Una memoria storica preziosa corredata dall’archivio fotografico del suo memorabile Direttore Enrico Zuppi a disposizione di tutti
Il mondo dell’informazione è destinato ad essere sempre più iperinformatico e inesorabilmente digitale.
A parte la perdita del piacere che ci dava la carta stampata, le conseguenze del mutamento sono ben più gravi. L’informazione on line non conta in quanto tale, ma solo per il numero dei contatti che riesce a raggiungere. Deve essere breve, istantanea e funzionale all’impatto emozionale che produce. Spesso prescinde dalla fondatezza e il “prurito” (pardon) che provoca prevale sulla sua importanza e addirittura sulla veridicità. Purché sia scandalistica va bene. A nulla rileva saper scrivere e la correttezza. Un metodo, un sistema, al quale vanno uniformandosi non solo i social ma anche le testate più importanti.
Per converso il mondo digitale, e anche la notizia digitale, a saperla distinguere e leggere, ci aiuta. Specie con i suoi motori di ricerca e gli archivi digitali.
Un piccolo miracolo ad esempio è stato compiuto al riguardo nella stampa cattolica che di recente, al fine di non disperdere il proprio enorme patrimonio culturale, ha avviato un’opera che ci auguriamo prosegua.
L’Osservatore Romano, su iniziativa dei figli di Enrico Zuppi, storico Direttore dell’Osservatore della Domenica, ha fatto proprio l’integrale digitalizzazione di questa storica testata, insieme a quella del bellissimo archivio fotografico personale del suo Direttore. L’Osservatore ne ha illustrato ampiamente il valore e la portata dedicando due pagine all’iniziativa.
L’importanza storica e documentale dell’iniziativa sono state messe in evidenza da Valerio de Cesaris che ricorda al riguardo: “Negli anni trenta e ancor più in tempo di guerra la stampa vaticana divenne un punto di riferimento per tanti italiani assetati di notizie oggettive. Durante la guerra, di fronte a una stampa di regime che non andava oltre la propaganda: l’«Osservatore Romano» raggiunse picchi di vendita considerevoli, mai raggiunti prima, mentre gli squadristi tentavano d’impedirne la diffusione bruciando le edicole in cui era venduto e minacciando chi lo acquistava. «L’Osservatore Romano della Domenica» ebbe, in quel tempo, soprattutto la funzione di pubblicare interventi che se apparsi sul quotidiano avrebbero provocato rappresaglie, come gli articoli contro il paganesimo nazista, il riarmo e il bellicismo.” Uno spirito coltivato poi con professionalità, onestà e amore da Enrico Zuppi nel dopoguerra, dal 1947 al 1979.
Una memoria preziosa aperta a tutti, consultabile on line su https://www.osservatoreromano.va/it/osservatore-della-domenica.html