recensioni libri

Il metodo del dottor Fonseca

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Andrea Vitali
Noir
Einaudi Torino
202
Pag. 187 euro 16,50

Spatz, ai confini di una nazione e del tempo. Piovoso fine ottobre. Alle sette di mattina un agente della sezione investigativa statale riceve la telefonata del capo. Deve presentarsi subito in ufficio (al quinto dei sei piani), dovrà partire in missione. Tra gli ispettori della struttura il suo capo si porta in giro il soprannome di Maiale, grasso e roseo, arti corti e grossi, sguardo freddo, sempre chiuso in ufficio, sempre seduto alla scrivania, senza segretaria. Sei mesi prima aveva punito l’agente per aver sparato senza motivo, ferendo un passante: servizio solo d’ufficio (al quarto), battere a macchina verbali e denunce, raccogliere e schedare segnalazioni varie. Ora gli ridà finalmente un incarico esterno, lontano dalla capitale, a circa trecento chilometri. C’è stato un omicidio a Spatz, paesotto a millesettecento metri d’altezza in un distretto di montagna vicino al confine settentrionale del Paese (ristrutturato in ottanta distretti), incassato fra due cime, il Salter e il Danzas, ultimo insediamento prima di una zona di rispetto, non appartenente a territori nazionali. Il caso sembra semplice: il colpevole dovrebbe essere un minorato, fratello della vittima 23enne; ha tre giorni di tempo per verificare e tornare. Parte. Poca gente per strada e in giro, scarsa popolazione anche all’arrivo, quasi tutto chiuso. C’è un’osteria con alloggio, il proprietario ha solo un altro cliente, alto magro pallido, tal Ermini. L’agente arriva e legge il verbale della guardia cantonale, i due erano orfani e vivevano insieme, c’è qualcosa che non lo convince. Proprio la guardia lo va subito a trovare per aggiornarlo, accompagnato dal presidente del costituendo consorzio turistico. L’omicida è ancora latitante, va trovato. A cena conosce Ermini, affranto, ha portato il fratello nella clinica dove da dieci anni un mitico professore opera i casi più disperati nel mondo, quelli senza speranza; i quattro edifici sono collocati nella zona cuscinetto, chiamata “terra morta”. Misteri e pericoli incombono.

Settantesimo volume e cinquantesimo romanzo (circa) in trent’anni per il medico scrittore Andrea Vitali (Bellano, Lago di Como, 1956), ulteriore gradevole esperimento letterario drammaturgico e gotico, senza una data certa (né trascorsa né futura) o un contesto paesaggistico istituzionale vero (ispirato alla val Bregaglia in Svizzera), originariamente pubblicato a puntate (in versione un poco differente) nell’agosto 2009 su “La provincia”, antico e molto letto quotidiano a diffusione locale nelle “sue” province di Como, Lecco e Sondrio. Il bravissimo scrittore allora faceva ancora il medico “condotto” di Medicina Generale e iniziava a virare la inesauribile vocazione per lo scrivere con più frequenza verso il genere giallo noir. Abbiamo subito all’inizio il morto ammazzato e l’investigatore depresso, la narrazione è in prima persona al passato, l’indagine rivoluzionerà la vita anonima del giovane diplomato elegante agente di bell’aspetto, spaesato in un periferico disabitato luogo di montagna, necessitato a verificare pure episodi di telepatia o telestesia. Sarà aiutato da un (altro) maiale. I personaggi citati si contano sulle dita di due sole mani, quelli che il protagonista lì incontra (vivi) sulle dita di una (sei a essere precisi). I capitoli sono brevi e brevissimi, lo stile figurativo ed evocativo; niente cellulari, tv, cinema, quotidiani; dialoghi brevi e contingenti anche quando a parlare tanto è soprattutto uno, un diario o una voce o una comunicazione a distanza. L’azzeccata copertina evoca il panorama descritto, spettrale e lunare, con al centro l’incombente enorme clinica dei misteri, ove il professore e il dottor Fonseca hanno evoluto originali metodi di lavoro (da cui il titolo). Bevande e musiche spartane.

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