L’attacco perpetrato la scorsa settimana dalle milizie yemenite Houthi ai danni di due enormi impianti petroliferi in Arabia Saudita, ha reso incandescenti le già difficili relazioni tra Stati Uniti ed Iran. I ribelli sostenuti da Teheran infatti hanno inferto un colpo durissimo alle infrastrutture di produzione di greggio di Riyadh, con ripercussioni del prezzo del petrolio che si stanno facendo sentire a livello globale, con il costo del barile schizzato a 100 dollari, anche se poi le riserve immesse sui mercati dalla stessa Monarchia hanno calmierato la situazione. Ma la cosa che sta maggiormente preoccupando Washington ed i principi sauditi e’ la modalità con cui e’ stato effettuato l’attacco. Per colpire i due siti di raffinazione e stoccaggio, i ribelli Houthi hanno usato una nuova generazione di droni con un raggio d’azione di oltre 1500 chilometri, in grado dunque di colpire ogni luogo del Regno, comprese le basi americane presenti sul territorio. I siti presi di mira infatti si trovano ad oltre 300 chilometri dallo Yemen, sulla costa orientale saudita nei pressi del Bahrein, luogo considerato quasi inattaccabile fino al blitz della scorsa settimana. Per questo il Presidente Trump ed il suo entourage hanno ammonito i vertici iraniani di interrompere immediatamente le forniture militari ai ribelli Houthi, pena un’intervento diretto delle truppe americane nei confronti del regime degli Ayatollah. Da parte sua Teheran ha smentito un proprio coinvolgimento diretto negli attacchi, sottolinenando pero’ di essere pronta a sostenere qualunque tipo di conflitto sia contro l’Arabia Saudita sia contro la potenza americana. Anche il portavoce delle milizie Houthi ha ribadito la volontà dei propri combattenti di continuare azioni di sabotaggio in territorio saudita se l’esercito di Riyadh ed i suoi alleati continueranno ad intraprendere interventi militari nella guerra civile che da quattro anni si sta combattendo in Yemen. Un conflitto costato la vita a centinaia di migliaia di persone che ha determinato una crisi umanitaria che sta mietendo più vite delle stesse armi. Oltre ad intervenire militarmente a sostegno della fazione sunnita che controlla la città di Aden ed il territorio limitrofo, l’Arabia Saudita ha messo in atto un blocco navale ed aereo che non consente alla popolazione Houthi, la cui roccaforte e’ situata nella regione montagnosa settentrionale con capitale Sana’a, di avere un costante approvvigionamento di medicinali e cibo, causando così un collasso delle strutture sanitarie solo in parte sopperito dall’azione sul territorio delle organizzazioni umanitarie. Tra queste particolarmente capillare e’ l’azione di Medici Senza Frontiere che ha parlato di una lenta agonia che sta mettendo a rischio la vita di migliaia di persone colpite da malattie che con con gli adeguati mezzi potrebbero essere facilmente curabili.
di Diego Grazioli