Attualità

Dal lavoro alla pensione, dal petrolio al fair play finanziario, al pos

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Care ragazze e ragazzi è palese la smania compulsiva di aggiungere ulteriore danno ai danni, quelli che ci siamo procurati di rimbalzo in rimbalzo dall’inizio degli anni novanta del secolo scorso, quando la prima ventata populista scatenata con Tangentopoli fece giustizia sommaria della Prima Repubblica, con tutti i suoi protagonisti, salvo gli ultimi, in ordine di tempo e di merito, per cui fu dato fiato alle trombe per improvvisatori, cantastorie e furbi burosauri, quelli regolarmente scampati con vantaggio alla strage. Quindi, per decenni si è fatto largo alle “genialità” del marketing, dalle banali surroghe per i partiti alle esitazioni gioiose del Made in Italy, a favore pelosi offerenti, da cui l’alienazione sistemica di aziende strategiche, grave disaffezione dalla politica e dall’esercizio del voto, Governi e Presidenti frutto di mediazioni alchemiche, rinvio su rinvio sine die di ogni possibile vera soluzione progettuale per l’innovazione e il cambiamento del Paese, rimanendo fatalisticamente in attesa della catastrofe.

In questo frattempo, da abbiamo maturato la crisi pesantissima da COVID 19 e da Guerra in Ucraina, ma nessuno deve dimenticare i guai creati a man salva in Medioriente e in Africa prima da USA e poi ancora da Francia e Regno Unito eliminando Saddam e Gheddafi per “ragioni fossili”. Ci sono andati di mezzo siriani e curdi, con l’ISIS che è entrata ed uscita di scena, pronta a riemergere all’occorrenza come un fiume carsico, mentre altrimenti venivano regolati i conti con lo Yemen e la Somalia, piuttosto che tra Etiopia ed Eritrea. Il vento mefitico che soffia nel Continente Africano sospinge, milioni di persone verso l’Europa Comunitaria e non di certo verso l’America, la Cina o la stessa Russia. E poi, non ci dobbiamo dimenticare che chi ha fatto da incubatrice a Khomeini e tutto quello che è capitato poi in Iran – dopo la defenestrazione nel 1979 dello Shah Mohammad Reza Pahlavi – è stata sempre la Francia con complicità davvero pelose… Purtroppo, parlare di petrolio significa mettere il dito nella piaga purulenta, che ha visto per un certo periodo la stessa Italia protagonista con Enrico Mattei e che ha generato in nemmeno due secoli la catarsi ambientale e la fine annunciata del mondo con gli stessi irriducibili e perversi umani sapiens, che non intendono ragioni per cambiare.

Ho fatto un breve sintetico riassunto del trentennio, che ha messo in ginocchio l’Italia, a quattro giorni dalla Giornata Mondiale del volontariato, quindi dei volontari e in prima linea quelli dello sport che sono abituati a lavorare senza chiedere, ma che sono pensanti e che proprio in base al loro “dare senza nulla pretendere” hanno titoli morali e sostanziali per giudicare piuttosto che essere giudicati, paradossalmente da controllori incontrollabili e ahimè per contro superpagati. Il problema di chi deve governare adesso è dunque quello di doversi avvalere di un apparato relativamente efficiente, se non inerte o peggio, perlopiù non selezionato dal merito e magari datato… Francamente, è imbarazzante sapere che molte risorse pubbliche finiscono nell’inutile, in costosi mortai, dove viene pestata soltanto acqua, salvo siccità. I conflitti della politica suscitano i sentimenti dell’antipolitica, generano contenzioni spesso pretestuosi, confusione e danni …

Bisogna finirla con il gratuito farci del male e a tal proposito vi propongo qualche esempio. Il primo riguarda il lavoro, da quello socialmente utile a quello degli specializzati, che dovrebbe essere affidato stabilmente, per legge ad una rigenerata funzione delle strutture destinate al collocamento: tutto dovrebbe confluire lì da subito, compresa la formazione. Il secondo per i più fragili, anziani pensionati se non addirittura afflitti da disabilità: come per il salario minimo, la pensione minima è questione di logica comunitaria da regolare in base al costo reale della vita e non per visioni avvitate sul traguardo empirico dei seicento euro … E non basta, perché ai “senior” va salvaguardata la dignità del diritto costituzionale al credito e a servizi che vengono loro negati da Istituti e Compagnie per ragioni anagrafiche, dopo i settantacinque anni. Il terzo, per lo sport spettacolo, con il calcio professionistico, di cui si riscoprono con stupore le ricorrenti anomalie, come fosse acqua calda. Ora enfatizziamo inutilmente il “fair play finanziario”, come deterrente comportamentale per chi dello sport e del calcio in particolare fa disinvolto business, dimenticando che siamo a oltre sessant’anni dalla sarcastica denuncia che fece Giulio Onesti… Se parliamo di “separazione delle carriere” questa avrebbe davvero senso, al fine di liberare lo sport praticato, come fenomeno sociale, da questioni che davvero non lo dovrebbero riguardare, almeno da quando il finanziamento dello sport è divenuto pubblico e il Totocalcio è andato a farsi benedire. Infine, la storia del pagamento elettronico e del tetto al contante: una settimana fa in trasferta a Bruxelles, centro formale del sistema comunitario: in un rispettabile ristorante, si è dovuto pagare in contanti un conto di 133,50 euro, non essendo la gestione disponibile ad accettare in alternativa bancomat o carte di credito, salvo una, la loro preferita Maestro… E’ chiaro che emerge la questione del costo delle commissioni e non dei limiti in alto o in basso. Basterebbe stabilire un equo onere progressivo per transazioni, quindi con una incidenza equa sui costi di gestione per superare la ridicola diatriba.

Dunque, facciamola finita, almeno con questa storia dei limiti e dei tetti a gogo, per i POS e il contante nell’l’Italico Stivale, rivendicando per noi – come tutti i Paesi Comunitari – le stesse esatte regole. Finiamola di usurarci in defatiganti liti da pollaio e di considerarci stupidi e inaffidabili figli di un dio minore.

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