Storia

Le radici orientali dell’occidente europeo

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Non esiste solo la cultura Europa-centrica

La nostra visione del mondo antico è falsata da un pregiudizio: la storia del mondo è una storia di popoli suddivisi in blocchi quasi del tutto impermeabili da cui poco o nulla esce ed in cui quasi nulla entra.

Blocchi che si incontrano soltanto quando si scontrano sul campo di battaglia: i romani contro i barbari, i greci contro i persiani, egiziani contro ittiti.

Questa visione erronea ci ha portato a non considerare ciò che invece dovrebbe essere assolutamente normale; e che cioè i popoli antichi commerciavano, viaggiavano, si scambiavano merci e idee.

Per cui era del tutto normale che mercanti romani importassero ambra dalla Germania e vi esportassero vino ed altri beni che quei popoli non producevano.

Stessa cosa facevano ad esempio i greci con i persiani. Navi mercantili etrusche sono state trovate vicino le coste della attuale Francia, segno evidente che le popolazioni dell’Italia centro meridionale avevano scambi commerciali con popolazioni autoctone transalpine.

Questa idea di relazioni tra popoli diversi, basata esclusivamente su rapporti conflittuali è stata demolita dall’archeologia e da un attento esame dei miti e delle forme di pensiero che ci sono state tramandate dagli scritti degli antichi.

Ora accade che analizzando senza pregiudizi quelle che sono le basi della civiltà occidentale, ci rendiamo conto che tutto ciò che fa parte di quella categoria di pensiero che chiamiamo Occidente e che con un certo pizzico di presunzione consideriamo totalmente diversa dall’Oriente, in realtà non è poi così autoctona.

Karl Jaspers sosteneva che nella storia del mondo esistono quelli che lui chiama periodi assiali. Il periodo assiale per eccellenza, va all’incirca dall’ottocento al duecento prima dell’era volgare. In questo periodo, nasce in Grecia quello che viene comunemente chiamato ‘miracolo greco’, mentre in Oriente abbiamo la nascita di Buddha, le prime forme di taoismo e quello che poi sarà il cardine della vita sociale dei cinesi: il confucianesimo.

La nascita del pensiero filosofico europeo, avviene in una piccola cittadina affacciata al mar Tirreno in quella che oggi è la Campania: Elea.

In quello che attualmente è il parco archeologico di Velia, Parmenide getta le basi della filosofia e del pensiero razionale che sarà la base della cultura europea.

Su Parmenide si è scritto per due millenni a cominciare da Platone, ma soltanto da pochi decenni è emersa una visione del grande eleata che getta nuova luce sulle radici del pensiero greco. Ma non solo Parmenide è oggetto di studi approfonditi. Anche Empedocle, ad esempio, non è stato risparmiato dalla nuova visione della filosofia greca.

Il tutto inizia quando due grecisti d’oltremanica: Martin West e Peter Kingsley si rendono conto che nel pensiero dei presocratici greci, c’è qualcosa in più rispetto a quello che comunemente si credeva.

In Italia, il filosofo, Giorgio Colli ed il suo allievo Angelo Tonelli, uno dei maggiori traduttori dal greco, si inseriscono in questa scia.

Fu Martin West il primo a chiedersi come mai in alcuni scritti dei pensatori greci, si trovano corrispondenze con alcuni filoni del pensiero orientale.

Che cosa unisce gli scritti di Parmenide alle Upanishad indiane o Eraclito al taoismo cinese? Ma poi in fondo, che cosa ce ne importa di sapere perché i presocratici la pensavano come la pensavano. Il fatto è che, come dice Peter Kingsley, “La vera origine della filosofia occidentale, di molte idee che hanno forgiato il mondo in cui viviamo, si trova a Velia”, cioè nella antica Elea.

Nel 1958, le spedizioni archeologiche di Pellegrino Claudio Sestieri e Mario Napoli nella suddetta area archeologica, fanno dei ritrovamenti sconvolgenti che mettono in discussione tutto quello che si era pensato fino ad allora dei primi filosofi.

Talmente sconvolgenti che si preferì ignorarli.

Ad Elea vi era una prepotente presenza del culto di Apollo Oulis ed i suoi sacerdoti erano dei guaritori, in greco antico ‘pholarchos’. Non solo, ma nel 1962, altre scoperte fanno pensare che lo stesso Parmenide fosse un sacerdote di Apollo guaritore. Ma c’è altro: l’eleata scrisse un poema in esametri, il Peri Physeos che fino ad allora era stato considerato una forma scadente di poesia.

Se invece leggiamo il Peri Physeos senza pregiudizi derivanti dalla nostra visione sedimentata ed ingessata del mondo della Magna Grecia, ci scorgiamo qualche cosa di veramente sorprendente: il poema non è frutto di una fantasia, ma una prescrizione di tipo iniziatico.

Parmenide vuole comunicare ad altri la sua esperienza reale come sacerdote di Apollo Ouliades in uno stato di probabile coscienza alterata. Racconta di un viaggio fatto nel regno dei morti per incontrare una dea di cui per altro non fa il nome. Ma le sorprese non finiscono qui.

Certe esperienze sono tipiche del mondo sciamanico della Mongolia e della Siberia.

Lo sciamanesimo è stata la prima forma di esperienza spirituale dell’uomo e ciò che è scritto nel Peri Physeos richiama proprio quel tipo di esperienze che ritroviamo anche in Oriente.

I filosofi greci che hanno creato la civiltà europea, non erano dei semplici pensatori, avulsi dalla vita sociale del luogo dove risiedevano, ma erano legislatori, medici, guaritori sciamani.

Esisteva una sorta di sciamanesimo pan euroasiatico che ha ispirato gli uomini che hanno dato vita a quelle forme di pensiero che oggi ci sono familiari. L’idea di un Occidente che nasce dal nulla grazie a pensatori che creano il loro edificio concettuale costruendo loro stessi le fondamenta di questo edificio è quindi frutto di una visione che non corrisponde affatto alla realtà.

Gli uomini che hanno creato quelle forme di pensiero che da venticinque secoli formano l’ossatura del nostro pensiero, attingevano a qualcosa di molto più antico che era diffuso in tutto il continente euroasiatico ed a cui attinsero anche coloro che hanno creato l’Oriente.

Il miracolo greco è stato sì un miracolo, ma poggia le basi su fondamenta spirituali più antiche, senza le quali non avrebbe probabilmente mai potuto avvenire.

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