Attualità

Il dibattito eccentrico del nostro paese con la politica in crisi

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Opposte distrazioni 

Una crisi immotivata, un’elezione anticipata, un risultato prevedibile ma non immaginato. In sintesi è questo quello dal quale partire per l’analisi di quanto sta accadendo da qualche settimana nel nostro Paese mentre il nuovo governo è alle prese con la manovra economica appena varata e le consuete e onnipresenti crisi e criticità nazionali anelastiche a ogni copione e ad ogni modo di affrontarle.

Siamo nel dopo, dunque, di un voto che ha modificato e non poco lo scenario di riferimento e che ha posto le premesse per un esecutivo solido e per una maggioranza coerente e certamente di più dell’opposizione. Qual è allora il nocciolo, il problema dei problemi? Che la sinistra dal Pd in poi passando per quel sostanziale ircocervo che è rappresentato dal movimento cinquestelle si sta leccando le ferite e si è in sostanza richiusa nel proprio recinto guardandosi l’ombelico mentre a piccoli passi ma determinati il governo sta spostando l’asse di molti dossier e di molte questioni aperte e che richiederebbero, anche a detta di esponenti di maggioranza, un’opposizione decisa e coerente nell’azione di critica e di contrasto che le è propria o di appoggio a provvedimenti condivisi. Insomma un’opposizione positiva e costruttiva che sola può rappresentare quella parte del paese che l’ha scelta e in fondo l’intero panorama del popolo italiano.

Le questioni sul tappeto sono certamente più cogenti e più intrecciate e non solo nel paese ma nello scenario europeo ed internazionale da richiedere attenzione e determinazione e non soltanto un fimoso concetto di opposozione ovunque e comunque. E soprattutto non richiedono lo spauracchio del ritorno del fascismo quale elemento per condensare ciò che si oppone alla nuova realtà. 

Se osserviamo in modo distaccato gli avvenimenti ci imbattiamo in un registro di interventi e di provvedimenti in parte già prefissati dall’esecutivo di Draghi e contenuti nell’attuazione del Pnrr che da ognuno viene definito perfettibile ma ineliminabile per ridare slancio ad un‘Italia in grandi difficoltà ma anche carica di spunti positivi. La manovra economica subito bollata con epiteti di scherno o di grande inadeguatezza non è un’aliena nella realtà concreta. La sua consistenza non si distacca molto da quelle precedenti. 

Eppure i cinquestelle che sembrano improvvisamente incarnare un’opposizione ideologica e preconcetta, solo che si riuscisse a comprendere quale ideologia e quale preconcetto se non quello originario di rottura contro tutto e contro tutti, e il partito democratico con la sinistra sinistra, parlano soltanto di scendere in piazza a protestare e manifestare contro tutto ciò che è stato annunciato ed è in arrivo in ossequio peraltro alle regole poste dalla Costituzione e da leggi e regolamenti e ai tempi da essa indicati per la sua attuazione, quest’anno e per i motivi prima sintetizzati quasi fuori tempo massimo. E’ evidente che vararla ha significato rispettare le norme invece di imboccare esercizi provvisori che ci avrebbero alienato qualsiasi sostegno da parte dell’Unione Europea. Il governo in sostanza governa ed è questo il problema, superando anche mal di pancia che pure nella coalizione esistono a parte l’ottimismo di facciata.

Il nostro sistema, certo perfettibile, prevede molti passaggi tra il varo di una manovra e la sua analisi in Parlamento. Ed è qui che in democrazia si combattono le battaglie, qui che si esercitano quei poteri di controllo e di vigilanza che ogni opposizione deve saper portare avanti pena la sua insussistenza. E’ bene che se ne ricordi il leader descamisado dei pentastellati e la dirigenza del Pd che alle prese con le manovre congressuali sembra affidare al primo la rappresentanza dell’opposizione dura e pura con gravi rischi per il futuro. 

Accanto a questa situazione esiste poi quel terzo polo non molto ampio nei numeri ma sicuramente significativo per la sua esistenza e che se dovesse ben giocare le sue carte potrebbe in affetti rappresentare una reale ipotesi alternativa quando il Pd avrà recuperato la sua identità di partito di governo e di amministrazione senza inseguire lucciole o lanterne né sirene rivoluzionarie dalle quali uscirebbe a pezzi e fagocitato da altri. E’ in questa direzione che occorre andare per riequilibrare con saggezza ed autorevolezza il confronto politico ora sbilanciato dalla sostanziale assenza di uno dei competitor principali.   

Quello che occorre è che maggioranza e opposizione trovino un punto di incontro e di dialettica politica capace di giovare al paese e a tutti i pesanti nodi da sciogliere. Il tempo passa in fretta e non a favore di funambolismi o ipotesi messianiche di soluzione. Sono da evitare quelle che abbiamo definito “opposte distrazioni” cioè il continuare a battere su temi inevitabilmente divisovi ma più nella forma che nella sostanza. Gli italiani hanno chiaro che l’equilibrio politico è l’unica garanzia per tutti e non amano avventurismi senza scopo e senza ragione. Il loro voto ha premiato certo una concezione eccentrica rispetto alla politica sin qui seguita, ma non in modo travolgente. Il confronto politico in Parlamento – oltretutto più agile almeno si spera –  deve essere privilegiato e favorito per tenere a freno ogni forma di estremismo invece di inseguire ipotesi irrealistiche e dannose per la stessa stabilità democratica. L’opposizione deve farsi carico di una responsabilità reale di equilibrio e di competenza che non può che giovare al paese e non perdersi alla ricerca di comodi alibi per altrettanto facili fughe! Per andare dove nessuno lo sa ma che non sono mai augurabili  dinanzi alla serietà dei problemi e delle questioni sia nazionali che europee e di scenario mondiale. 

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