esperta titolare di una piccola agenzia di investigazioni private, incallita fumatrice e bevitrice, impulsiva atea solitaria. Lui aveva avuto una bella infatuazione, ora è tornato sui suoi passi, ha radunato le proprie poche cose mentre lei era fuori, ha lasciato le chiavi sul tavolo e se n’è andato senza lasciare un biglietto. Tre mesi prima il figlio Mattia aveva avuto un grave incidente con una settimana di coma, è ancora in convalescenza, la madre Giusi aveva vietato a Giorgia di fargli visita, Bruni non si era opposto e anzi aveva progressivamente scelto di tornare in “famiglia”. Lei si compiange e si ubriaca spesso. Un amico la distrae suggerendole un lavoro: la famosa pop star alcolista cocainomane Furio Salvadei ha una devota ammiratrice non più giovanissima, la 44enne Adele Fossan residente a Mestre ed ex proprietaria di un negozio di abbigliamento. Si è fatta troppo insistente, è stata già ammonita dalla polizia; il musicista è in piena crisi artistica ed esistenziale, se ne vorrebbe liberare senza ricorrere a forza e giustizia. Giorgia va a trovarlo in un appartamento da capogiro, che uomo! Vicino ai cinquanta, niente di artificiale, capelli folti e castani schiariti dal sole, setto nasale deviato in modo fascinoso, occhi marroni luminosi; un fratello quasi altrettanto affascinante. L’incarico si rivela meno facile del previsto: si tratta di uno stalking intermittente, la donna molestatrice è sfuggente enigmatica strana mutevole. A Giorgia, in parallelo, viene anche chiesto di verificare la biografia della possibile futura nuora di una riccona. E poi ci scappa un omicidio. La scrittrice e cantautrice, attrice e doppiatrice Grazia Verasani (Bologna, 1964) confeziona l’ennesimo bel noir, come sempre narrato in prima persona al presente dalla riuscita protagonista. Scrive buone storie e musiche da oltre trent’anni, il primo romanzo con Cantini nel 2004 (ne furono tratti un film da Salvatores e una serie televisiva). Questo è il sesto, a quattro anni dal precedente; la vita cartacea scorre più lenta, è trascorso solo un anno dalla vicenda narrata nel 2016. Ora che è tornata sola, Giorgia incontra di nuovo molti dei soliti interessanti amici, sempre aiutata dalla mitica Genzianella. Il titolo parte dalla pioggia persistente della stagione e riprende un effetto sensoriale, gli involucri che ci proteggono e separano dal fastidio e dal dolore, in un contesto dove tutto appare disilluso, falsato da miti e tecnologie. La stalker e l’investigatrice sono donne disperate e lottano insieme a noi, nell’ombra, in un continuo rimando di citazioni cinematografiche e letterarie, perlopiù di testi e film di genere giallo e noir. Come epitaffio della sua storia d’amore Giorgia sceglie, comunque, Françoise Sagan: “per un istante furono sul punto di conoscersi”. La gioia di veder cadere chi è salito in cima si chiama Schadenfreude, lo sapete? Come spesso, la lotta interiore è, invece, a metà tra il senso di colpa e lo scaricabarile. Liquori, birra e vino in gran quantità, anche amarone e traminer. Pure molta musica, compreso il pezzo di Dalla che piaceva alla scomparsa sorella Ada: “leva il tuo sorriso dalla strada e fai passare la mia malinconia”. Beati quelli che ci riescono.

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