Scienza

Addio nutrizionisti: la dieta è mia e la gestisco io

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Specialmente se è di fantasia e fuori da ogni protocollo scientifico

Forse non ci crederete, ma tutti siamo a dieta, attenzione però, non si intende solo essere maniaci dei carboidrati, degli zuccheri e quant’altro, bensì, come nell’accezione latina, è uno stile di vita che abbiamo con il nostro carburante primario per mandare avanti la macchina del corpo cioè il cibo.

Oggi, con l’evoluzione dei costumi ed una maggiore consapevolezza della salute, almeno così sembra, il cibo non è più solo un mezzo per saziarsi, ma è anche cultura del buon vivere, non per nulla vanno alla grande le tante rubriche di cucina su tutti i media.

Insieme ai grandi cuochi, a volte solo televisivi, c’è anche tutto il mondo delle diete culinarie che non nascono dalla ricerca medica bensì spesso dalla fantasia dei loro inventori anche fuori da ogni parametro scientifico.

 Che importa di ciò che afferma la scienza – si sente dire spesso – quella dieta è stata usata dall’attrice o dallo sportivo famosi e tanto basta per farla entrare nel circuito delle diete vip pronte ad essere provate.

Se poi uno si stente male, pazienza, non si può avere tutto dalla vita.

Oggi adottiamo a tavola stili di vita non sempre corretti spesso seguendo le linee delle mode alimentari promosse dal mercato e sono spesso inutili oltre che dannose abbandonando, specie noi italiani, la famosa dieta Mediterranea. 

Se poi siete di coloro che si sentono alternativi perché siete vegani o vi piace il sushi sappiate che siete solo dei tradizionalisti parrucconi della cucina.

Oggi vanno di moda ben altre esperienze, qualche esempio? Non c’è che l’imbarazzo della scelta.

Ad esempio, c’è chi pensa che nutrendosi solamente di alimenti fortemente alcalini, cioè non acidi, possa diventare una dieta attraverso la quale si ottengono effetti miracolosi per l’organismo fino ad arrivare a fronteggiare addirittura il cancro e tutto questo mangiando solo broccoli, rape rosse, radici, cetrioli, mele e niente di meno che sedano, insomma, si fa per dire, una vera “goduria” per il palato.

Peccato che tanti sacrifici sono del tutto inutili perché qualsiasi cosa mangiamo viene comunque attaccata dai succhi gastrici che non fanno altro che acidificare ciò che ingeriamo per una migliore digestione.

Ci sono poi quelli che hanno “scoperto” che ogni cibo di colore viola faccia bene come: melanzane, prugne, radicchio, ribes e fichi ricchi di antiossidanti che vanno mangiati solo per tre giorni di seguito e chiameremo ovviamente dieta viola. Dimenticavo che secondo questi seguaci questo regime alimentare renderebbe molto più intelligenti chi ne fa uso. Provare per credere.

E che dire allora della dieta blu, dove il cibo rimane dello stesso colore che gli ha dato la natura, ma cambia solo il modo di vederli, appunto con occhiali dalle lenti blu.

Vedendo il cibo di questo colore non siamo invogliati a mangiarli e così tendiamo, almeno in teoria, a mangiarne di meno e dimagrire, c’è solo un inconveniente che una volta tolti gli occhiali la dieta è bella che finita.

C’è anche chi pensa che cibandosi solo ed esclusivamente del cibo puro indicato da Dio a Mosè, la dieta biblica, si può guarire di ogni malattia, sembra che vada molto bene per chi è affetto dal morbo di Kronin. Inutile dire cosa ne pensa la scienza.

Se poi volete stare al passo con i tempi e con la moda, basta seguire i dettami alimentari di molti divi di Hollywood come il cibo dei bambini, baby food, chiamato così perché è a base di omogenizzati di ogni tipo dalla carne alle verdure arrivando addirittura a consumarne almeno 16 vasetti al giorno, ma anche in questo caso nascono dei problemi e non da poco.  

Un adulto può mantenere questo regime per pochissimo tempo perché arrivano seri problemi al digerente e anche ai denti che non usandoli cominceranno ad avere problemi masticazione, di stabilità con irritazione alle gengive, in sintesi piorrea.

 Abbiamo poi una vera scissione “politica” del mondo vegano dai cosiddetti duri e puri a quelli vegano liberal, questi ultimi hanno reintrodotto la carne nella loro dieta, ma solo carne selezionata biologica di prima scelta ed a chilometri zero, per quest’ultima specifica vedo assai complesso allevare un manzo in una città e macellarlo, povera bestia, sotto casa per rispettare il rapporto dall’allevatore al consumatore.

In questo quadro di scissioni abbiamo anche i reduci-vegani che hanno anch’essi reintrodotto la carne nella loro alimentazione, ma in maniera assai moderata anche se non è specificato il quanto.

Possiamo continuare per almeno un’altra ventina di cosiddette diete che ho sotto gli occhi mentre scrivo, un po’ troppe, allora concludo con la dieta sicuramente più anti politically correct chiamata paleo – dieta o, meglio, la dieta anti vegana per eccellenza.

Questo regime alimentare si basa esclusivamente sui cibi reperibili in natura prima dell’avvento dell’agricoltura moderna.

Il principio su cui si fonda è che l’uomo primitivo grazie a questa alimentazione non soffrisse di tutte quelle malattie tipiche invece dell’uomo di oggi, dimenticando che su tanti scheletri risalenti al Neanderthal, solo per fare un esempio, sono state trovate malformazioni fisiche notevoli, problemi gravi alla dentatura e anche forme assai invadenti di cancro.

Ciò nonostante questo tipo di nutrizione si ciba esclusivamente di selvaggina, sangue frattaglie, pesce, crostacei, uccelli, uova, bacche, miele e vegetali che crescono spontaneamente come radici, bulbi, noci e semi.

Già qui ci vuole un certo stomaco, ma quando si arriva a mangiare anche i rettili, vermi, bachi, insetti possiamo dire che la Paleo-dieta ha ancora degli ostacoli insormontabili, almeno per il mondo occidentale.

Forse per star bene invece di seguire l’ultima moda alimentare che viene da Tizio o da Caio, bisogna forse seguire i consigli dei nostri nonni: mangiare di tutto, ma con misura.

Un idea che funziona se oggi, generazione dopo generazione noi italiani, grazie anche alla famosa dieta Mediterranea, siamo tra i più sani e longevi al mondo, purtroppo con il cambio di stile alimentare globalizzato non sappiamo se in futuro avremo ancora questo invidiabile primato.

di Angelo Cannarozzo

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