UN DUBBIO TROPPO COSTOSO
IL MIT METTE LA PAROLA FINE ALL’EQUIVOCO
Le nuove linee guida del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti
(http://www.mit.gov.it/sites/default/files/media/documentazione/2019-07/Linee_Guida_ZTL_5050_28_giugno_2019.pdf) portano alla sostituzione della scritta “VARCO ATTIVO” con la più agevole “ZTL ATTIVA” di color rosso e “ZTL NON ATTIVA” di color verde, evocative della lanterna semaforica, risolvendo così il dubbio linguistico che di certo non aveva aiutato a snellire la giustizia e nello specifico gli uffici dei Giudice di Pace chiamati a decidere sul prevalere o meno del senso letterale del termine varco attivo (derivante dal termine varcare e quindi passare) rispetto al senso dato dai Comuni di tutt’Italia di divieto di transito.
Il M.I.T. prende dunque atto dell’esigenza di mettere in primo piano la chiarezza, la semplicità e la non equivocità della segnaletica. Ciò, in quanto, parlare chiaro (rectius segnalare chiaro) è innanzitutto un gesto di lealtà.
Una modifica che seppur possa apparire di poco conto, invero permette un importante ravvicinamento tra le Amministrazioni e gli amministrati.
Sul punto, la Corte di Cassazione già anni fa chiariva come l’equivoco normativo si supera «solo riconoscendo che esso ha natura convenzionale, nel senso che si può avere certezza intorno a quel che si trasmettono dichiarante e destinatario (legislatore e destinatario della norma) […] solo se essi sono d’accordo sul significato della dichiarazione che li collega comunicativamente» (cfr. Cass., 21 marzo 2008, n. 7765).
La certezza normativa ha quindi natura stipulativa, nel senso che quando si tratta di redigere una norma il significato “vero” delle parole perde di senso se viene anticipato da un disaccordo linguistico; soprattutto in un mondo tenuto a saper parlare per emoji ed a non farsi distrarre in macchina (sia per via di un sms sia per via di un dubbio linguistico).
Festeggiamo quindi questo approccio maggiormente collaborativo e solidale del M.I.T. che ci riporta alla mente le alte parole del discorso Chiarezza della Costituzione di Piero Calamandrei, quando quest’ultimo, parlando dei “morti senza retorica” riferendosi ai patrioti venuti a mancare per restituire all’Italia libertà e dignità, ricordava come, invece dell’estremo sacrificio, ai parlamentari fosse stato lasciato «un compito cento volte più agevole; quello di tradurre in leggi chiare, stabili e oneste il loro sogno: di una società più giusta e più umana, di una solidarietà di tutti gli uomini, alleati a debellare il dolore. Assai poco, in verità, chiedono a noi i nostri morti. Non dobbiamo tradirli».
Principi indubbiamente condivisi anche da un cittadino di vicino Cosenza, noto alle radio, per aver subito ben 68 multe e poi chiesto (comprensibili) chiarimenti alla locale Polizia Municipale https://youtu.be/k7EnYB7Jw50
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