Giacomo l’immoralista
Vincenzo Gueglio ed Emanuela Gueglio
Letteratura
Gammarò Sestri Levante
2019
Pag. 383 euro 21
Recanati. Ancora. Due filosofi, Emanuela e Vincenzo Gueglio (Sestri Levante, 1946) scelgono di farci riflettere sulla filosofia leopardiana. Sanno che molte autorevoli personalità (da De Sanctis, Carducci, Croce, Gentile in avanti) giudicano il pensiero di Leopardi frutto solo di nervi malati e che altri moltissimi lo hanno studiato finendo su interpretazioni opposte, colti comunque da un’ansia classificatoria che mal si accorda con una ricchissima speculazione frammentaria, mobile, aperta, incompiuta di un filologo intransigente cultore dell’acerbo vero. Nel titolo risuona un epiteto, “Giacomo l’immoralista”, proprio per prendere le distanze da vecchie definizioni (pessimista, nichilista, romantico e così via). Il volume fa parlare lo stesso Leopardi, i suoi giudizi su tanti filosofi e pensieri, concentrando l’attenzione sulle opere meno note o solo abbozzate. Emergono i temi inevitabili: il nulla e la ragione, bellezza e relativismo, passioni e virtù, illusioni e distrazioni.