Le pene e il carcere
Stefano Anastasia
Criminologia
Mondadori Milano
2022
Pag. 198 euro 15
L’Italia della Costituzione repubblicana. I vocabolari della lingua italiana attribuiscono alla parola pena un duplice significato: l’esperienza umana della sofferenza, la sanzione corrispondente a una violazione normativa. Il divieto dei trattamenti contrari al senso di umanità, presente con varianti lessicali in ogni livello normativo del nostro universo giuridico, deriva dalla tradizione dell’illuminismo giuridico italiano e dal relativo rifiuto di metter di più del necessario nel patto che legittima il diritto di punire. Il carcere è, in sostanza, la pena detentiva del tempo perso, cui talora concretamente si associano comportamenti e sofferenze incostituzionali (l’articolo 27).
L’ottimo competente sociologo del diritto e criminologo Stefano Anastasia (Roma, 1965), garante laziale delle persone private della libertà, nei dieci chiari succosi capitoli del breve saggio “Le pene e il carcere”, fa il punto sul sistema penitenziario nazionale, con definizioni, interpretazioni, dati.