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I “mestieri” di Primo Levi

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I “mestieri” di Primo Levi
Gian Luigi Beccaria
Linguistica
Sellerio Palermo
2020
Pag. 131, euro 12

Primo Levi (Torino, 1919-1987), ebreo e partigiano, fu chimico e scrittore prima e dopo Auschwitz, di cui ci ha lasciato indimenticabile memoria. Con curiosità e grazia, sensibilità e dottrina, praticò pure un terzo amato mestiere: fu linguista, filologo, dialettologo. Il linguista e saggista Gian Luigi Beccaria (Costigliole Saluzzo, 1936) racconta in un delizioso volumetto la mescolanza di scienza, arte e linguaggio chiaro, ovvero tutti “I “mestieri” di Primo Levi”. Dopo il capitolo introduttivo si affrontano tre cruciali argomenti: il parlare chiaro (in un’intervista del 1976 Levi mostrò fastidio per l’esibizione linguistica e per i venditori di gergo), il sistema periodico (la chimica è antifascista perché è disciplina in cui le parole corrispondono alle cose), le due culture (sia tecnici che letterati svolgono lavori sotto il segno del fare, lavori anche pratici, un tutt’uno per gli umani sapienti). Tante citazioni puntuali e tante accurate note arricchiscono la godibile lettura.

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