Riceviamo da un lettore estero, preoccupato per la politica colombiana, una sua libera traduzione dell’articolo di Beatriz Vanegas Athías, pubblicato sul giornale colombiano EL ESPECTADOR il 12 marzo 2019, per descrivere la vicenda umana della filosofa argentina Luciana Cadahia, rimossa l’anno scorso dalla Universidad Javeriana, per le sue idee politiche. Che egli ritiene di grande attualità.
La filosofa argentina Luciana Cadahia, insegnante nella Universidad Javeriana de Bogotá, afferma: “Agli amici che pubblicano notizie sul Venezuela, chiedo, per favore, che scrivano con la stessa veemenza sulla Colombia. Qui sta il nodo gordiano e la dittatura più sanguinaria. Se non lo fanno, sorge il sospetto che stiano prendendo di mira solo una parte del dramma latino-americano. Lo dico davvero, senza sarcasmo. Cominciamo tutti a mostrare la tragedia colombiana e chiediamo aiuto agli organismi internazionali, se non vogliamo ripetere il peggiore dei massacri dell’“uribismo” (cosí si definisce in Colombia l’insieme dei sostenitori dell’ex-presidente Alvaro Uribe Velez )”.
La nostra tragedia, continua la giornalista Beatriz Vanegas Athías, è, come lo fu per 30 anni il dittatore Trujillo per la Repubblica Dominicana, il dittatore Alvaro Uribe Velez. Una tragedia greca il cui “choròs” spegne poco a poco la sua voce. Un “coro”, che non agisce come dovrebbe, cioè come intermediario, e non preludono mai l’azione. Quando leggiamo i tragediografi greci, osserviamo che i canti del coro sono importanti e ci spiegano spesso il significato degli avvenimenti che precedono l’azione. Il coro è lo spettatore che conosce tutto; la grandezza della tragedia greca risiede nel punto di vista di questo “coro spettatore attore”. Qui in Colombia il coro ascolta, comodamente seduto durante 13 minuti, il notiziario gradevole e bugiardo, che spiega come il presidente Duque decide il destino di milioni di colombiani e li condanna alla guerra. Il coro sembra troppo stanco per cantare le gesta di chi sta dietro l’attore, che recita la parte del presidente, e scrive anche i suoi discorsi. Discorsi che fanno parte di un copione scritto col sangue del massacro di “El Salado”, “El Aro”, dei “falsi positivi” (persone appartenenti alla classe popolare, uccise e classificate, in maniera fraudolenta, come guerriglieri per mostrare risultati nella lotta contro la guerriglia, durante la presidenza di Alvaro Uribe Velez). O ancora, col sangue dei massacri di Barrancabermeja, Tierralta, Chengue, Los Montes de Maria, Tame, Saravena, Soacha, Ituango, la Operación Orion. E ancora col sangue di migliaia di morti, di centinaia di agitatori, contadini e oppositori del regime, che muoiono per mano di sicari o, indirettamente, per la fumigazione indiscriminata con glifosato. Terre immense sono occupate abusivamente dai grandi allevatori di bestiame a causa dei quali milioni di persone sono costrette a fuggire in condizioni disperate in cittá e paesi più tranquilli. Questo copione é scritto ancora col sangue di oltre 2.000 donne uccise in meno di un anno, perché la Colombia è il paese dei patriarchi amanti dello status quo, che elegge la più “machista” delle donne come vice presidente (Martha Lucia Ramirez ). Questo copione è scritto da un personaggio che si attacca al potere, perché il potere lo protegga dalle conseguenze del suo curriculum delinquenziale. Un personaggio che copre un errore, la Operación Orion (un’operazione militare con la quale furono eliminate decine di persone e molte altre scomparvero tra il 16 e il 17 di ottobre 2002, durante la presidenza di Alvaro Uribe Velez) con un altro errore, il progetto Hidroituango (che a detta di molti servirebbe a seppellire i corpi di moltissime persone massacrate dai paramilitari), che distrugge il letto del fiume Cauca. La tragedia della Colombia è la tragedia di una dittatura sanguinaria, che poggia sulla guerra e in un certo modo viene giustificata da una Costituzione che sebbene all’avanguardia, vine rinviata e vilipesa. La tragedia colombiana è la tragedia di una dittatura, iniziata molto prima del 2002 (anno di inizio del primo periodo presidenziale di Alvaro Uribe Velez ), che oggi si è rinvigorita in cui l’attuale presidente Ivan Duque figura nel ruolo principale. E che, se il coro o il popolo non si sveglia, attuerà il copione perfettamente. Questa è la tragedia: una vera dittatura, sostenuta da leggi riformulate con l’intimidazione, grazie all’ indifferenza di un coro spento.