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Storia universale delle lingue

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Storia universale delle lingue dalle origini all’era digitale
Harald Haarmann
Traduzione di Claudia Acher Marinelli
Linguistica storica
Bollati Boringhieri Torino
2021 (orig. 2016)
Pag. 463, euro 25

Da quando noi si parla, ovunque e comunque accada. Le stime più recenti sul numero totale di lingue parlate oggi nel mondo oscillano tra le 6000 e le 6500. La lingua e le lingue con le quali siamo cresciuti o che abbiamo imparato sono differenti separati apparati di regole lessicali e grammaticali. Deve trattarsi, dunque, di un sistema fonetico che, indipendentemente dal numero dei rispettivi locutori e dalla quantità dei paesi in cui è diffuso: si differenzia strutturalmente dagli altri; si distingue per l’esistenza di conseguenti barriere comunicative con i parlanti “altra” lingua; viene usato sia come mezzo di comunicazione multifunzionale sia come simbolo di un’identità culturale; possiede un’eventuale forma scritta non divergente, se esiste, rispetto a quella parlata. La loro denominazione è meno certa di quel che si crede: per le circa 6400 lingue mondiali sono in uso quasi 40000 nomi diversi, autoctoni o attribuiti da altri, spesso divergenti. Se appena appena ci guardiamo indietro, il numero complessivo delle lingue umane e dei loro nomi si moltiplica enormemente e si articola ulteriormente: le lingue possono essersi fuse, aver sviluppato varianti regionali o sociali autonome (prima o poi percepite come idiomi differenti), estinte. Il compito della linguistica storica è appunto quello di identificare tutte le lingue parlate nella preistoria, nella storia e nel presente dell’umanità, delineandone l’origine e lo sviluppo, valutando criticamente anche il carattere mutevole del lessico, dovuto soprattutto alle migrazioni (sia emigrazioni che immigrazioni) e al contatto con altre culture e lingue, in un continuo intreccio meticcio di ecosistemi e parlanti.

Il famoso linguista tedesco Harald Haarmann (Braunschweig, 1946) ha insegnato in patria e un po’ in tutti i continenti, da parecchio vive e lavora in Finlandia. Dopo aver scritto una quarantina di testi in svariate lingue si è cimentato con una complessa completa Weltgeschichte der Sprechen, ora tradotta in italiano. Nell’esposizione l’autore segue un andamento sia cronologico che geografico. Il primo capitolo ripercorre gli albori dell’evoluzione umana: i primordi espressivi verbali e simbolici degli ominidi, la diffusione dall’Africa delle principali specie umane con le loro identità e abilità linguistiche (straordinari motori culturali), il protolinguaggio dell’uomo di Neandertal, le intenzionali complesse proprietà linguistiche di Homo sapiens. I capitoli successivi seguono in parallelo l’arrivo dell’uomo moderno nei vari continenti e l’evoluzione linguistica della nostra specie (secondo le note ipotesi della genetica delle popolazioni sviluppate da Luca Luigi Cavalli Sforza): Africa ed Eurasia a partire da circa 100000 anni fa (le origini della varietà culturale); Australia, Siberia e Nuovo Mondo a partire da 65000 anni fa (con varie ondate migratorie e cenni sulla specificità della diffusione linguistica nelle isole grandi e piccole); le tracce altrove (come nel basco) delle lingue più antiche dell’Africa e dell’Eurasia, con le caratteristiche arcaiche nella costruzione grammaticale e i relitti di antiche strutture sintattiche. Si passa poi al cuore del volume, l’arco temporale degli ultimi 12000 anni, il Neolitico: il quinto capitolo è dedicato all’origine delle famiglie linguistiche, il sesto alle famiglie linguistiche indoeuropee (da 9000 anni fa), il settimo alle altre famiglie linguistiche moderne (da 8000 anni fa). I capitoli finali trattano gli sviluppi diacronici e sincronici delle lingue: l’ottavo il ruolo delle tecnologie (tendenze sincroniche nella diffusione dell’agricoltura ma anche sviluppi indipendenti), con particolare attenzione alla lavorazione del ferro e ai sistemi di scrittura; il nono i frutti tardivi dell’età moderna (pidgin e lingue creole); il decimo presente e futuro delle lingue (ben sapendo che le inglesi sono lingue plurali).

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